Prima lettura del 2 agosto 2024

Non tralasciare neppure una parola
Ger 26,1-9

"All’inizio del regno di Ioiakìm, figlio di Giosìa, re di Giuda, fu rivolta a Geremìa questa parola da parte del Signore:
«Così dice il Signore: Va’ nell’atrio del tempio del Signore e riferisci a tutte le città di Giuda che vengono per adorare nel tempio del Signore tutte le parole che ti ho comandato di annunciare loro; non tralasciare neppure una parola. Forse ti ascolteranno e ciascuno abbandonerà la propria condotta perversa; in tal caso mi pentirò di tutto il male che pensavo di fare loro per la malvagità delle loro azioni. Tu dunque dirai loro: Dice il Signore: Se non mi ascolterete, se non camminerete secondo la legge che ho posto davanti a voi e se non ascolterete le parole dei profeti, miei servi, che ho inviato a voi con assidua premura, ma che voi non avete ascoltato, io ridurrò questo tempio come quello di Silo e farò di questa città una maledizione per tutti i popoli della terra».
I sacerdoti, i profeti e tutto il popolo udirono Geremìa che diceva queste parole nel tempio del Signore. Ora, quando Geremìa finì di riferire quanto il Signore gli aveva comandato di dire a tutto il popolo, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo lo arrestarono dicendo: «Devi morire! Perché hai predetto nel nome del Signore: “Questo tempio diventerà come Silo e questa città sarà devastata, disabitata”?». Tutto il popolo si radunò contro Geremìa nel tempio del Signore".


L'inizio del brano della liturgia di oggi ci dà le coordinate storiche di questo passaggio difficile nella vita da profeta di Geremia.
Ioiakìm, Re di Giuda, figlio di Giosia, regnò dal 608 al 597 a.C.,restando però vassallo dell’Egitto. Non poteva passare inosservato questo servilismo e Geremia mette in campo una forte opposizione, appoggiato da tanti sostenitori.

"All’inizio del regno di Ioiakìm, figlio di Giosìa, re di Giuda, fu rivolta a Geremìa questa parola da parte del Signore".
La monarchia doveva servire ad Israele per smarcarsi dall'influenza dei popoli vicini e autogovernarsi con leggi che rispettassero la dignità della persona e la dedizione del popolo a Dio. Ma questo periodo storico vede l'avvento di un monarca fantoccio, messo lì dagli egiziani, che in effetti dominavano e imponevano le proprie decisioni.
La Parola del Signore è giustizia e verità; non può tacere o essere complice di un governo che non fa gli interessi dei poveri e dei sofferenti.
Così il profeta giunge a fare chiarezza, a scuotere dal torpore politico e spirituale che ha preso tutto il popolo a partire dalle cariche più alte.
Quello che dirà Geremia è un messaggio scomodo, drammatico, di denuncia e non piacerà al re. A nessuno piace essere scoperti in trame di interessi personali. La reazione è sempre violenta.

"Così dice il Signore: Va’ nell’atrio del tempio del Signore e riferisci a tutte le città di Giuda che vengono per adorare nel tempio del Signore".
La scena si svolge "nell’atrio del tempio del Signore" a Gerusalemme, cioè il cortile esterno dove il popolo si radunava (cfr. Ger 19,14). Lì potevano accedere tutti pellegrini venuti dalle città del regno di Giuda (cfr. Ger 11,12).
Il suo discorso è un annuncio fondamentale, una chiamata alla conversione solenne, gridata nel tempio in cui si era certi della presenza divina.
Le persone radunate per adorare il vero Dio si sentono accusate di idolatria, destinatarie di una profezia che maledice la loro condotta violenta davanti a tutti i popoli della terra.

"Tutte le parole che ti ho comandato di annunciare loro".
Non ci sono mezzi termini nell'annuncio: tutte le parole, anche quelle che alle orecchie del profeta suonano dure e impronunciabili, vanno proclamate senza riserva e con la drammaticità con la quale Dio le ha ispirate.
Il profeta denuncia una scollatura tra il chiamare Dio Signore nel tempio e sottostare al potere del faraone d'Egitto.
Le parvenze di legittimità e di giustizia sono proprio quelle con cui i detentori del potere si ammantano per nascondere i loschi raggiri.
La Parola del Signore rimbomba proprio in quel tempio, testimone dell'infedeltà, in cui si dovrebbe alzare la lode a Dio e la difesa di ogni figlio e figlia.

"Non tralasciare neppure una parola".

E' scomoda una Parola alla quale non siamo abituati, non è parola nostra, non è logica del mondo, non è oratoria per fare proseliti e schiavi che ci affascina con illusioni.
Il Signore impone a Geremia di non tralasciare quelle parole che sono in disaccordo con il pensiero politico ufficiale, quelle che non vengono umanamente comprese. E' rischio di ogni annunciatore smussare gli angoli di frasi difficili da masticare, omettere brani della Scrittura che ci fanno vergognare di Dio! Inutile tappare le orecchie. Sono proprio quelle le Parole che si fanno strada e ci sconvolgono positivamente.
Il Signore sa che la sua Parola all'inizio è disturbo alle nostre abitudini e manie. Ma è mandata affinché una consapevolezza nuova si faccia strada, quella che solo il Signore può dare.
È sempre vitale ascoltarla, farsi plasmare dal suo annuncio che fa retrocedere pian piano gli interessi umani per lasciare spazio alla strada che il Padre traccia per il bene di ognuno di noi.
Possiamo fidarci: non sono pompose illusioni da imbonitore. Ogni Parola è inviata a noi per la crescita, il nutrimento, la liberazione.
Non ne tralasciamo alcuna. Facciamoci guidare da lei verso la novità di bene che ci attende.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Ger 26,1-9
Commento del 31/07/2020

Salmo 69 (68),11-14
Commento del 13/07/2021

Vangelo di Mt 13,54-58
Commento dell'01/05/2021

Commenti

  1. "Non tralasciare neppure una parola".
    È detto della Parola di Dio
    ascoltata e annunciata
    da un profeta.
    Ogni Parola di Dio è Sacra.
    Chiede ascolto.
    Chiede annuncio.
    Tutte vanno ricevute.
    Tutte vanno annunciate.
    Il nostro cuore deve fargli posto.
    La nostra bocca
    non ne deve trascurarne nessuna.
    "Non tralasciare neppure una parola".

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  2. Ciascuno abbandonerà la propria condotta perversa
    Ti prego affinchè la TUA Parola s'incarni veramente!
    Porti frutto in tutti noi,ma veramente!
    Vivere pregando........
    Amen

    RispondiElimina

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