Salmo del 26 febbraio 2022

Una guardia alla mia bocca
Sal 141 (140), 1-3

"1 Salmo. Di Davide.

Signore, a te grido, accorri in mio aiuto;
porgi l’orecchio alla mia voce quando t’invoco.

La mia preghiera stia davanti a te come incenso,
le mie mani alzate come sacrificio della sera.

Poni, Signore, una guardia alla mia bocca,
sorveglia la porta delle mie labbra".


La preghiera ha tante coloriture, va dal silenzio contemplativo al grido, dalla lode all'invocazione di aiuto. Tanti salmi, come quello di oggi, sono preghiere di un povero che non ha altri a cui rivolgersi se non al Signore.

"Signore, a te grido, accorri in mio aiuto;
porgi l’orecchio alla mia voce quando t’invoco".

Gli idoli sono sordi e muti, ma Dio, che ha creato ogni cosa e ha liberato Israele dall'Egitto ascoltandone il grido (cfr. Es 3, 7), è vivo, parla ed ascolta, è attento alla vita dei suoi figli.
C'è fiducia nelle parole iniziali del salmo, c'è la profonda certezza di non stare pregando inutilmente perché un interlocutore sta ascoltando e prendendo su di sé tanta angoscia.

"La mia preghiera stia davanti a te come incenso,
le mie mani alzate come sacrificio della sera".

Ora il grido desidera diventare liturgia, come la preghiera fatta nel tempio con la solennità dei simboli.
L'incenso che bruciando invade il tempio e riempie l'aria di soave odore, instaura un rapporto rappacificato e nuziale con l'Amato, come nei riti odorosi e inebrianti tra marito e moglie.
Le mani alzate sono il gesto più plastico che dice quanto non bastiamo a noi stessi, quanto la nostra vita, per rialzarsi, ha bisogno di mani che l'afferrino da sopra, che la assurgano allo stare in piedi davanti a chi la vita la dona in abbondanza.
Il primo dono della preghiera è quello di portare pace, di rendere l'animo sereno, per la certezza di stare alla presenza di chi ama e accoglie la nostra vita così com'è, nella condizione in cui si trova.

"Poni, Signore, una guardia alla mia bocca,
sorveglia la porta delle mie labbra".

Saggia richiesta di chi è consapevole che nella sofferenza si straparla, si rischia non di esprimersi ma di "bestemmiare", cioè ridursi a biascicare parole non umane, come le bestie.
Rischiando di dire ciò che non vorremmo, o ancora peggio parlare spinti dalla rabbia e dalla delusione, non si parla solo male degli altri o di Dio, ma di noi stessi: le parole ci formano, ci creano, ci svelano a noi e agli altri.
Dobbiamo ammettere di aver dato troppa presunzione di giustezza alla nostra capacità di parlare nella verità. Non è così e leggendo i social ci si rende conto di quanta spazzatura e quanta cattiveria viene generata da parole che separano, lacerano e uccidono.
Allora abbiamo bisogno del Signore!
Il Padre custodisca la bocca di chi prega, lo Spirito suggerisca parole di figli quando non sappiamo cosa dire, Gesù spinga a rivolgersi al Padre comune per porsi con verità tra fratelli.

La preghiera è una guardia alla bocca, la connette al cuore, mettendo gli argini affinché si apra, nel silenzio, a ciò che è necessario spedire fino in cielo.
La nostra bocca sia educata e purificata affinché possa aprirsi per benedire e lodare.
E in questo periodo terribile, che riporta la guerra drammaticamente davanti a noi, come pericolo che pensavamo scongiurato e invece presente e vicino, la bocca si dimentichi per una volta di lamentarsi dei piccoli crucci che ci assillano.
Si apra a pregare per gli altri, per chi teme per la sua vita, per chi di dittatura ci muore. Signore accorri in loro aiuto!


Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Vangelo di Mc 10, 13-16
Commento del 02/03/2019



Commenti

  1. "Signore, a te grido, accorri in mio aiuto".
    È il grido del tempo della prova.
    È il grido che rincorre la speranza.
    È il grido che denuda il cuore.
    "Signore, a te grido, accorri in mio aiuto".
    Signore, accorri.
    Signore, aiutami.
    Signore, liberami.
    "Signore, a te grido, accorri in mio aiuto".
    Tu il mio aiuto.
    Tu il mio rifugio.
    Tu la mia speranza.
    "Signore, a te grido, accorri in mio aiuto".

    RispondiElimina
  2. Poni una guardia alla mia bocca

    Si
    Grazie, disciplina il suo uso
    Fallo sentire che è dal cuore che si muove la mia lingua

    Dona pace a chi mi ascolta.
    Amen

    RispondiElimina

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