Vangelo del 3 gennaio 2020


Ecco l’agnello di Dio
Gv 1, 29-34

"In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio»".


Giovanni e Gesù; la Parola e la voce, l'annuncio e la presenza.
Il Battista è un tassello importante per ricostruire il puzzle del mistero di Gesù Messia.
Nella pagina di oggi la sua testimonianza ci mostra il cuore della missione di Gesù.

"Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui".
Gesù sarà salutato come "Benedetto colui che viene" (Gv 12, 12) nel suo cammino verso Gerusalemme, già è identificato come il Veniente, colui che viene incontro ad ogni uomo in ogni tempo.
Giovanni lo vede venire verso di lui, che si sentiva indegno di essere pure lo schiavo che slegava i suoi sandali (cfr. Gv 1, 27). L'unto di Dio va verso l'amico dello sposo che lo ha annunciato: si compie così il tempo dell'attesa. Il Messia va incontro ad ogni uomo ed è lui che si fa servitore di ognuno fino in fondo.

"Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!"
Intensa rivelazione di Gesù! Giovanni non sa nulla della fine che farà il Messia, non arriverà a guardarlo innalzato nella gloria della croce, eppure lo Spirito gli mette in bocca queste parole decisive.
Il Battista mostra colui che verrà sacrificato a Pasqua come agnello, per espiare i peccati dl popolo: in questa immagine c'è tutto il dramma e tutta la grandezza della nostra salvezza. Egli, ponte tra l'antica e la nuova alleanza, finalmente vede il vero Agnello, quello che il Padre ha donato per una salvezza senza più confini.
Non sono necessari più i tanti agnelli sgozzati, uno per ogni famiglia, ma quello è l'unico vero sacrificio gradito a Dio perché definitivo e risolutivo.
È una rivoluzione del culto e della fede d'Israele che si basava sull'esclusività della salvezza perché detentore dei riti e delle feste di espiazione.
Questo Agnello toglie "il peccato del mondo", tutti i peccati uniti in una sola enorme ferita e solo questo Agnello lo può redimere.

“Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”.
Qui le parole creano stupore in noi che ascoltiamo e probabilmente nello stesso profeta. Gesù è prima nel senso più profondo. Paolo dice che è primogenito di tutta la creazione e precede ogni creatura (cfr. Col 1, 15).
Viene prima di ogni cosa ed è lui il senso profondo di tutto ciò che è creato.
E' un "prima" che precede Giovanni come precede ogni uomo.

"Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele".
Ognuno di noi, anche Giovanni, incontra Gesù, lo scopre, lo conosce grazie alla fede, al dono che il Padre ci fa perché il Figlio lo riveli.

E qui Giovanni rivela ciò che lo aveva mosso nella predicazione e nel desiderio di battezzare i fedeli che accorrevano a lui nel deserto.
Il Padre stesso gli aveva dato una parola da annunciare e un segno: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”.
In mezzo a tanta folla, tra tutti i battezzati, su uno solo si manifesta il segno.
Bello l'annuncio: su Gesù lo Spirito scende e rimane! Ogni istante della vita di Gesù sarà segnata da questo sigillo dello Spirito, che non lo abbandonerà mai, neanche nella sofferenza e nella morte.

"E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio»".
Si può essere profeti, papi, teologi, ma la fede di tutti nasce da una parola e un segno che la mostra vera. Le parole profetiche di Giovanni non sono solo per lui. Gesù riconoscerà la grandezza del precursore, ma "il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui» (Mt 11, 11).
Anche noi possiamo dire nella nostra testimonianza "io ho visto"!
L'Agnello ritto in piedi, vivo e con i segni della passione dell'Apocalisse (cfr. Ap 5, 6) è la visione che attende tutti!

Finalmente Giovanni mostra il Messia, compie la sua missione.
Ora inizia il tempo di evangelizzazione di Gesù: colui che viene nel nome del Signore è stato annunciato dagli antichi profeti e presentato al popolo da Giovanni.
Gesù è in mezzo a noi ma dobbiamo ammettere che noi non lo conosciamo (vedi il brano di ieri che precede i versetti di oggi): per questo abbiamo bisogno che ci venga continuamente incontro nella sua parola e nei suoi segni.
Come ai discepoli di Emmaus la sua parola apra i nostri occhi e il pane spezzato ci faccia entrare in questa meravigliosa realtà dell'Agnello senza macchia che toglie le macchie di tutto il mondo.

