Vangelo del 17 agosto 2024

Perché imponesse loro le mani
Mt 19,13-15

"In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli».
E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là".


Ancora un brano che potrebbe sembrare "innocuo", marginale. Eppure ci rivela più cose questo gesto di Gesù che tanti libri di teologia!
L'attenzione per l'infanzia, i diritti dei bambini, la tutela della vita sin dal concepimento, sono per l'umanità tutte tappe di crescita molto recenti.
Il Maestro è precursore dei diritti di ogni persona, annunciatore della dignità inviolabile che ognuno di noi ha davanti al proprio Padre.
Così, da Maestro, va oltre la tradizione religiosa dell'antico Israele e questo vuol dire che l'accusa di chiusura, la boccia nella pretesa di aver capito tutto di Dio e di tenerselo stretto come un tesoro personale e incondivisibile.
Gesù è figlio di Israele e allo stesso tempo si sente libero da una tradizione che penalizza le persone, che le giudica rinchiudendole in categorie di puri o impuri, salvati o insalvabili.
I bambini sotto i 6-7 anni erano considerati incapaci di apprendere la Torah, semplici appendici delle madri, senza nessun peso nella società del tempo, quindi relegati in una situazione di marginalità sociale.
I discepoli non si sbagliano: sanno che nessun rabbino dell'epoca avrebbe benedetto o addirittura toccato un essere ritenuto impuro.
Ma Gesù è sempre dall'altra parte della barricata, dalla parte degli emarginati, dei dimenticati, degli ultimi. E non smette di dimostrarlo per far crescere i suoi discepoli in una sensibilità inclusiva che promuove la vita in ogni sua età e in ogni condizione.

"In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse".

Pregare e imporre le mani: questo è chiesto a Gesù per i bambini, la benedizione per la guarigione, per la buona salute. È un gesto di affidamento profondo davanti ad una persona consacrata al Signore.
Quando erano piccoli i miei figli anch'io l'ho chiesto a Giovanni Paolo II e ricordo l'emozione, come averli messi nelle mani del Padre, al sicuro.
Nella sua grande fragilità, l'infanzia ha bisogno della preghiera che la sostenga e la faccia crescere nel rispetto e nella considerazione delle sue necessità, diverse e delicate, rispetto a quelle degli adulti.
I bambini vengono portati a Gesù perché il suo potere spirituale, riconosciuto da questi genitori, porti beneficio a dei piccoli che hanno bisogno solo di una carezza.

"Ma i discepoli li rimproverarono".
Viene da chiedersi se la spiritualità può concedersi atteggiamenti di tenerezza e accoglienza o deve sempre rimanere nei rigidi binari della severità e della rigida moralità.
Sa di distacco e protezione il brutto gesto dei discepoli. Vogliono mettere un recinto attorno il Maestro che allontani la gente importuna, coloro non se lo meritano.
E' lo stesso steccato di sacralità voluto dalla religione, che avrebbe voluto proteggere Dio dai peccatori e che Gesù ha demolito pezzo per pezzo.

"Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me»".
Gesù prende le distanze dal modo di pensare a camere stagne e manifesta la sua accoglienza senza limiti.
Peccatori, impuri, emarginati dalla legge religiosa, incapaci di leggere la Scrittura e di comprenderla: tutti entrano nella sua attenzione, tutta l'umanità, specialmente quella più debole ed emarginata, è al centro del suo cuore.
Gesù che accoglie e benedice i bambini è segno della paternità e maternità di Dio che accoglie sempre tutti, ognuno guardato da figlio, ciascuno accolto per quello che è, non per quello che può dare in amore e culto.
Due sono i comandi dati a coloro che seguono il Cristo.
"Lasciateli": compito di ogni discepolo è continuare l'azione del Maestro, quello del Liberatore, del Salvatore da ogni catena, schiavitù, impedimento che allontani dalla Vita.
"Non impedite": grande compito per la chiesa, chiamata ad attirare, a portare al cospetto del Padre i piccoli della terra che dalle mani benedicenti attingono crescita e consapevolezza di essere amati.
E la chiesa cresce a sua volta, scoprendo dove il Padre ha riposto il suo cuore.
Come ci suggerisce Gibran: “Se volete conoscere Dio, non siate solvitori di enigmi. Piuttosto guardatevi intorno e lo vedrete giocare con i vostri bambini”.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Ez 18,1-10.13.30-32
Commento del 13/08/2022

Salmo 51 (50),13-14
Commento del 14/02/2024

Vangelo di Mt 19,13-15
Commento del 14/08/2021

Commenti

  1. I bambini vengano a me!
    Sempre
    Imperativo
    Il bimbo in me deve emergere ancora,farsi piccolo per aiutarmi a donare!
    Il bimbo dà senza tornaconto.
    Grazie

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  2. "Furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse".
    Mani benedicenti.
    Preghiera vivificante.
    È ciò che cerco in Gesù.
    È ciò che mostro di Gesù.
    Benedizione e vita
    offre ancora Gesù
    a tutti.

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