Prima lettura del 28 gennaio 2020

Fece salire l'Arca di Dio
2Sam 6,12-15.17-19

In quei giorni, Davide andò e fece salire l’arca di Dio dalla casa di Obed-Edom alla Città di Davide, con gioia. Quando quelli che portavano l’arca del Signore ebbero fatto sei passi, egli immolò un giovenco e un ariete grasso. Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore. Davide era cinto di un efod di lino. Così Davide e tutta la casa d’Israele facevano salire l’arca del Signore con grida e al suono del corno.
Introdussero dunque l’arca del Signore e la collocarono al suo posto, al centro della tenda che Davide aveva piantato per essa; Davide offrì olocausti e sacrifici di comunione davanti al Signore.
Quando ebbe finito di offrire gli olocausti e i sacrifici di comunione, Davide benedisse il popolo nel nome del Signore degli eserciti e distribuì a tutto il popolo, a tutta la moltitudine d’Israele, uomini e donne, una focaccia di pane per ognuno, una porzione di carne arrostita e una schiacciata di uva passa. Poi tutto il popolo se ne andò, ciascuno a casa sua".

Il re Davide si è insediato nella nuova capitale del suo regno, Gerusalemme, mentre l'Arca dell'Alleanza è ospitata fuori dalla città. Si decide di trasportarla a Gerusalemme ma uno dei trasportatori muore sul colpo al solo tentativo di toccarla. Si lascia perciò l'Arca li dov'è.
Ma un segno spinge il re a fare un altro tentativo: la casa dove è ospitata l'Arca inizia a prosperare; è perciò benedetta da questa presenza salvifica.
Se la morte di quell'uomo ha gettato una luce sinistra sull'Arca, la prosperità è un segno contrario ed incoraggiante; l'Arca non è simbolo di condanne o punizioni, ma presenza feconda che porta la santità di Dio.
Il re allora decide il suo trasferimento nella città santa affinché l'Arca divenga la prosperità per tutto il popolo.
Il nuovo trasporto avviene con una partecipazione di tutti in una solenne liturgia di lode.

"Davide andò e fece salire l’arca di Dio dalla casa di Obed-Edom alla Città di Davide, con gioia".
La gioia di poter riavere l'Arca in mezzo al popolo, così come era stata presenza costante dall'Esodo in poi, riempie il cuore di Davide.

"Quando quelli che portavano l’arca del Signore ebbero fatto sei passi, egli immolò un giovenco e un ariete grasso".
Ogni settimo passo del cammino, Davide fa un sacrificio di ringramento e di lode. È una processione liturgica in cui il popolo esulta per la presenza di Dio. Il numero sette ricorda il sabato, giorno del Signore, e quindi il cammino è scandito come la settimana creativa.

"Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore. Davide era cinto di un efod di lino".
Grande musicista, suonatore di cetra, il re adesso danza esprimendo la gioia del momento e la solennità della liturgia.
La mistica ebraica ricorderà questa scena come lo sposa che esulta per lo sposo, immagine che ritroviamo poi in tanti salmi. Il rapporto dell'uomo con Dio è un rapporto nuziale.

"Così Davide e tutta la casa d’Israele facevano salire l’arca del Signore con grida e al suono del corno".
Davide, con la sua gioia, accompagna Israele dal timore all'esultanza, rimuovendo ogni paura.
Qui il re è sacerdote: egli insegna a tutti che il Signore, simboleggiato nell'Arca, è salvezza costante e presente.
Il suono del corno era il richiamo liturgico che radunava nelle occasioni più sacre e solenni.
Qui è suonato affinché le orecchie siano risvegliate all'ascolto di un nuovo tempo di grazia.

"Introdussero dunque l’arca del Signore e la collocarono al suo posto, al centro della tenda che Davide aveva piantato per essa; Davide offrì olocausti e sacrifici di comunione davanti al Signore".
Il Signore che ha abitato in una tenda durante tutto il cammino nel deserto, continua ora ad abitare come un pellegrino in mezzo al suo popolo.
Davide è instancabile nel suo servizio di lode e la sua incontenibile gioia è il segno che ora la città è veramente completa e protetta dal Signore.
I sentimenti di Davide sembrano riassunti nel Salmo:
"Se il Signore non costruisce la casa,
invano si affaticano i costruttori.
Se il Signore non vigila sulla città,
invano veglia la sentinella" (Sal 127,1).

La grande liturgia di lode si conclude con una benedizione e un pasto rituale festivo. Davide ha "inventato" una vera liturgia in cui lode, benedizione e pranzo di comunione formano un tutt'uno.
La gioia e l'esultanza sono proprie del ringraziamento e danno alla preghiera i connotati di una grande festa.

"Poi tutto il popolo se ne andò, ciascuno a casa sua".
Ora tutti si sentono al sicuro e protetti per la presenza dell'Arca.
Col Signore rinasce la gioia! Questa annotazione lascia intravedere il popolo in pace e sereno dopo questa meravigliosa liturgia.
C'è una dimensione di serenità che non può venire solo dalle mura, dalle sentinelle di guardia o da un forte esercito...
Il cuore riposa al sicuro quando il Signore è certamente presente.
Lui, il custode di Israele, è sostegno al suo consacrato Davide e garanzia di prosperità e pace per tutti.

Commenti

  1. Cosa contemplare ancora nella persona di Re Davide? La liturgia oggi ci permette di meditare sulla sua libera e appassionata capacità di pregare. Pregare in Davide è riconoscere la presenza di Dio in mezzo al suo popolo, esaltarla e gioirne grandemente. Il Dio di Israele è un Dio nomade, che cammina con il suo popolo, abita una tenda, non vuole una casa né un tempio. Davide ascolta il Signore e non costruirà niente di tutto ciò, ma vivrà una liturgia vitale che lo connette a Dio, una liturgia che passa nel suo corpo, nella sua vita e gli permette di restituirsi, dedicandosi totalmente a Dio stesso. Una liturgia che si fa danza, un unico, armonico movimento che collega il cielo alla terra, la carne allo spirito, la vita alla morte.
    (Casa di preghiera s. Biagio)

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  2. Gli ebrei di oggi, al termine della festa dei Tabernacoli (Sukkot), celebrano nelle sinagoghe la Simchat Torà - o gioia della Legge - danzando, a saltelli ritmati, con i rotoli della Torà e cantando inni in onore dell’Eterno. La danza è anche in questo caso un gesto liturgico che esprime il rapporto di tutto l’essere con Dio. È un’espressione di gioia e di “festa davanti al Signore”, per il dono della Torà. Ed è ancora con la danza che gli ebrei chassidici dopo le preghiere quotidiane, esternano il loro entusiasmo religioso.
    (nostreradici.it)

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  3. Nel segno della arca che Davide fa trasportare dalla casa di obed-edom alla città di Davide , è Dio che visita il suo popolo e viene a porre la sua dimora in Gerusalemme. Cercare Dio è un tema fondamentale nelle Scritture e soprattutto è una tensione prioritaria nella vita spirituale. Prima di riconoscermi cercatore devo avere la consapevolezza di essere cercato da Dio. Infatti nella lettura non è Davide ma il signore ad aver deciso di cercare il suo popolo e abitare in mezzo ad esso. Ecco allora signore che la mia non può che essere una risposta, perché tu mi precedi. Voglio lasciarmi istruire dal modo stesso con il quale tu o Signore vieni verso di me.

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