Prima lettura di domenica 25 agosto 2024

Nel libro della legge di Dio
Gs 24,14-29

"In quei giorni, Giosuè disse al popolo: «Ora, dunque, temete il Signore e servitelo con integrità e fedeltà. Eliminate gli dèi che i vostri padri hanno servito oltre il Fiume e in Egitto e servite il Signore.
Se sembra male ai vostri occhi servire il Signore, sceglietevi oggi chi servire: se gli dèi che i vostri padri hanno servito oltre il Fiume oppure gli dèi degli Amorrei, nel cui territorio abitate. Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore».
Il popolo rispose: «Lontano da noi abbandonare il Signore per servire altri dèi! Poiché è il Signore, nostro Dio, che ha fatto salire noi e i padri nostri dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile; egli ha compiuto quei grandi segni dinanzi ai nostri occhi e ci ha custodito per tutto il cammino che abbiamo percorso e in mezzo a tutti i popoli fra i quali siamo passati. Il Signore ha scacciato dinanzi a noi tutti questi popoli e gli Amorrei che abitavano la terra. Perciò anche noi serviremo il Signore, perché egli è il nostro Dio».
Giosuè disse al popolo: «Voi non potete servire il Signore, perché è un Dio santo, è un Dio geloso; egli non perdonerà le vostre trasgressioni e i vostri peccati. Se abbandonerete il Signore e servirete dèi stranieri, egli vi si volterà contro e, dopo avervi fatto tanto bene, vi farà del male e vi annienterà». Il popolo rispose a Giosuè: «No! Noi serviremo il Signore».
Giosuè disse allora al popolo: «Voi siete testimoni contro voi stessi, che vi siete scelti il Signore per servirlo!». Risposero: «Siamo testimoni!».
«Eliminate allora gli dèi degli stranieri, che sono in mezzo a voi, e rivolgete il vostro cuore al Signore, Dio d’Israele!».
Il popolo rispose a Giosuè: «Noi serviremo il Signore, nostro Dio, e ascolteremo la sua voce!». Giosuè in quel giorno concluse un’alleanza per il popolo e gli diede uno statuto e una legge a Sichem. Scrisse queste parole nel libro della legge di Dio. Prese una grande pietra e la rizzò là, sotto la quercia che era nel santuario del Signore. Infine, Giosuè disse a tutto il popolo: «Ecco: questa pietra sarà una testimonianza per noi, perché essa ha udito tutte le parole che il Signore ci ha detto; essa servirà quindi da testimonianza per voi, perché non rinneghiate il vostro Dio». Poi Giosuè congedò il popolo, ciascuno alla sua eredità.
Dopo questi fatti, Giosuè figlio di Nun, servo del Signore, morì a centodieci anni".


Il brano che meditiamo del libro di Giosuè ci ricorda una vera convention, l'assemblea di Sichem, tappa fondamentale prima dell'ingresso nella terra promessa.
Sichem è il luogo di sepoltura del patriarca Giuseppe, l'ultimo dei figli del patriarca Giacobbe, colui che chiude le vicende dei patriarchi prima del lungo ed estenuante periodo di schiavitù in Egitto.
In questo luogo Giosuè, successore di Mosè, è colui che si ferma prima di traghettare il popolo al di là del Giordano, nella terra della promessa finalmente raggiunta.
Si chiude un'era e se ne apre un'altra, un nuovo ed inedito modo di essere popolo, di appartenere al Signore che lo ha liberato dall'Egitto e lo ha condotto attraverso il deserto proteggendolo e nutrendolo.
È a questo Dio, non paragonabile a nessun'altra divinità, che Giosuè invita ad aderire, conscio che il pericolo dell'idolatria, nelle terre dove andranno ad abitare, sarà forte.
È un passo importante perché con una scelta personale e comunitaria si conclude il cammino di liberazione dalla schiavitù e si entra da popolo nuovo, compatto, dimenticando le piccole esigenze di singoli credenti dispersi.
Ho scelto di mettere l'intero brano del capitolo 24 che dettagliatamente illustra questa assemblea fino alla morte di Giosuè, mentre nella liturgia risulta frammentario e ritagliato. E' bello leggerlo tutto per sentirne la forza, l'insistenza del condottiero e i pericoli che sembrano non essere chiari al popolo nella foga di dichiarare la propria adesione al patto col proprio Dio.

