Salmo del 7 febbraio 2022
Entriamo nella sua dimora
Salmo 132 (131),6-8
"6 Ecco, abbiamo saputo che era in Èfrata,
l'abbiamo trovata nei campi di Iaar.
7 Entriamo nella sua dimora,
prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi.
8 Sorgi, Signore, verso il luogo del tuo riposo,
tu e l'arca della tua potenza".
Continua la meditazione del Salmo 132 che abbiamo iniziato il 27 gennaio di quest'anno.
È esaltato il re Davide per le sue imprese, ma più di tutti è lodato il Signore, che ha scelto di abitare in Sion molto prima che il suo popolo gli desse un tempio.
Davide ha il desiderio di dargli una dimora degna di lui, una stabilità in un tempio possente di pietra, ma il Signore ha già una sistemazione ben più duratura nel cuore dei sui fedeli.
"Ecco, abbiamo saputo che era in Èfrata,
l'abbiamo trovata nei campi di Iaar".
L'Arca dell'Alleanza, più volte persa, è ritrovata e con lei rinasce la gioia del popolo.
E' il prezioso segno dell'accompagnamento del Signore nell'Esodo dall'Egitto, quando era una tenda il luogo in cui dimorava, nomade fra nomadi.
L'Arca dà pace al cuore di questi figli sempre in ricerca della presenza di Dio in mezzo a loro.
"Entriamo nella sua dimora,
prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi".
È festa, è la liturgia in cui si riconosce la presenza del Signore e gli si rende grazie. La preghiera, il rispondere all'azione salvifica, è un momento importante per la nostra crescita umana e spirituale, e va celebrata insieme agli altri fratelli.
Il popolo insieme entra e si inginocchia riconoscendo di appartenere al Dio vivente, consapevole di essere un popolo unito da un progetto d'amore.
"Sorgi, Signore, verso il luogo del tuo riposo,
tu e l'arca della tua potenza".
Dopo aver sperimentato l'assenza e la lontananza dal Signore, come conseguenza della perdita dell'Arca, il re e il popolo si rivolgono al vero Re del popolo, colui che è sceso in quella compagnia di uomini per abitare definitivamente.
Il luogo dove è riposta l'Arca diventa lo spazio del riposo di Dio, che non deve cercare altrove i suoi figli e, nello stesso tempo, la dimora in cui riposa il popolo che in Dio trova pace e sicurezza.
Dio non vorrà da Davide la costruzione del Tempio, rivelandosi come presente in ogni cuore, in ogni casa, in ogni spazio di relazione e di incontro.
Quello che l'antica Scrittura ha solo abbozzato, il nuovo Testamento lo rivelerà in pienezza: il Signore non ha bisogno di case fatte da mani d'uomo, ma lui stesso è casa, dimora e riposo di ogni uomo e ogni donna che in lui si rifugia.
"Entriamo nella sua dimora", prendiamo il nostro posto alla sua presenza.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Vangelo di Mc 6,53-56
Commento del 10/02/2020
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Vangelo di Mc 6,53-56
Commento del 10/02/2020
"Sorgi, Signore, verso il luogo del tuo riposo,
RispondiEliminatu e l'arca della tua potenza".
Il grido di un popolo che soffre.
Invocazione dell'intera umanità.
Preghiera come via di speranza.
Sorgi Signore.
Come il sole.
Come la luce.
Come il giorno.
Sorgi Signore.
"Sorgi, Signore, verso il luogo del tuo riposo,
tu e l'arca della tua potenza".
La tua presenza è vita.
La tua presenza è pace.
La tua presenza è gioia.
"Sorgi, Signore, verso il luogo del tuo riposo,
tu e l'arca della tua potenza".
Entriamo nella sua dimora
RispondiEliminaBello ed edificante partecipare ASSIEME ad un evento della portata dell'AMORE comune;
si quando sto con TE c'è solo amore da dispensare
Null'altro;non più rancori,pretese
SOLO AMORE
grazie per avermi fatto toccare con mano la TUA dimora.
Ti penso nel mio cuore
RispondiEliminaed è lì che
in silenzio
ti cerco