Prima lettura di domenica 26 gennaio 2020
Hai moltiplicato la gioia
Is 8,23-9,3
"In passato il Signore umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti.
Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Mádian".
Una pagina famosa del profeta Isaia a cui siamo affezionati perché letta nel periodo dell'Avvento, inserita nelle profezie che riguardano l'Emmanuele.
La visione del profeta annuncia e spera in un capovolgimento della storia; è un canto profetico di suggestiva speranza perché nessuno avrebbe previsto il sorgere del giorno del Signore in una terra vicino ai pagani.
"In passato il Signore umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti".
Al centro della visione la Galilea, terra a nord della Palestina, in passato facile preda di Assiri e Babilonesi proprio per la sua posizione di confine.
La terra di due delle dodici tribù dei discendenti di Giacobbe, Zàbulon e Nèftali, era la più disprezzata perché "imbastardita" da matrimoni misti con gente pagana e quindi impura. Il profeta riconosce la sua umiliazione ma annuncia anche un futuro di gloria.
"Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce.
Su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse".
Quando la tenebra è più fitta, la luce erompe con più stupore. Così dalla più profonda oscurità il popolo che annaspava nella confusione è il primo a cui è mostrato il nuovo portato dal Signore.
"Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia".
La porzione del popolo meno illustre, ai confini delle possibilità umane, gioisce in crescendo con l'avanzare del giorno e della luce che dà a tutto un colore nuovo.
Più avanti Isaia mostra come tutta la creazione partecipi a questa gioia incontenibile:
"Esultate, cieli, perché il Signore ha agito;
giubilate, profondità della terra!
Gridate di gioia, o monti,
o selve con tutti i vostri alberi,
perché il Signore ha riscattato Giacobbe,
in Israele ha manifestato la sua gloria" (Is 44, 23).
"Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda".
È la gioia che coglie gli agricoltori quando finalmente il frutto del duro lavoro è pronto per essere abbondantemente raccolto; è il grido dei guerrieri rimasti vivi nella cruenta battaglia mentre portano via il bottino dei vincitori.
Niente più miseria e fallimento sui volti degli abitanti della Galilea, primizia di tutti i popoli su cui sorgerà la gioia.
"Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Mádian".
La profezia continua con le immagini, richiamando una proverbiale vittoria riportata da Gedeone sui madianiti (cfr. Gdc 6, 11-21), dono dell'azione di Dio in favore del suo popolo povero e umile.
Come allora la vittoria era stata un miracolo inaspettato, così la terra potrà rialzare il capo, liberata dalla schiavitù ad opera del Signore.
Il giogo era la sbarra messa sul groppone delle bestie che dovevano arare. Le persone sono trattate da bestie e oppresse con un lavoro senza sosta. La prima schiavitù egiziana e la seconda babilonese, non sono che paradigmi delle terribili schiavitù che hanno oppresso miliardi di persone. Per tutti, il grande profeta della speranza, mostra la salvezza che arriverà piena nel Cristo.
Cosa "vede" Isaia nel futuro di Israele?
Vede il giorno del Messia che sorgerà nel nascondimento e gradatamente iniziando dai più umili, dagli impuri, dagli esclusi.
È una profezia che il Vangelo Matteo riprende con forza annunciando il sorgere del maestro che viene dalla Galilea, il Salvatore di ogni uomo (Mt 4, 12-17)
Nel vangelo di Giovanni è ricordata una domanda a proposito di Gesù: "Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?" (Gv 1, 46), per sottolineare quanto grande fosse la diffidenza per tutto ciò che veniva dalla semi-pagana Galilea.
Isaia ci spinge ad abbandonare i nostri preconcetti sul Signore, la schematicità della salvezza destinata ad alcuni e preclusa alla maggior parte dell'umanità.
Contro ogni aspettativa e calcolo umano il Signore sceglie di illuminare prima gli umili, di iniziare da loro un cammino di grazia.
Proprio chi è senza meriti e senza speranza si accorge per primo che quel grido nelle tenebre ha le orecchie attente del Signore ad ascoltarlo.
La prima lettura, tratta dal profeta Isaia – dai capitoli 7-12 definiti “Libro del Dio-con-noi (’Immanuel) –, ci annuncia l’azione di un uomo chiamato appunto Emmanuele, un bambino nato come dono di Dio (cf. Is 7,10-14), il quale regnerà portando liberazione e pace. La sua azione inizia proprio a partire dalle regioni più a nord della terra santa, quelle di Zabulon e di Neftali, che erano state umiliate dagli Assiri con l’invasione del 722 a.C. Proprio questa terra divenuta impura, chiamata Galilea delle genti pagane, precipitata nelle tenebre di morte, vedrà per prima la luce della liberazione. In essa, infatti, risuonerà il primo annuncio della buona notizia da parte di Gesù, come testimonia il vangelo secondo Matteo.
RispondiElimina(Enzo Bianchi)
«I popoli immersi nelle tenebre», la «Galilea delle genti», vedono sorgere su di loro la grande Luce. Terre occupate, terre avvilite, terre oggetto di maledizione finché restavano nemiche, o anche soltanto limitrofe del popolo eletto. Ora per la salvezza, per il messaggio di Cristo, i confini non esistono più, non vi sono più stranieri: tutti, Zàbulon, Nèftali, distretto dei gentili, diventano «popolo che Dio si è acquistato, sacerdozio regale, nazione santa» (1 Pt. 2,9); non solo: diventano via, luogo di passaggio, verso il mare, un al di là, sempre più avanti, superamento senza fine.
RispondiElimina(cercoiltuovolto.it)
Senza alcun merito
RispondiEliminaHo....
"coloro che abitavano in terra tenebrosa
RispondiEliminauna luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete...." Grazie mio Dio per la Luce, grazie mio Dio per la gioia... Che abbondante spargi sulla mia strada, nella mia vita.GRAZIE