Prima lettura del 9 gennaio 2020

Dio ci ha amati così!
1Gv 4,11-18

"Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi.
In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.
In questo l’amore ha raggiunto tra noi la sua perfezione: che abbiamo fiducia nel giorno del giudizio, perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo.
Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore".


Continua la catechesi di Giovanni su Dio Amore e ciò che questo amore opera nella nostra vita. Il tema centrale di questa pagina è la riflessione su amore e paura, due realtà che spesso si scontrano creando grande turbamento interiore. Pensiamo quanto la paura di Dio influenza il nostro rapporto con lui e la nostra preghiera; anche in questo le parole di Giovanni portano luce.

"Se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri".
Questo inizio del brano è pieno di meraviglia : "Se Dio ci ha amati così"!
Veramente stravolgente questo amore che stupisce Giovanni e stupisce noi!

Ieri, nel brano precedente, abbiamo visto come Giovanni annuncia questo amore: sgorga per primo da Dio e ci raggiunge nel Figlio che è morto affinché il peccato non ci uccidesse.
Da questo amore immeritato, il nostro cuore si apre ai fratelli che prima venivano visti come rivali e invece l'amore li converte ai nostri occhi in amati e necessari alla nostra vita.

"Nessuno mai ha visto Dio".
Come già annunciato nel prologo del suo Vangelo (cfr. Gv 1, 18) Giovanni ribadisce una caratteristica fondamentale è ineludibile del nostro rapporto con Dio. Tante immagini bibliche ricordano che di Lui possiamo percepirne la presenza, come un amante nascosto, come un profumo familiare, come una parola in cui riconosciamo la sua voce, senza però mai vederne il volto, anche se questo è il desiderio più profondo di ogni uomo.
La sua presenza invisibile rimane però sperimentabile nell'amore reciproco: "se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi".

"In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito".
Il dono dello stesso Spirito di Dio rende evidente che noi siamo in lui e lui in noi!
Dio non dona regali in denaro, non dona beni che periscono: dona se stesso e questo non finisce ed è per sempre. Noi eredi di questo Padre: cosa potremmo chiedere in aggiunta?

"E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo".
Qui Giovanni grida al mondo la sua testimonianza: ha visto e testimonia l'amore del Padre che ha mandato suo Figlio, per noi, per la salvezza del mondo intero, per dare senso alla creazione.
Quante volte ripete questa affermazione il Nuovo Testamento senza stancarsi mai e noi dobbiamo farci eco di questa parola all'umanità del nostro tempo!

"Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio".
Giovanni insiste in questa inabitazione reciproca. Il Signore non è lontano ma rimane, stabile, senza andar via ad ogni nostra caduta, senza offendersi delle nostre mancanze inevitabili.
Lui che ci conosce profondamente e ci ama, sa che l'unica cura al nostro pessimismo nella salvezza è rimanere in noi e attrarci a lui, continuamente!
Riconoscere che Gesù è il Figlio mandato per noi ci fa rimanere nell'amore di Dio, anzi di più, dire con la bocca che Gesù Cristo è il Signore, è fonte di salvezza: "Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo". (Rm 10, 9)
È questa la radice vera di ogni contemplazione cristiana del mistero di Dio. Non siamo spettatori distanti ma "in lui", dentro ciò che ascoltiamo e contempliamo, come i pesci nel mare.

"E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui".
Dio è amore e noi chi siamo? Noi siamo quelli che hanno "conosciuto e creduto" a questo amore.
Conoscere è fare esperienza, credere è dare credito e camminare con questa forza che che ci fa sicuri e felici. Rimanere fiduciosi in questo amore diventa la roccia della nostra vita e niente può più separarci dall'amore di Dio (cfr. Rm 8, 35-39)

L'amore di Dio per noi raggiunge il suo culmine in questa esperienza: "che abbiamo fiducia nel giorno del giudizio, perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo".
Giovanni lo dà per assodato, ma fiducia e giudizio non sono un binomio abituale nel nostro cuore e nel nostro linguaggio. Troppo spesso parliamo di giudizio sganciandolo da questa buona notizia; non stiamo però parlando come il Vangelo, ma spinti dal terrore di non farcela a salvarci, come se dipendesse da noi!

"Nell’amore non c’è timore"!
Finalmente la bella conclusione a cui arriva Giovanni è di grande consolazione e speranza. Lui lo sa bene: quante volte lo ha sentito dal Maestro prima e dopo la resurrezione: "Non temete!" (Mt 10, 24) o "Non abbiate paura" come esortava sempre Giovanni Paolo II.
Quando amo veramente ogni paura scompare e il mio cuore è colmo di fiducia e di speranza nuova.

"L’amore perfetto scaccia il timore".
Perfetto è quell'amore che è Dio e che conosco dandogli credito. Questo amore scaccia la paura di Dio dal mio cuore sospettoso e sempre timoroso.
E questo "perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore". Che terribile il binomio Dio-castigo, continuamente sbandierato in certe catechesi!

Ancora un volta Paolo dice con altre parole lo stesso meraviglioso Vangelo:
"Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi!" (Rm 8, 31-34).

Il Vangelo è inconfondibile e smaschera tante immagini inconsistenti che hanno fatto di Dio un mostro contro l'uomo, come se sia preoccupato solo di castigarci nel modo più puntiglioso possibile.
La Parola è l'antidoto alla paura; avere queste parole luminose ben fisse nel cuore ci impedisce di nasconderci, come Adamo, davanti a Dio che ci cerca.
Ancora una volta possiamo esultare con Giovanni, credendo e ripetendoci che veramente il Signore ci ha amati così!

Commenti

  1. Custodendo il dono di Dio che è l’amore noi rimaniamo in piena comunione con Dio. I vers.15-16 ci regalano una rapida e mirabile sintesi della vita cristiana! Questa vita cristiana è esperienza dell’amore di Dio per l’umanità: “Noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi”. Così io spiegherei quell’ “in noi” del ver.16.
    La comunione d’amore con Dio apre un meraviglioso orizzonte di fiducia e allontana la paura del giudizio divino. Siamo consapevoli di tutte le nostre carenze, che sono, come ormai ci sembra di vedere chiaramente, mancanze d’amore. Ma il poter avvicinare la nostra umile storia alla vita e all’insegnamento di Gesù ci sostiene nello sperare per noi la sua stessa sorte. 
    (Giovanni Nicolini)

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  2. Nella vita, siamo stati tutti innamorati e ci siamo abbandonati all'altro o all'altra con piena fiducia, certi che nulla di male ci potesse accadere. Abbiamo vissuto la  relazione sentimentale senza paura, senza pregiudizi, perché era un amore puro. Così è l'amore per Dio, un amore perfetto, senza paura di nulla, né del presente né del futuro, perché è un sentimento che non viene dalla nostra natura, ma dall'opera di Dio in noi. Neanche il giorno del giudizio ci spaventa più (17), perché il giudizio non è per noi, ma per coloro che hanno rifiutato la redenzione di Dio attraverso la persona di Gesù Cristo. Amore e paura non possono coesistere come l'acqua e l'olio. Non possiamo amare Dio, accostarci a Lui e allo stesso tempo nasconderci da Lui per paura (Ro 8:14-15; 2 Ti 1:7), perché la paura preannuncia o implica un castigo o una punizione, che non è per noi, in quanto figli di Dio perdonati.
    (Aldo Palladino)

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  3. "Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi.
    In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo.... .......E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui....Alleluia!!!!

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  4. Grande liberazione
    Vivere senza paura
    Di questo mi devi liberare definitivamente

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  5. "Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi!" (Rm 8, 31-34).

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