Commenti

  1. Io conosco il Signore che mi ha salvata, il suono dei suoi passi mi è familiare: lo vedo venirmi incontro, avanzare fino a toccare la mia debolezza, tenendomi con fermezza al sicuro tra le sue mani.

    Ho esperienza tangibile di un incontro che mi fa ogni giorno più degna e più forte. Un incontro che mi nutre, dà dignità alla finitezza del mio essere creatura, profondità al mio sguardo, densità d’amore al sangue che mi scorre nel corpo.

    È di questo tocco concreto che mi faccio forte quando racconto la nostra storia, le mie parole hanno la forza della verità vissuta: ho visto scendere lo Spirito su questo Signore che anticipa i miei passi e nel suo cuore serba i miei desideri.

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  2. "Ecco l'agnello di Dio". Un titolo notissimo, quasi logorato dall'uso. Ma in che misura è compreso il suo significato? Il termine "agnello" rimanda all' "agnello pasquale" che, sacrificato nel tempio, veniva poi consumato nella cena pasquale, una festa notturna celebrata in famiglia. Evoca, quindi, la liberazione di Israele dalla schiavitù d'Egitto e soprattutto la redenzione messianica, di cui quella dell'Esodo era una figura. In effetti, Giovanni nel racconto della passione di Gesù sottolinea il particolare che non gli vengono spezzate le gambe e in questo fatto vede compiersi la prescrizione riguardante l'agnello pasquale: "Non gli spezzerete alcun osso" (Gv 19, 33.36. cfr Es 12,46). E' evidente il messaggio dell'Evangelista: Gesù è l'Agnello pasquale. Cioè col suo sacrificio ha operato la liberazione definitiva dell'umanità. Nel termine si coglie anche un'allusione al "Servo del Signore" che Isaia, nell'annunciare in anticipo la sua passione, paragona a un "agnello condotto al macello", aggiungendo anche che "portava il peccato di molti (= di tutti)"
    (Ilvo Corniglia)

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  3. Il vangelo ci presenta la rivelazione che Giovanni il Battista riceve da Dio e fedelmente trasmette a quanti vanno da lui per ascoltarlo. Gesù è un discepolo di Giovanni, lo segue (opíso mou: Gv 1,27), stando al vangelo secondo Luca è un cugino nato poco dopo di lui (cf. Lc 1,36). Anche Giovanni è un dono che solo Dio poteva dare (cf. Lc 1,18-20), eppure non conosce l’identità più misteriosa e profonda di Gesù, come confessa: “Io non lo conoscevo”, in parallelo alle parole che aveva rivolto alle folle: “In mezzo a voi sta uno che non conoscete” (Gv 1,26). Solo una rivelazione da parte di Dio può fargli conoscere chi è veramente Gesù, al di là del suo essere “un veniente dietro a me” (Gv 1,26), come il Battista lo definisce.
    (Enzo Bianchi)

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  4. Non dobbiamo mai pensare di avere una conoscenza, un’immagine di Gesù nostra definitivamente acquisita, ma dobbiamo sempre rinnovarla con l’assiduità al Vangelo. Altrimenti, se prevalgono le nostre proiezioni su di lui, anche Gesù può essere per noi un idolo. Non basta affermare: “Ciò che abbiamo di più caro nel cristianesimo è Gesù”, occorre che sia il Gesù che è Vangelo e il Vangelo che è Gesù! Il rischio è confessare un Gesù nostro idolo, manufatto da noi. Solo la confessione che non conosciamo pienamente Gesù ci spinge a conoscerlo invocando la sua rivelazione da parte di Dio.
    (Enzo Bianchi)

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  5. Leggevo anche
    Chi pecca non l'ha conosciuto.

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  6. Giovanni ci invita a rinnovare quella scelta che è al cuore della nostra identità di discepoli:seguire Gesù.per seguirlo serve qualcuno che c'è co indichi e che ci aiuti a decifrare i tratti del suo volto. Poniamoci allora in ascolto di Giovanni perché anche a noi sia rivelato il volto di Gesù. "Ecco l agnello di Dio" questo è il volto di Gesù in quel volto è impresso tutto il duo cammino nel mistero di passione morte e resurrezione. Si tratta per noi di fare la stessa esperienza del Battista: lasciare che il signore venga incontro a noie poter dire:"io non lo conoscevo...ma ora ho visto e ho testimoniato che questi è il figlio di Dio"

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