Salmo del 26 maggio 2021

Ci venga incontro la tua misericordia
Sal 79 (78), 1-8

"1 Salmo. Di Asaf.

O Dio, nella tua eredità sono entrate le genti:
hanno profanato il tuo santo tempio,
hanno ridotto Gerusalemme in macerie.

2 Hanno abbandonato i cadaveri dei tuoi servi
in pasto agli uccelli del cielo,
la carne dei tuoi fedeli agli animali selvatici.

3 Hanno versato il loro sangue come acqua
intorno a Gerusalemme
e nessuno seppelliva.

4 Siamo divenuti il disprezzo dei nostri vicini,
lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno.

5 Fino a quando sarai adirato, Signore: per sempre?
Arderà come fuoco la tua gelosia?

6 Riversa il tuo sdegno sulle genti che non ti riconoscono
e sui regni che non invocano il tuo nome,

7 perché hanno divorato Giacobbe,
hanno devastato la sua dimora.

8 Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati:
presto ci venga incontro la tua misericordia,
perché siamo così poveri!"

L'esperienza dell'Esilio, seguito alla distruzione di Gerusalemme da parte di Nabucodonosor, ha lasciato tante tracce nei Salmi e soprattutto nella teologia di Israele.
Le domande nate da quelle vicende drammatiche per i figli d'Israele ridotti in schiavitù, sono quelle di ogni uomo che soffre: perché il Signore ha lasciato distruggere la sua città? Ci ha punito per i nostri peccati? Dio si è dimenticato di noi?
La preghiera è l'onesto parlarsi faccia a faccia e il lamento diventa invocazione al solo che può consolare e ridate speranza.

"O Dio, nella tua eredità sono entrate le genti:
hanno profanato il tuo santo tempio,
hanno ridotto Gerusalemme in macerie.
Hanno abbandonato i cadaveri dei tuoi servi
in pasto agli uccelli del cielo,
la carne dei tuoi fedeli agli animali selvatici".

È la passione di Gerusalemme, con una delle sette meraviglie del mondo, il tempio di Salomone, ridotto ad un campo di battaglia, saccheggiato, profanato e reso impuro dal sangue versato.
È il grande venerdì santo del popolo di Dio sopravvissuto che piange in esilio a Babilonia.
Non solo il tempio ma l'eredità di Dio, il popolo d'Israele, è stata annientato e, senza nessun rispetto per i vinti, i cadaveri dati in pasto alle belve, senza sepoltura, senza rispetto.
La descrizione è toccante e purtroppo simile a tante razzie e eccidi il cui scopo non è solo vincere e appropriarsi del bottino, ma distruggere l'identità e l'onore di una popolazione.

"Hanno versato il loro sangue come acqua
intorno a Gerusalemme
e nessuno seppelliva.
Siamo divenuti il disprezzo dei nostri vicini,
lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno".
Al dolore per tante vite spezzate si unisce l'umiliazione e il disprezzo con cui i nemici trattano Israele. Da popolo rispettato da tutti, onorato per il re Davide, famoso per la saggezza di Salomone e di illuminati giudici e profeti, è sprofondato nell'essere il più disprezzato tra le genti, l'obbrobrio per chiunque ne pronunci il nome.
Sangue versato come un fiume e scherno davanti ai popoli confinanti, rendono il dolore ancora più grande.

"Fino a quando sarai adirato, Signore: per sempre?
Arderà come fuoco la tua gelosia?"

Ecco le grandi domande cariche di dolore a cui spesso non c'è risposta. Domande che nascono dentro la fede ed hanno bisogno di essere portate davanti al volto del Signore, pronunciate come un lungo grido, sicuri di aver peccato, ma anche di essere ascoltati dalle orecchie del Dio geloso che non abbandona i suoi figli ad altre potenze.

"Riversa il tuo sdegno sulle genti che non ti riconoscono
e sui regni che non invocano il tuo nome,
perché hanno divorato Giacobbe,
hanno devastato la sua dimora".

Una richiesta che a noi fa impressione, ma il salmista attinge alla tradizione giuridica ebraica in cui si rimetteva al "Goel" d'Israele, al "vendicatore di sangue", il compito di ripristinarne i diritti e vendicare i torti.
Dio è il parente più prossimo d'Israele, l'unico che ha il diritto di scatenare la sua collera e di distruggere i nemici del popolo santo con i suoi mezzi, che veramente ristabiliscono la sorte calpestata e derubata dei figli.
Noi sappiamo che la collera di Dio è salvifica perché si scaglia sui nemici dell'uomo e non verso dei peccatori incapaci di opere giuste.

"Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati:
presto ci venga incontro la tua misericordia,
perché siamo così poveri!"

L'interpretazione tradizionale, che giustificava la collera di Dio, era dovuta alla punizione per i peccati del popolo commessi in passato.
E' un giogo che Israele sente sempre sulla sua testa. "Chi ci salverà", sembra chiedersi il popolo davanti a colpe non perdonabili!
Ma la fede apre la strada al dono del Signore: egli non si allontana ma si fa prossimo, non scappa inorridito, ma circonda di misericordia coprendo e distruggendo il peccato.
E' la preghiera a cui il Salmo ci ha portato, riconoscendo con franchezza che noi "siamo così poveri!"
Nessun vanto o opera meritevole di accaparrarsi la salvezza: la nostra vita è misera, da curare, bisognosa di chi asciughi le lacrime.
Il Signore è pronto a lenire ferite profonde e antiche, in attesa di riaccoglierci nella sua grazia: "Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò" (Lc 15, 20).

Commenti

  1. "Ci venga incontro la tua misericordia,
    perché siamo così poveri!"
    Scoprirsi nudi e bisognosi di protezione.
    Scoprirsi soli e bisognosi di compagnia.
    Scoprirsi deboli e bisognosi di sostegno.
    "Ci venga incontro la tua misericordia,
    perché siamo così poveri!"
    La tua misericordia la nostra ricchezza.
    La tua misericordia la nostra forza.
    La tua misericordia la nostra speranza.
    "Ci venga incontro la tua misericordia,
    perché siamo così poveri!"

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  2. ...perché siamo così poveri!"
    Sono povero di Te,della TUA magnanimità,lucentezza,parsimonia,misericordia.
    Donami la scaltrezza,la furbizia di attingere da TE,per il mio bene soprattutto.
    Questo devo inculcarmi stamane!
    Così sia docile ai TUOI inviti.
    Amen

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