Salmo del 20 giugno 2020

La sterile ha partorito
1Sam 2,1.4-8

"Il mio cuore esulta nel Signore,
la mia forza s’innalza grazie al mio Dio.
Si apre la mia bocca contro i miei nemici,
perché io gioisco per la tua salvezza.


L’arco dei forti s’è spezzato,
ma i deboli si sono rivestiti di vigore.
I sazi si sono venduti per un pane,
hanno smesso di farlo gli affamati.
La sterile ha partorito sette volte
e la ricca di figli è sfiorita.

Il Signore fa morire e fa vivere,
scendere agli inferi e risalire.
Il Signore rende povero e arricchisce,
abbassa ed esalta.

Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero,
per farli sedere con i nobili
e assegnare loro un trono di gloria".

Il salmo responsoriale della liturgia di oggi, ci propone il bellissimo canto di lode intonato da Anna, mamma di Samuele, per ciò che ha visto con i suoi occhi: la sua sterilità è stata inondata dalla potenza misericordiosa del Signore; nel suo grembo che si apriva alla vita ha scoperto la sua fecondante misericordia del suo aiuto.

"Il mio cuore esulta nel Signore,
la mia forza s’innalza grazie al mio Dio".

Anna si sentiva ormai inaridire, destinata alla tomba senza aver potuto generare un figlio. Era la condizione più misera per le donne che nell'antichità avevano come unico compito quello di generare e accudire una famiglia.
Anna è trasfigurata: il cuore danza e la ritrovata energia vitale la fanno una donna piena di gioia.
La lode è il primo sintomo di chi si riscopre figlio amato e protetto.

"Si apre la mia bocca contro i miei nemici,
perché io gioisco per la tua salvezza".

Finalmente la voce di chi la umiliava per la sterilità tace. Si ode solo il canto di chi si scopre risollevata e salvata dal Signore.

Penso a Zaccaria, relegato nella vergogna con sua moglie Elisabetta per una gravidanza nella vecchiaia e per un segno negativo come il mutismo dopo il servizio al tempio. La nascita del figlio apre entrambi alla gioia e alla lode.

"L’arco dei forti s’è spezzato,
ma i deboli si sono rivestiti di vigore.
I sazi si sono venduti per un pane,
hanno smesso di farlo gli affamati".

E' un antesignano del Magnificat questo inno di Anna!
La freccia era già messa nell'arco, pronta per essere scagliata e uccidere: ma l'arma si è spezzata nelle mani di chi si credeva forte.
Questa è l'opera del Signore, che interviene per rovesciare le sorti della storia. Gli umili e i perdenti erano mercé di chi li comprava per un nulla, la loro vita valutata meno di un pane solo!
E' una denuncia forte quella del brano e ricorda quella di Amos che vede poveri resi schiavi e comprati al prezzo di un paio di sandali (cfr. Am 8,6).
Come non pensare alle storie che i nostri nonni ci hanno raccontato o a quelle che ascoltiamo esterrefatti nei TG di tutti i giorni!
Chi si prenderà cura di tanta umanità sofferente?
Anna si apre alla profezia e annuncia: i ricchi sono venduti in schiavitù per debiti, mentre i poveri non passano più per questa terribile umiliazione!

"Il Signore rende povero e arricchisce,
abbassa ed esalta".

È lui il principale protagonista del misterioso gioco della vita. Lui fa la fortuna di chi non ha nulla o l'educativa miseria dei suoi figli ricchi di un potere che passa senza lasciare traccia.
Le sorti della storia umana sono nelle sue mani, secondo una paterna sapienza che si prende cura delle debolezze di tutti..

"Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero,
per farli sedere con i nobili
e assegnare loro un trono di gloria".
Il Signore proprio non si arrende al nostro modo ingiusto di trattare i fratelli, specie i più indifesi!
Risolleva coloro che la società ha umiliato e fa sedere tra i potenti le pietre scartate e messe ai margini.
E' questa la logica dell'annuncio di Cristo, pietra di inciampo contro cui si sfracellano i progetti degli uomini (cfr. Rm 9,32-33) e pietra angolare meravigliosa per chi legge la storia con gli occhi della fede (cfr. Mt 21,42).

"La sterile ha partorito sette volte
e la ricca di figli è sfiorita".

Anna lo può dire con certezza: la sterile, simbolo d'Israele che sembra inaridito, ma che ha in sé il seme della promessa fatta ai padri, tornerà a partorire in pienezza (sette volte) e a far germinare il Salvatore! (cfr. Is 45,8)
Dalla vecchiaia di Abramo e dal grembo arido di Sara, ormai arresa alla sua sterilità, era nato il patriarca Isacco: non un figlio qualunque ma il simbolo, il sacramento che rivelava la potenza fecondante, di generazione in generazione, della promessa divina che sarebbe arrivata al Cristo.

"Il Signore fa morire e fa vivere,

scendere agli inferi e risalire".
Concludo con una delle frasi più belle e coraggiose di tutta la Scrittura.
Il Signore è padrone di vita e morte, sono entrambe nelle sue mani. Lui è Signore della storia e conduce ogni cosa verso il suo progetto.
Anna, Sara, Elisabetta, Maria e tante donne della Scrittura sanno nella loro carne che questo progetto porta alla pienezza di vita.
"Anche se camminassi in una valle oscura", anche se dovessi scendere nella morte, so che il Signore fa risalire alla luce!
Questa la consapevolezza che si fa strada nel cuore di chi ha toccato con mano impossibilità, sterilità, limite, morte, e, solo per grazia di Dio, ne è uscito vivo e vivificante per i fratelli!

Commenti

  1. "Il Signore fa morire e fa vivere, scendere agli inferi e risalire". Quanta fede in questa affermazione così lapidaria. Vita e morte stanno saldamente nelle mani del Dio vivente. Mi torna in mente Paolo che dice: "sia che moriamo sia che viviamo siamo del Signore". Il Signore fa morire: penso a Mosè che muore per obbedienza alla chiamata ultima del Signore; penso a Simeone che chiede al Signore di lasciarlo andare verso il passaggio della morte. Non moriamo per caso, come non nasciamo per caso. Il Signore che ci chiama alla vita, ci chiama a passare per la morte.

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  2. "ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati" Lc.1,52-53... È un altra la tua logica Signore ... Sovvertì la logica del mondo e ne instauri un altra:la tua logica ! Spezzi l arco dei forti rinvigorisci i deboli...tu fai morire e fai vivere scendere e risalire dagli inferi... Morte e vita...debolezza e forza non seguono la logica del mondo, ma mi avviano alla tua logica . Credo, mi abbandono a Te, in Te

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  3. Se non muoio non porto frutto.
    È necessario abbassarmi, patire, redimermi
    Altrimenti dove arrivo con la vanagloria...
    Stai con me❤️

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