Salmo del 2 maggio 2019


Questo povero grida e il Signore ascolta.
Sal 34 (33)

"1 Di Davide. Quando si finse pazzo in presenza di Abimèlec,
tanto che questi lo scacciò ed egli se ne andò.

Alef 2 Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.

Bet 3 Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Ghimel 4 Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.

Dalet 5 Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

He 6 Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.

Zain 7 Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

Het 8 L'angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.

Tet 9 Gustate e vedete com'è buono il Signore;
beato l'uomo che in lui si rifugia.

Iod 10 Temete il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.

Caf 11 I leoni sono miseri e affamati,
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene.

Lamed 12 Venite, figli, ascoltatemi:
vi insegnerò il timore del Signore.

Mem 13 Chi è l'uomo che desidera la vita
e ama i giorni in cui vedere il bene?

Nun 14 Custodisci la lingua dal male,
le labbra da parole di menzogna.

Samec 15 Sta' lontano dal male e fa' il bene,
cerca e persegui la pace.

Ain 16 Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.

Pe 17 Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.

Sade 18 Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.

Kof 19 Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.

Res 20 Molti sono i mali del giusto,
ma da tutti lo libera il Signore.

Sin 21 Custodisce tutte le sue ossa:
neppure uno sarà spezzato.

Tau 22 Il male fa morire il malvagio
e chi odia il giusto sarà condannato.

23 Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia".


Salmo molto ricco dal punto di vista letterario, composto in modo che ogni versetto si apra con la corrispondente lettera in successione dell'alfabeto ebraico. 
Tutto il libro dei salmi, in ebraico "theillim", è un libro di lode e il salmo di oggi è, appunto, un inno molto bello, forse cantato da un solista nelle liturgie.
Attribuito a Davide, figlio di Iesse, secondo re d'Israele, dopo Saul, che regnò durante la prima metà del X secolo a.C.
Ben 4 libri della bibbia si occupano delle vicende della sua vita avventurosa (primo e secondo libro di Samuele, primo libro dei Re e primo libro delle Cronache).
Da ragazzo era pastore e molto gracile rispetto ai suo fratelli; dopo l'unzione da parte del profeta Samuele (messia, unto) diventò grande guerriero, suonatore di cetra, poeta e autore di molti salmi; descritto nella Bibbia come peccatore e credente; personaggio capace di grandi crudeltà e generosità, astuto re ma capace di riconoscere comunque i propri grandi errori.


Come abbiamo già visto nella Prima Lettura del 24 febbraio 2019, Davide sta scappando da Saul che lo cerca per ucciderlo, non accettando che sia stato unto come suo successore sul trono d'Israele. Nel suo peregrinare cerca anche rifugio presso il re dei filistei Achis, ma i ministri lo accusano di essere stato loro acerrimo nemico e Davide, temendo di perdere la vita, si finge pazzo.
Questo è l'episodio da leggere dal primo libro di Samuele:
"Quel giorno Davide si alzò e si allontanò da Saul e giunse da Achis, re di Gat. I ministri di Achis gli dissero: "Non è costui Davide, il re del paese? Non cantavano a lui tra le danze dicendo: "Ha ucciso Saul i suoi mille e Davide i suoi diecimila"?".
Davide si preoccupò di queste parole e temette molto Achis, re di Gat. Allora cambiò comportamento ai loro occhi e faceva il folle tra le loro mani: tracciava segni strani sulle porte e lasciava colare la saliva sulla barba. 
Achis disse ai ministri: "Ecco, vedete anche voi che è un pazzo. Perché lo avete condotto da me? Non ho abbastanza pazzi io, perché mi conduciate anche costui per fare il pazzo davanti a me? Dovrebbe entrare in casa mia un uomo simile?". Davide partì di là e si rifugiò nella grotta di Adullàm" (1Sam 21, 10 - 22,1).


Questa esperienza, di fuga e salvezza continua, rafforza in Davide la certezza che nel Signore deve riporre la sua vita, Lui che lo ha scelto per essere pastore e re d'Israele, non lo farà perire perché "non sarà condannato chi in lui si rifugia", recita la conclusione del Salmo.
Chi è il Dio a cui Davide affida la sua vita ed innalza la sua lode? È il Salvatore! Un Dio che si prende cura di chi si rifugia in lui.
Tutto il salmo è un canto di gratitudine perché il Signore aiuta i poveri proprio quando sembrano senza via d'uscita.
Anche se i problemi sussistono, il credente, cresciuto a questa scuola di vita, impara a fidarsi del Signore e a riporre in lui la sua gioia, che inaspettatamente lo riempie nonostante le avversità.

