Seconda lettura di domenica 28 giugno 2020
Così anche voi
Rm 6,3-4.8-11
"Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?
Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.
Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù".
Paolo scrive ai Romani richiamando il senso profondo del battesimo e la nostra partecipazione alla morte di Gesù.
È questa l'origine della mistica cristiana e per questo ogni cristiano è mistico: il segno sacramentale ci permette di vivere un'immersione profonda nella verità del Cristo.
"Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?"
È in realtà una affermazione travestita da domanda e la risposta non è ovvia!
Conosciamo tutti il battesimo, lo abbiamo ricevuto da piccoli, lo abbiamo chiesto per i nostri figli, ma questo che è il primo sacramento e non a caso, spesso è misconosciuto da molti cristiani.
La parola greca "báptisma" significa “immersione”.
La frase di Paolo quindi è più comprensibile così: siamo stati immersi in Cristo Gesù perché inabissati, inzuppati, impregnati e penetrati dalla sua morte!
L'atto primo del nostro venire alla fede è "affogare", sprofondare nella morte di Cristo, che è causa prima della nostra salvezza!
Non ci poteva fare dono più grande la Chiesa all'inizio della vita: di poterci chiamare "cristiani", cioè farci suoi!
Immersi nella sua morte partecipiamo profondamente alla sorte del Messia che dalla morte è passato vittorioso, distruggendola!
Lo sappiamo? Questa pagina di Paolo ce lo ricorda e ci fà riappropriare di quel dono radicale.
"Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte".
Ecco cos'è avvenuto: eravamo nati da poco eppure siamo stati fatti partecipi della sua sepoltura, nascosti con Cristo in Dio!
E' il passaggio del Sabato Santo che il Cristo ha vissuto attravesando nel silenzio le tenebre. Quel sepolcro murato dal di fuori ha decretato la seconda entrata trionfale del Salvatore nella nostra condizione umana.
Se l'incarnazione e la nascita a Betlemme avevano sacralizzato la carne e l'entrata nella vita di ogni uomo, la sua sepoltura ha sacralizzato l'entrata nella morte di tutti!
"Affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova".
Paolo fa un passaggio fondamentale: credere che Cristo ha abbracciato tutto di noi, rivaluta ciò che pensavamo la fine di tutto, quello che avevamo temuto come l'ultimo e invincibile nemico.
La resurrezione squarcia quell'orizzonte di morte che avevamo davanti come ultima tappa, aprendo lo sguardo su un'alba nuova, il giorno di Pasqua di resurrezione.
Già fin da piccoli la morte nel battesimo ci ha resi liberi di camminare da risorti!
"Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui".
Ecco la buona notizia: la morte è stata depotenziata da un uomo, non lo può trattenere nelle tenebre!
Nell'immersione sacramentale abbiamo già vissuto la morte e ne siamo risaliti vivi, con la veste bianca, quella del Vincitore!
Se siamo già morti, siamo anche risorti e viventi con lui.
Un'evidenza colpiva tutti quelli che sentivano parlare Gesù: la sua libertà dalle logiche contorte e mortali del mondo, la sua serenità di fronte alle autorità che volevano annientarlo, la sua fermezza ad andare verso la morte.
Gesù aveva già scelto: per la nostra salvezza aveva rinunciato ad ogni prerogativa, ad ogni privilegio, si era già "immerso" in Dio all'inizio del suo ministero nel Giordano, non temeva più la morte!
"Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio".
Questo paragone tra il danno mortale del peccato, limitato, e il dono di Dio immenso che dura per sempre è un passaggio fondamentale!
Se, come abbiamo detto, la morte non ci può "uccidere" più, non lo può fare neanche il peccato!
Ecco perché affermiamo che nel battesimo è tolto il peccato originale: quell'incapacità di fare il bene che vorremmo, è perdonata alla sua radice, prima che ogni atto, che deturpi il nostro essere figli e fratelli, si possa compiere.
Se Adamo era stato trascinato dal peccato nella morte, il nuovo Adamo, distruggendo la morte, ha trascinato tutti fuori dal peccato.
