Prima lettura del 3 maggio 2021

Come ve l’ho annunciato
1Cor 15,1-8

"Vi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l’ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano!
A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè
che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture
e che fu sepolto
e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture
e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me,
come ad un aborto".

Dal giorno della risurrezione di Gesù è iniziata la corsa dell'annuncio: la bella notizia passa di bocca in bocca ed è stata così dilagante da arrivare fino alla nostra generazione. Un annuncio potente che ascoltiamo in questa pagina di Paolo, che per primo l'ha messo per iscritto.

"Vi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l’ho annunciato".
Il Vangelo si tramanda, una generazione lo consegna alla successiva. Chi lo ascolta, riceve un tesoro e il modo migliore di custodirlo è tramandarlo. Non si può nascondere un dono vivo. Marcirebbe e verrebbe distrutto.
Invece l'annuncio della vita che non muore ha in sé una potenza comunicativa che dipende dallo Spirito di Dio stesso.
Rimanendo fedeli all'annuncio iniziale si ha la certezza che il messaggio continuerà la sua corsa.

"A meno che non abbiate creduto invano!"
Paolo scrive ai Corinzi, in una città "distolta" da tante credenze sicuramente più concrete e plausibili come i fini ragionamenti greci che infarcivano anche la religione politeistica.
Il rischio per la verità cristiana, "scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani" (1Cor 1,23) è di essere turbata da falsi missionari che cercano di mischiare la libertà del Vangelo con le schiavizzanti tradizioni religiose antiche.
Per questo pericolo Paolo è spinto a scrivere, mettendo in guardia i credenti di Corinto, ancora acerbi nel cammino di fede e quindi facili ad essere fuorviati.

"A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto".
Paolo stesso è stato evangelizzato e poi si è dedicato dall'annuncio. Non è un lavoro da biblioteca ma di annuncio trasmesso, da testimoni che hanno visto e udito, a comunità che vivono del Vangelo.
Paolo sa bene di non aver trasmesso se stesso. La resurrezione e il farsi Dio di Gesù Cristo era ciò che aborriva, che andava contro ogni principio ebraico.
Ma quell'annuncio lo aveva così folgorato da abbandonare ogni pretesa di sapienza personale. Arreso alla verità del Vangelo se ne era fatto annunciatore speciale tra i pagani, in viaggi missionari estenuanti e pericolosi.

"Cioè che
Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture
e che fu sepolto
e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture
e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici".

Ecco il cuore del Vangelo: l'annuncio della morte e risurrezione di Cristo ha il fine di salvarci dai peccati, distruggere il peso che ci gravava sulle spalle, realizzare l'opera del Padre.
Per questo Paolo sottolinea che questo fatto è compimento delle Scritture, racconto profetico del piano di salvezza di Dio per l'umanità che è compiuto nel Figlio.
Il ricordo dell'apparizione del risorto ai primi e fondamentali testimoni, è l'altro tassello fondamentale della nostra fede.
Si può tornare vivi dopo la morte, si può uscire dalla tomba dopo la sepoltura?
La testimonianza degli amici di Gesù che lo hanno rivisto vivo, è l'input dell'annuncio autentico che ogni evangelizzatore ha ricevuto e trasmette a sua volta.

"In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me,
come ad un aborto".
Oltre a Pietro (detto Cefa perché in aramaico significa "pietra") e agli apostoli, il risorto appare a tanti altri testimoni nei giorni tra la Pasqua e la salita al cielo.
Sembrerebbero finiti i tempi dell'incontro diretto. Invece, per ultimo, appare a Paolo, dopo l'ascensione, dopo la pentecoste.
Egli è consapevole di non aver avuto l'onore di conoscerlo nei tre anni della predicazione, in cui gli apostoli ascoltavano giorno dopo giorno la sua Parola. Per questo nomina se stesso alla fine della lista e dirà nella conclusione del versetto "come ad un aborto"!
Paolo era morto e vive, era escluso da quel privilegio di essere amico, apostolo, testimone oculare, ma viene "ripescato" per la vita.
E' la nostra condizione che ci accomuna a questo evangelizzatore speciale e unico: anche noi non abbiamo avuto quel privilegio, eppure abbiamo ricevuto il messaggio del Vangelo integro, così come i primi testimoni lo hanno trasmesso.
Non abbiamo creduto invano, ad una favola, ad un idolo: ciò che ha raggiunto le nostre orecchie è stato l'annuncio deflagrante della potenza del Padre che distrutto la morte e ci ha tratti tutti dal sepolcro
per partecipare alla vita risorta.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di 1Cor 15,1-8b
Commento del 03/05/2019

Commenti

  1. "Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture
    e fu sepolto
    ed è risorto il terzo giorno secondo le Scritture".
    Morto, sepolto, risorto: la Buona Notizia del Messia vittorioso.
    Secondo le Scritture: la Buona Notizia dell'amore fedele del Padre.
    La morte è la penultima parola, l'ultima è tornata ad essere la vita.
    Benedetto il Signore che ci ha donato il Cristo.
    Benedetto il Signore che gli ha aperto un varco nella morte.
    Benedetto il Signore che lo ha richiamato alla vita per sempre.
    Benedetto il Signore per questo annuncio che ha fecondato il mio presente e ha reso luminoso il mio futuro.

    RispondiElimina
  2. Ultimo fra tutti apparve anche a me, come ad un aborto".

    A Paolo risuona questo.
    A me risuona che sono l'ultimo,quello che è in ritardo come "discepolo"
    è in affanno,in salita, ma c'è.
    Questo mi basta e prego affinchè questa TUA presenza sia sempre alla mia "portata";scrutare sempre ed ingoiare il TUO insegnamento di vita quotidiana reale.
    Amen

    RispondiElimina

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