L'inizio del canto contiene tutto il senso del Salmo:
"2 Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode". 
Non c'è evento tragico nella vita che possa impedire la lode al Signore (tehillah = lode).
Tutti i respiri del povero, cioè di colui che non si rivolge agli idoli e scopre di avere solo in Dio la sua ricchezza e il suo rifugio, sono lode e ringraziamento.
E' canto di gioia, ma giudicata "pazzia" agli occhi dei potenti e dei vittoriosi che lo vedono come un reietto da Dio e dagli uomini.
Come fa la bocca d un uomo finito e senza possibilità di bene a continuare nel ringraziamento e nella gioia?!

"6 Guardate a lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire".
L'uomo non potrà mai essere schiantato del tutto fino a che alzerà lo sguardo a colui che lo illumina con la sua Luce.
Nessuna colpa o paura riesce a far arrossire e nascondere
chi ha trovato questo tesoro prezioso che è il favore del Signore.

Il Salmo ha un ventaglio ricco di immagini che dicono tutte le azioni che il Signore fa verso chi grida il suo dolore e chiede aiuto: salva dalle angosce, libera dalle paure, si accampa intorno a coloro che lo temono come uno scudo dai nemici.
Davide non parla di teorie: egli insegna a partire dalla sua esperienza e tutto l'inno ne è il ricordo. La memoria della salvezza continua da parte di Dio porta sollievo e forza per il futuro.


"7 Questo povero grida e il Signore lo ascolta".
L'esperienza esodale ha sempre accompagnato il cammino degli ebrei credenti.
Il grido ascoltato è l'incipit dell'azione salvifica di Dio che scende a liberare un popolo schiavo in Egitto (cfr Es 2, 24-25) . E' esperienza del Dio con noi, principio di discesa e di cammino col popolo che continuerà fino all'incarnazione del Figlio, l'Emmanuele che di quel grido si fa carico portando la salvezza per tutti gli uomini.

"9 Gustate e vedete com'è buono il Signore".
Entrare nella lode apre lo sguardo ad una nuova lettura della vita.
I giorni sono gustati come doni deliziosi da assaporare, gli occhi vedono la bontà di colui che riempie d'amore e di cure.
Il gustare rimanda al latino "sàpere" e allude al gusto delle cose. Sapienza è sinonimo di sapore, il sapore di Dio, il sapore della vita.
Papa Francesco nella sua catechesi sui doni dello Spirito Santo del 9 aprile 2014, diceva che la sapienza "è la grazia di poter vedere ogni cosa con gli occhi di Dio. E’ semplicemente questo: è vedere il mondo, vedere le situazioni, le congiunture, i problemi, tutto, con gli occhi di Dio.. la sapienza è quello che fa lo Spirito Santo in noi".

Al vers. 12, il salmista si rivolge a chi come lui è in un momento difficile: "Venite, figli, ascoltatemi..." per incoraggiarlo e invitarlo alla sapienza, che nella prova sembra affievolirsi facendo dimenticare i benefici del Signore.
"... vi insegnerò il timore del Signore".
Per noi la parola "timore" è sinonimo di angoscia, paura.
Non è così sempre nella Bibbia e dal contesto se ne intuisce il diverso significato.
L'uomo saggio, che ripone la sua fiducia in Dio, lo teme, cioè lo riconosce come Signore della sua vita e sa di essere figlio e non padrone assoluto del suo operato e del suo futuro.
"Corona di sapienza è il timore del Signore" (Sir 1, 18).
Il timore quindi non è terrore che fa chiudere, anzi, è il sentimento che apre alla relazione con il mistero del Dio, che si è manifestato affinché l'uomo lo scopra presente nella sua vita.
Quando leggiamo nella Bibbia “timore del Signore” dovremmo tradurre nelle nostre orecchie “amore del Signore” e le parole ci suonerebbero con tutta un'altra bellezza.

"19 Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato, egli salva gli spiriti affranti".
Il cuore spezzato non è solo dei sofferenti che sentono la vita lacerata nel profondo.
Il cuore nella Bibbia è il luogo delle decisioni.
Chi si sente ad un bivio e non sa muoversi verso il bene, lacerato nel prendere una decisione che comunque farà del male a qualcuno, ma che è necessaria, fa esperienza del cuore diviso e lacerato.
Lì il Signore è presente, non lascia soli e conduce nella strada del bene ridonando fiducia e capacità di camminare sicuri.
Davide spesso si troverà a questo bivio. Lui, Messia d'Israele, imparerà e insegnerà dagli errori e dai peccati che il Signore non condanna e non lascia perire chi si affida a lui.

Il suo grido ascoltato è la fonte della gioia che egli canta in questo Salmo e che arriva fino a noi portando consolazione e pace.

