Vangelo del 4 maggio 2021

Il Padre è più grande
Gv 14, 27-31

"In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco»".


Leggiamo parte del lungo discorso del giovedì santo, dopo la cena e prima della cattura, che Gesù ha rivolto ai discepoli. Si snoda per 4 capitoli nel Vangelo di Giovanni, dal 14 al 17, nutrimento carico d'amore ma anche di tanta drammaticità!
Giovanni, il discepolo amato, non ha lasciato cadere nessuna di quelle parole preziose e ce le riporta perché siano il senso degli eventi passati e di ciò che avverrà.
E' l'ultimo grande dono, che dà voce ai segni del pane e del vino e rivela il dono di tutto se stesso e il motivo della sua venuta.

"Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi".
Preziosa distinzione! La pace che Gesù lascia non è frutto e opera umana, ma dono divino frutto di un amore senza limiti.
Mi colpisce che Gesù dica: "Non come la dà il mondo". Noi per la pace faremmo anche compromessi, la crederemmo possibile anche se fosse inquinata da una minaccia.
La nostra pace è al massimo tregua tra due guerre, periodo in cui ci si guarda, ci si studia e ci si riarma!
Non è questa la Pace di cui Gesù parla. Non è neanche quella che possiamo avere con mezzi umani "andando per esempio dal medico o prendendo ansiolitici" come dice Papa Francesco! (Omelia del 21 maggio 2019)
Lo Shalom è presenza dello Spirito, è fortezza profonda, riconciliazione definitiva tra il Padre e noi; è potenza sua che realizza la comunione e la fratellanza tra tutti gli uomini.

"Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: «Vado e tornerò da voi»”.
Sono i sentimenti che Gesù legge sui volti e nei cuori dei discepoli nella notte della cena e del tradimento.
Dovrebbe essere la festa di Pasqua celebrata in anticipo, ma turbamento e paura sono generate dalle parole di Gesù che prepara al suo "andare e tornare", al passaggio dalla morte alla vita.

"Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate".
Questo è il significato della Parola profetica: preparare il segno della croce, rivelare che non è la fine di tutto ma quell'inizio che Gesù ha sempre annunciato, la possibilità di entrare per tutti nelle Vita.
Detta prima, custodisce il cuore spaventato da solitudine e sofferenza, impedisce a uomini fragili e disorientati di perdersi.
Gesù va al Padre, lui che dal Padre viene: questo movimento è per la nostra gioia, per la nostra salvezza.
"Il Padre è più grande": confortante questa parola! Più grande del nostro cuore, delle nostre possibilità di sequela, addirittura più grande di Gesù stesso. Questa è la sua consolazione e dovrebbe essere anche la nostra.
Noi, pieni di limiti, rimettiamo, gettiamo la nostra vita nel Padre che l'accoglie perché più grande di ogni male e di ogni nemico.

"Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco".
La fede e la speranza dei discepoli sarà messa a dura prova dalla passione del Messia. Ma rivela loro che nessun potere può fermare la volontà del Padre, abbracciata completamente dal Cristo.

La passione è rivelazione di un amore bruciante che non si ferma davanti a nessun pericolo per salvare l'amato; ed è anche passione perché compatire del Cristo con la nostra realtà, tutta, dalla nascita alla morte.
Con lui crocifisso viviamo le fatiche, con lui risorto vivremo la vita che non muore per sempre.
Per noi, che ora lo celebriamo risorto, sono parole che risuonano di felice eredità, percorso di gloria che ha rivelato al mondo l'amore del Padre, lascito a tutti discepoli di questo mondo bisognosi di Pace, misericordia e consolazione.

Commenti

  1. "Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate". Quanta tenerezza. Quanta cura per la nostra fragilità. Quanta attenzione al nostro camminare insicuro. Una parola detta prima perché poi sia più "facile" credere. È tutta così la Scrittura per la mia vita: parole "dette prima" per io dopo possa credere. La memoria delle parole del Signore è un salvavita. Ne sa qualcosa Pietro la notte in cui lo rinnega. Tante volte leggo e non capisco e poi tutto si illumina, quella parola diventa conforto, sostegno.
    Grazie Signore per le tue parole preventive.
    Grazie perché la tua parola mi precede pronta a sorreggere la mia fragilità. Grazie Signore perché è così se ancora oggi la mia fede non viene meno.

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  2. In Quel tempo
    Un momento che Dio parla e lo fa a proposito sempre
    E' costruttore , elargitore, beneaugurante,ansiolitico,anti stress....
    Termini che trovo tra le righe in questo passo
    Dio è con me sempre ed entra nel mio quotidiano con una certa delicatezza e capacità millimetrica che quasi non me ne accorgo.
    E' anche discreto.
    Grazie per ttto quello che mi fai vivere.

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  3. Vi lascio la mia pace, vi do la mia pace. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.... Perché dovrei ancora avere paura? Perché il mio cuore deve essere turbato? Tu, o mio Signore mi dai sicurezza la tua Parola è vera, viva e viva oggi per me... tu mi dai la vera pace... Mi affido a Te e in te cammino in questo mio giorno in Tua compagnia.

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