Salmo del 5 giugno 2020

Donami la grazia
Sal 119 (118),20-29

"20 Io mi consumo nel desiderio
dei tuoi giudizi in ogni momento.

21 Tu minacci gli orgogliosi, i maledetti,
che deviano dai tuoi comandi.

22 Allontana da me vergogna e disprezzo,
perché ho custodito i tuoi insegnamenti.

23 Anche se i potenti siedono e mi calunniano,
il tuo servo medita i tuoi decreti.

24 I tuoi insegnamenti sono la mia delizia:
sono essi i miei consiglieri.

25 La mia vita è incollata alla polvere:
fammi vivere secondo la tua parola.

26 Ti ho manifestato le mie vie e tu mi hai risposto;
insegnami i tuoi decreti.

27 Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò le tue meraviglie.

28 Io piango lacrime di tristezza;
fammi rialzare secondo la tua parola.

29 Tieni lontana da me la via della menzogna,
donami la grazia della tua legge".


Anche oggi la liturgia ci propone alcuni versetti del Salmo 119.
È il salmo che canta la legge del Signore, la sua Parola, i suoi decreti.
Lungo i suoi 176 versetti, in tanti modi rende grazie al Signore per le meraviglie della sua Parola.
Il nostro brano fa parte di questo canto di benedizione e segue quelli già meditati in questo blog il 07 marzo e il 27 aprile di quest'anno.

"Io mi consumo nel desiderio
dei tuoi giudizi in ogni momento".

Il desiderio dei desideri è il Signore e la sua Parola.
Il salmista si presenta come un amante che si consuma per l'Amato, è infatti questo il linguaggio e l'intensità del desiderio.
L'amore per la Parola e per i giudizi del suo Dio è il centro della vita di questo credente.
I giudizi sono donati dalla bocca del Padre affinché la vita proceda sicura, guidata e aiutata nelle scelte.
In un altro Salmo è detto chiaramente che:
"i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti,
più preziosi dell'oro, di molto oro fino,
più dolci del miele e di un favo stillante" (Sal 18,10-11).


"Tu minacci gli orgogliosi, i maledetti,
che deviano dai tuoi comandi".

Minacciare, correggere, umiliare chi si sente superiore alla Parola, sono i modi del Signore per correggere i figli che si buttano inconsapevoli nella morte. Il Signore della vita desidera per i suoi figli vie di bene e fa di tutto per recuperarli quando se ne allontanano.
Paolo userà questo stesso criterio per indirizzare il vescovo Timoteo nella guida dei fedeli a lui affidati: "Annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento" (2Tim 4,2).

"Allontana da me vergogna e disprezzo,
perché ho custodito i tuoi insegnamenti"

Il sapiente che si nutre della Parola di Dio è spesso oggetto di disprezzo da parte degli altri che lo giudicano illuso debole. Per questo cade vittima della sua stessa vergogna nel sentirsi diverso da tutti gli altri che seguono altre vie.
Il Signore libera da questi ostacoli e rende il fedele gioioso nel custodire le parole vitali.

"Anche se i potenti siedono e mi calunniano,
il tuo servo medita i tuoi decreti".
Coloro che detengono un potere, vedono come un pericolo questa persona libera dai loro inganni. Per questo cospirano, seduti, cioè organizzando una persecuzione, con tranelli per frenarne l'ardore.
Ma niente scoraggia o ferma il salmista dal suo impegno di meditare giorno e notte la Parola divina.

"I tuoi insegnamenti sono la mia delizia:
sono essi i miei consiglieri".

I consiglieri di questo pio israelita non sono i potenti e quelli che cercano di sopraffare gli uomini per il loro tornaconto.
Egli trova la sua delizia, cioè una gioia superiore ad ogni altra, nello stare col Signore, nell'ascoltare e orientare il cammino sulla stella polare che lo guida.

"La mia vita è incollata alla polvere:
fammi vivere secondo la tua parola.
Ti ho manifestato le mie vie e tu mi hai risposto;
insegnami i tuoi decreti".

La situazione è difficile, il salmista si sente schiacciato a terra da problemi che incombono.
Ma nella preghiera ha rimesso tutto nelle mani del Padre che non ha fatto attendere il suo sostegno.
Il Signore stesso di prende cura ed istruisce il suo fedele nella prova.

"Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò le tue meraviglie".

Ancora una volta il Salmo da voce al desiderio di ascoltare la voce del Signore nella sua Parola e poter trascorrere del tempo a meditare felice le meraviglie che il Signore compie con la forza della sua Parola.

"Io piango lacrime di tristezza;
fammi rialzare secondo la tua parola".

Solo la parola del Signore dà vera consolazione e dona la forza di rialzarsi dall'afflizione.

"Tieni lontana da me la via della menzogna,
donami la grazia della tua legge".

È una preghiera che ricorre spesso nella Bibbia. La menzogna cioè l'idolatria, è un rischio che ogni credente corre continuamente.
Solo il Signore può allontanare questo pericolo con una relazione rivelativa di se stesso che rende vana, effimera, la potenza immaginaria degli idoli.

Per noi uomini moderni ogni legge, comandamento, obbligo, ci suona come una privazione della nostra libertà e quindi automaticamente ce ne dissociamo, preferendo i nostri criteri di discernimento.
Non è così per la sapienza biblica che vede in essi la via sicura da percorrere verso il bene proprio e dei fratelli.
E' lunga per noi la strada per fidarci delle correzioni e dei giudizi di un Padre.
La Parola dei Salmi e di tutta la Scrittura ci aiutino a riconoscerci deboli e bisognosi della grazia che sgorga dalla sua bocca per curarci e farci crescere.

Commenti

  1. ""pieno compimento della legge è l amore".rom13,10. "Il mio giogo è dolce il mio carico leggero". mt 11,30 preghiamo: ti rendiamo
    grazie o Dio, perché obbedendo di cuore al tuo 8nsegnamento, liberati dal peccato siamo diventati servi della giustizia per la nostra santificazione, in Cristo Gesù nostro Signore

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  2. La mia vita è incollata alla polvere:
    fammi vivere secondo la TUA PAROLA


    La mia quotidianità,è faticosa ,pesante ,spesso,la trascino per "terra";
    aiutami a discernere nelle SCELTE secondo la TUA Logica,così da alleggerirmi.
    Amen

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  3. Unico, certo, per la sua lunghezza: è composto infatti da 176 versetti divisi in 22 strofe di otto versetti ciascuna. Ma unico anche, ha spiegato il Papa Benedetto XVI, per «la peculiarità di essere un "acrostico alfabetico": è costruito, cioè, secondo l’alfabeto ebraico, che è composto di 22 lettere. Ogni strofa corrisponde ad una lettera di quell’alfabeto, e con tale lettera inizia la prima parola degli otto versetti della strofa. Si tratta di una costruzione letteraria originale e molto impegnativa, in cui l’autore del Salmo ha dovuto dispiegare tutta la sua bravura». Se queste possono essere semplici curiosità storiche e letterarie, «ciò che per noi è più importante è la tematica centrale di questo Salmo: si tratta infatti di un imponente e solenne canto sulla Torah del Signore, cioè sulla sua Legge».

    Ma che cos'è la Legge? Si tratta di «un termine che, nella sua accezione più ampia e completa, va compreso come insegnamento, istruzione, direttiva di vita; la Torah è rivelazione, è Parola di Dio che interpella l’uomo e ne provoca la risposta di obbedienza fiduciosa e di amore generoso». Contro una certa visione caricaturale dell'Antico Testamento, non si tratta di un mero catalogo di divieti: «la Legge divina non è giogo pesante di schiavitù, ma dono di grazia che fa liberi e porta alla felicità». Lo afferma con chiarezza il nostro Salmo: «Nei tuoi decreti è la mia delizia, non dimenticherò la tua parola» (v. 16); «Guidami sul sentiero dei tuoi comandi, perché in essi è la mia felicità» (v. 35); e ancora: «Quanto amo la tua legge! La medito tutto il giorno» (v. 97). Certo, la gioia nasce da un serio impegno a vivere nella verità, comprendendo la gravità del peccato: «Ripongo nel cuore la tua promessa per non peccare contro di te» (v. 11); «Gli orgogliosi mi hanno coperto di menzogne, ma io con tutto il cuore custodisco i tuoi precetti» (v. 69).
    (lanuovabq.it)

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