Commenti

  1. Il timore di Dio è un concetto difficile da comprendere. Nonostante la traduzione negli anni ci abbia fatto comprendere come "timore di Dio" non significa "paura di Dio" questo è avvenuto con il nostro razionale. Con il cuore è più difficile da comprendere.
    "Il povero grida e il Signore lo ascolta e lo salva dalle sue angosce" .
    Quando abbiamo perduto ogni risorsa e siamo veramente poveri, spogliati delle sovrastrutture che il nostro essere si è costruito nella propria vita, solo allora siamo in grado di abbandonarci al Signore ed è in quel momento che siamo accolti, sostenuti e non giudicati.

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  2. CANTO ALL'AMORE E ALLA GIUSTIZIA DI DIO

    Ancora: Alef, Bet, Ghimel...
    Signore, non ci bastano
    tutti gli alfabeti a cantarti!
    Ne le ore della notte e del giorno per dire
    quanto è soave il Signore.
    Neppure i disperati potranno dirsi
    mai assolutamente disperati.
    Cosi cantano i poveri, i servi del Signore.
    (Davide Maria Turoldo)

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  3. Grande e' per me
    la SUA maestosità nel donarmi
    Qualcosa che non riesco a percepire la sua reale grandezza!
    Lavoro col TUO aiuto,per questo!
    Grazie

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  4. La Chiesa invita i suoi figli a gustare il cibo spirituale che è il corpo di Cristo. Che cosa si gusta in esso? Il profeta risponde: "Gustate e vedete che il Signore è buono".
    (Ambrogio)

    Tra i sensi, tatto e gusto percepiscono direttamente i loro oggetti, ma il gusto lo sente dentro. Dio non è fuori di noi ma dentro, e perciò l'esperienza della bontà divina è detta 'gusto'. Il suo effetto è duplice: la saldezza dell'affetto e la certezza dell'intelletto. Nelle cose materiali, prima si vede e poi si gusta. Nelle cose spirituali invece, prima si gusta e poi si vede, perché nessuno conosce quel che non gusta.
    (Tommaso d'Aquino)

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  5. Grazie per questo grande messaggio di gioia e speranza che in questo salmi ci doni. Un povero del Signore racconta ad altri poveri la sua meravigliosa esperienza di Dio. Credete dice,io ho cercato il signore ed egli mi ha risposto davvero; io grido e trovo nientemeno che il signore ad ascoltarmi. Il salmista ci incita a fare la prova: toccherete con mano quanto è buono il Signore. Egli è vicino a chi ha il cuore ferito, egli salva gli spiriti affranti.

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  6. SIGNORE Gesù , tu chevti sei rivestito della nostra infermità per essere vicino a chi ha il cuore ferito e lo spirito affranto, ascolta il gemito dei poveri e degli umili che in te si rifugiano:fa che possano gustare e vedere quanto sei buono.

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  7. Tutti istintivamente cerchiamo il sapore della vita, e tanti più sapori la vita ci dà, più ci piace. Lo Spirito Santo con il dono della sapienza a poco a poco ci comunica il gusto di Dio.
    Questo è importantissimo, perché un Dio che non si gusta mai, diventa un Dio insipido e si fa presto a lasciarlo stare. È dunque fondamentale che noi credenti, che con Dio vogliamo avere un rapporto autentico, sappiamo che gustiamo Dio se gli siamo vicini, e quanto più gli siamo vicini, tanto più questa esperienza diventa comunicativa; infatti è capace di parlare convincentemente di Dio non tanto il teologo quanto colui che conosce il gusto di Dio. I santi erano esperti del gusto di Dio. La sapienza è dunque il dono ottimo: Gustate e vedete quant’è buono il Signore! (Sal 33,9). Qui si intende buono non in senso morale, ma proprio come una cosa buona che si mangia. Sarebbe bello se tutti noi fossimo capaci di dire molto convinti, come qualcosa che scaturisce dal cuore, questa frase del salmo. È come dire che si sta veramente bene con lui, con tutto quello che ne consegue.
    (Giuseppe Pollano)

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  8. "...Ed era cosa buona..."
    Tutto quello che viene da te ,Signore, så di buono.
    Ti benedico e ti ringrazio per il dono della vita che tu rinnovi ogni giorno con la tua parola:che io possa gustare e vedere il Bene che tu hai messo in ognuno di noi.
    Cecilia

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  9. Molti sono i mali del giusto,
    ma da tutti lo libera il Signore.

    Quando mi fermo stanca sulla lunga strada e la sete mi opprime sotto il solleone; quando mi punge la nostalgia di sera bramo la tua voce, o Dio, sospiro la tua mano sulle spalle.
    (RABINDRANATH TAGORE).

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