Prima lettura del 22 agosto 2024

Una fuce rifulse
Is 9,1-6

"Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Màdian.
Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti".


Il brano che meditiamo si trova nel “libro dell’Emmanuele” che comprende i capitoli 7-12 del profeta Isaia. Il contesto narra della guerra che la Siria e Israele dichiarano contro Giuda, il regno del Sud, per annetterlo e diventare più forti di fronte al colosso Assiro che è alle porte (736-732 a.C.). Ma il re Acaz preferisce fare direttamente alleanza con l’Assiria, illuso di acquistare più potere.
Isaia, schierato contro questa alleanza, annuncia l'Emmanuele, il Messia che verrà a realizzare un regno nuovo.
Il protagonista del nostro brano infatti è un figlio "nato per noi", il nuovo che viene a scalzare i vecchi sistemi di potere e a riportare il popolo al suo Dio.
Nel corso dei secoli, periodi oscuri e tenebrosi, di grande sofferenza, si sono succeduti drammaticamente in tutte le nazioni della terra.
E' passato poco da una pandemia che ha piagato i popoli, mettendo in discussione il progresso e le capacità umane di difendersi davanti a nemici spesso oscuri ma non meno implacabili.
Poteva essere un periodo di riflessione profonda, di cambiamento del cuore del mondo.
Eppure le guerre non si fermano: l'Ucraina e la Russia, Israele e la Palestina sono scenari terribili a due passi da noi, atrocità che sembrano inarrestabili.
Isaia ancora una volta ci viene in aiuto, annunciando il nuovo di Dio, l'unico che riporta la fiducia, che rianima la speranza e fa guardare all'alba di un giorno radioso per tutta l'umanità.

"Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce".

Leggendo l'incipit del capitolo 9 di Isaia ho pensato che abbiamo proprio bisogno di questa luce, di un annuncio di pace, di gioia, di tregua per le popolazioni stremate da interessi economici che le strozzano e le decimano.
Abbiamo bisogno oggi di questa luce, di riascoltare la profezia che dà un senso nuovo alla storia.
Il passaggio dalle tenebre alla luce è pasqua, è il contrario di quello che sembra segnare lo svolgimento inevitabile della nostra vita.
Stiamo andando verso la morte, personale e universale? No, stiamo uscendo dalle tenebre per contemplare stupiti il brillare della luce che è Dio (cfr. 1Gv 1,5).
È da lui che viene la luce vera nella nostra vita, è lui la meta della creazione. Per questo i profeti intensificano l'annuncio proprio nei periodi più bui della storia. La fiducia in Dio luce è già l'inizio dell'uscita dall'oscurità.

"Su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse".

E' una ripetizione in altre parole del versetto di prima, come se Isaia ripetesse questa certezza e ogni volta se ne rallegrasse!
Isaia pensa al suo popolo nella prova come coloro che dimorano, che abitano in una zona di guerra, con un manto di droni e missili che non danno tregua a nessuno.
Nonostante la coltre del male sembrerebbe non far trapelare uno sprazzo di cielo limpido, niente impedisce alla luce di risplendere, pur se piccola come un cerino nella notte.
Isaia ci mostra una nuova Genesi, una nuova creazione in cui il dono della luce di Dio è inizio di ogni vita (cfr. Gen 1,3).

"Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia".

Il profeta ancora una volta è controcorrente annunciando un dono così grande quando tutt'intorno c'è solo crisi e sofferenza.
I segni inequivocabili dell'opera del Signore sono gioia e letizia crescenti, fiori nell'arsura dei deserto, vagiti di neonati che riaccendono il futuro in animi spenti.
Non è gioia occasionale, di un momento, ma quella che si moltipla man mano che l'azione di Dio dirada le tenebre.
La letizia, qualità particolare della gioia, è intima e profonda serenità, il sentirsi al sicuro, non temere alcun male.
Abbiamo bisogno che Isaia continui a confortarci con quello che ha visto e che certo si realizzerà: un benessere profondo ed eterno che nessuna disavventura umana potrà offuscare.
"Su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse".

Così sia, presto, per tutti!

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima letture di Is 9,1-6
Commento del 25/12/2021

Salmo 113 (112),4-6
Commento del 22/08/2023

Vangelo di Lc 1,26-38
Commento del 08/04/2024

Commenti

  1. "Hai moltiplicato la gioia,
    hai aumentato la letizia".
    È così il mio Dio.
    È moltiplicatore di bene,
    di luce, di pace, di gioia.
    "Hai moltiplicato la gioia,
    hai aumentato la letizia".

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  2. "Su coloro che abitavano in terra tenebrosa
    una luce rifulse".
    Dopo le tenebre c'è luce
    Questa è una certezza astrofisica
    C'è certezza
    Così dopo un tempo di guerre,pestilenze,lutti c'è la rinascita,la gioia,la pace,la vita che pullula.
    Sempre
    Grazie nostro guaritore!

    RispondiElimina

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