Salmo del 25 luglio 2024
"5 Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.
6 Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni".
Il Salmo 126 canta l'intervento di Dio nella storia dei suoi figli: il suo agire fa la differenza, porta vita, produce liberazione. Al suo passaggio tutto cambia direzione, ogni cosa si volge ad un nuovo inizio.
La storia del popolo in esilio e il suo ritorno diventano un esempio, una parabola dell'amore fattivo e liberante per noi. Affidiamoci al grido di gioia di chi ci ha preceduto: "Grandi cose ha fatto il Signore per noi" e grandi cose farà per coloro che guardano a lui come risolutore della storia e meta dell'umanità intera.
mieterà nella gioia".
I due movimenti che caratterizzano l'Esilio babilonese, l'andata e il ritorno, sono entrambi densi di fatica, paura, angoscia. Pensiamo all'andata, deportazione da parte dei conquistatori che depredano la città e portano con sé i dignitari e le persone più importanti in tutti gli ambiti. E non meno drammatico è il ritorno, in una città ormai desolata, abitata solo da poveri, che ha perso la sua magnificenza e il suo ruolo centrale, religioso e sociale.
Eppure il salmista profetizza una benedizione, leggendo e interpretando i due movimenti con le immagini positive della semina e del raccolto.
portando la semente da gettare".
Il primo lavoro dei seminatori è caratterizzato dallo sforzo di predisporre il terreno su cui seminare e dall'ansia per il raccolto futuro. Bisogna rinunciare a parte del raccolto dell'anno prima per seminare. E' cibo sprecato o investito per una ricchezza che assicura sopravvivenza e nuovi raccolti?
"Ma nel tornare, viene con gioia,
Andare e tornare sono la sintesi di una storia di dolore e di speranza di cui il popolo di Dio è testimone.
Il secondo momento è la festa della mietitura, che chiama a raccolta tutti nel lavoro ma anche nell'esultanza che corona le attese di un anno con la ricchezza e la sicurezza del cibo.
Tutta l'insicurezza vissuta tra le lacrime della perdita e l'incertezza del futuro, trova nel ritorno l'esplosione di una gioia incontenibile!
Fatica e speranza cedono il posto, al momento del raccolto, alla gioia per la fecondità e la pienezza. Questo cambiamento non è dovuto al caso, ma è frutto dell'intervento divino.
L'interpretazione che fa la Scrittura dei nostri periodi bui è pasquale: c'è una crescita nascosta e faticosa come quella di un seme che marcisce in terra per portare frutti copiosi.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di 2Cor 4,7-15
Commento del 27/07/2024
Salmo 126 (125),1-2
Commento del 25/07/2023
Vangelo di Mt 20,17-28
Commento del 28/02/2024
I covoni...
RispondiEliminaSi
Sono un fascio di steli di grano falciati alla base, con in sommità le spighe.
Meticolosità nel prepararli ed efficacia;danno reddito...
Il Signoe,MAI mi fa rimanere a mani vuote!
Mai.
Grazie papà
"Chi semina nelle lacrime
RispondiEliminamieterà nella gioia".
Preziose le nostre lacrime
per il Signore.
Preziosa la nostra semina
e il nostro raccolto.
Dono suo la gioia.
Le lacrime che fanno il pianto : che grande nde dono! 🙏
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