"Così anche voi".
È la logica di tutto il discorso di Paolo: per il battesimo noi come Gesù!
E ci viene dato da piccoli questo tesoro affinché non possiamo dubitare che sia frutto del nostro impegno.
E' puro dono del Dio vivente che ci precede, è la nostra eredità che ci ha resi figli nel Figlio, che nessuno può toglierci, elargita già alla nascita! (cfr. Rm 8, 17)
Come lui, noi! Chi lo avrebbe detto di poter arrivare a tanto! Nessuno! Solo la Scrittura e gli apostoli ce lo potevano annunciare!
"Consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù".
Proprio come Gesù, che è morto per il peccato e noi con lui, ora possiamo e dobbiamo considerarci viventi per Dio.
Una volta solo è morto a causa del peccato ma per sempre è il Vivente alla destra del Padre.
Per questo Paolo si azzarda ad affermare: "Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù" (Ef 2, 6).
Noi siamo nel luogo del Figlio, già nella gloria, già nel Padre!
Ho parlato di mistica, perché Paolo non ci sta dicendo cosa saremo nel mondo futuro, in paradiso, ma quale è la nostra realtà più vera oggi, fin da questo tempo di fatica e di lotta.
Nel mistero, nel segreto, immersi in Dio noi siamo altri Cristi resi tali da un dono semplice e immeritato: il battesimo che ci ha immersi in Cristo e attraverso di lui in Dio Padre.
Uno dei segni del battesimo è proprio l'unzione con l'olio crismale, segno del nostro essere partecipi della missione e della risurrezione dell'Unto, del Messia, del Cristo, tre parole provenienti da tre lingue diverse che dicono la stessa realtà.
Consacrati come Gesù al Padre, siamo tutti per lui, certi della Pasqua che ci ha fatti uscire dalle acque della morte e ci ha resi capaci di essere attirati a lui.
Con lui morti, con lui sepolti, con lui risorti!
"Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte". Un immagine che non ti aspetti. Parlare del mistero della vita nello spirito come una sepoltura. Invece è una luminosa chiave di lettura del nostro oggi. Sono stato liberato dalla morte, dal peccato, da ogni legame con il potere di questo mondo e se minl fermo a guardarmi dentro tutto questo non è evidente.
RispondiElimina"Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria", scrive Paolo ai Colossesi (3,3-4). La mia vita, quella nuova, quella che è puro dono, è nascosta. Attende di manifestarsi, di venire completamente alla luce, secondo la promessa di Gesù che "non c'è niente di nascosto che non sarà rivelato". Il mio oggi evidente, quotidiano, "normale", custodisce nel nascondimento una vita, come in un grembo, che è già mia ma che attende di venire alla luce. Sono il terreno con il tesoro sepolto. Sono la notte a cui seguirà l'aurora. Sono seme sepolto pronto per venire alla luce nella vita.
E in questa morte nella quale il battesimo mi seppellisce in Cristo ha inizia nella consapevolezza il grande viaggio verso e dentro la vita eterna. Viaggio che non avrà più fine pur passando il guado della vita terrena con la vita per sempre, morte che spogliandoci della carne ci permetterà di essere per sempre nella vita in Dio
RispondiEliminaTutto è per la nostra realizzazione
RispondiEliminaPer questo dobbiamo PRIMA morire a noi stessi, mettere a tacere le nostre incredulità, le nostre titubanze, meschinità... che ci tarpano le ali della LEGGEREZZA, del vivere fiduciosi, in LUI
AMEN
Mi scrive suor Mirella Muià:
RispondiEliminaEssere immersi nella morte di Cristo non è l'immersione nella morte dell'uomo Gesù, ma nel dono della vita che proviene da Dio. Quella morte è l'atto d'amore che solo Dio può compiere. In esso non solo la morte umana, ma anche la vita, sono trasformate ricevendo il seme dell'amore eterno, di cui l'umano, che pure è stato creato per portare l'amore di Dio nel mondo, non è più capace.. Così si compie in noi questa parola del vangelo di oggi:" Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà..".