"Il popolo rispose a Giosuè".
È risposta ad un invito impegnativo che la guida del popolo rivolge alla generazione nuova che sta per entrare nella terra promessa ai padri:
"sceglietevi oggi chi servire".
Gli dei dell' Egitto sono ormai il passato ma ora nuovi idoli compaiono all'orizzonte, in una terra che addita il motivo della sua floridezza agli dei degli Amorrei.
Tutto il libro di Giosuè si potrebbe descrivere come una lunga battaglia contro l'idolatria e l'individualismo, lotta che oggi risuona con forza nelle nostre comunità.
Nel cuore di un credente il rischio di farsi un idolo o di seguire quello di moda è sempre forte; non va data per scontata la propria fede.

"Noi serviremo il Signore, nostro Dio, e ascolteremo la sua voce!".
Meravigliosa risposta che sottolinea la voce di Dio, che non smette di parlare attraverso i profeti, che raggiunge in mille modi i suoi figli di cui ha cura con sussurri d'amore!
Nel nostro brano risuona per 14 volte il verbo "servire", che niente ha a che fare con la sudditanza o la sottomissione.
Potremmo dirlo come le mille gioie che nella nostra vita abbiamo scoperto credendo al Signore, avendo in lui piena fiducia. Noi serviamo e seguiamo chi amiamo, chi è più importante della nostra vita, coloro la cui felicità viene prima della nostra.
Così è con il Signore quando scopriamo la delizia di essere ai suoi piedi, il gusto di essere parte della sua alleanza eterna (cfr. Is 58,14).

"Giosuè in quel giorno concluse un’alleanza per il popolo e gli diede uno statuto e una legge a Sichem".
È un momento solenne, commovente!
L'alleanza antica fatta con i padri a partire da Abramo, quella di una promessa fedele del Signore che non abbandonerà più la generazione immensa che solo lui può contare, in quel giorno è ratificata da ogni iscraelita, da ogni singola persona che diviene alleato di Dio, socio nella salvezza, compagno di cammino.
Una legge, uno statuto, è un memoriale da leggere, rileggere e meditare per dare forza alla fede e alla speranza. Dio è per il popolo e il popolo per lui: un vero sposalizio d'amore!

"Scrisse queste parole nel libro della legge di Dio".
Potremmo dire che queste parole impegnative e coinvolgerti, parole umane, diventano da ora Parola di Dio, insieme alle grandi Parole che il Signore ha rivolto lungo il cammino di liberazione ad un gruppo spaurito di schiavi.
Le Parole della Vita che si mischiano e si confondono alle parole umane: questo grande patto è inciso come un sigillo nel cuore di ogni credente (cfr. Ct 8,6).

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Gs 24,14-29
Commento del 17/08/2019

Salmo 34 (33),19-20
Commento del 11/04/2024

Seconda lettura di Ef 5,21-33
Commento del 27/10/2020

Vangelo di Gv 6,60-69
Commento del 20/04/2024

Commenti

  1. "Noi serviremo il Signore, nostro Dio, e ascolteremo la sua voce!".
    Il mio Dio è Voce, Parola.
    La sua è Parola di Dio,
    rivolta a me,
    a noi,
    per noi,
    in noi.
    Ascoltare è risposta.

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  2. Lontano da noi abbandonare il Signore per servire altri dèi!

    Donami sempre capacità per questa affermazione.
    Vivere veramente ciò che dico.....
    Innamorarmi sempre più di TE,o mio trascinatore
    Amen

    RispondiElimina

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