Seconda lettura di domenica 20 febbraio 2022

Saremo simili all’uomo celeste
1Cor 15, 45-49

"Fratelli, il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita.
Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale.
Il primo uomo, tratto dalla terra, è fatto di terra; il secondo uomo viene dal cielo. Come è l’uomo terreno, così sono quelli di terra; e come è l’uomo celeste, così anche i celesti.
E come eravamo simili all’uomo terreno, così saremo simili all’uomo celeste".

Come è difficile immaginare la nostra risurrezione, quante cose strane si dicono! La fantasia lavora alla grande perché, a parte l'annuncio che risorgeremo, per il resto non ci è rivelato nulla sul modo, sul come, sul quando.
Il capitolo 15 della prima lettera ai Corinzi riflette sulla risurrezione di Gesù, primizia dei risorti, a cui seguirà la nostra, come raccolto abbondante.
Nel brano di oggi Paolo ci lascia un criterio prezioso per orientare la nostra attesa nella fede.

Sembrerebbe un ragionamento contorto, ma se partiamo dalla Scrittura le parole dell'apostolo ci risultano più comprensibili. Egli parla di due "Adamo": il primo, descritto nella Genesi, è fatto di terra perché da esso è tratto; il secondo, Gesù il risorto, è l'uomo dello Spirito, colmo di lui, proveniente dal cielo. 
Il primo, terreno, è l'uomo di questo mondo; il secondo, celeste, è l'uomo del mondo futuro.

"Come è l’uomo terreno, così sono quelli di terra; e come è l’uomo celeste, così anche i celesti". 
Per Paolo l'incarnazione è l'evento iniziale che ha rivelato un ribaltamento nelle sue convinzioni di ebreo, come in quelle di ogni uomo che viene raggiunto dall'annuncio.
L'umanità non può dirsi ancorata solo alla limitatezza, segnata dalla morte e impossibilitata nel raggiungere il Padre, perché il Figlio, fattosi uomo, ha elevato tutti alla sua dignità.
Il parallelo che qui usa è ardito perché supera la nostra collocazione temporale e ci proietta nel futuro, nella vita eterna. Come oggi somigliano all'uomo fatto di terra, così somiglieremo all'uomo fatto di cielo.

"E come eravamo simili all’uomo terreno, così saremo simili all’uomo celeste".
La nostra vita, segnata dal nostro essere "terra terra", sarà completamente caratterizzata dalla totale appartenenza al cielo, alla pienezza divina.  

Come sarà allora la nostra resurrezione? Va pensata come similitudine all'uomo celeste, al Cristo risorto. Non saremo semplici morti tornati in vita, ma resi nuovi, con una vita trasfigurata, di cui il Cristo risorto è primizia. Il resto è solo fantasia.
Grande Paolo che ci coinvolge e ci contagia della sua stessa certezza: noi saremo simili al Signore risorto! 
La nostra "terrestrità" sarà trasfigurata in una nuova realtà, completamente celeste, quella che ci ha donato gratuitamente la divinità del Figlio, incarnato, morto e risorto per noi.


Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di 1Sam 26
Commento del 24/02/2019

Salmo 103 (102)
Commento del 01/07/2019  e Commento del 29/04/2021

Vangelo di Lc 6, 27-38
Commento del 09/09/2021



Commenti


  1. "E come eravamo simili all’uomo terreno, così saremo simili all’uomo celeste".
    Siamo fatti di cielo e terra.
    La terra lascerà il posto al cielo.
    L'uomo terreste tornerà alla terra da dove è tratto.
    L'uomo celeste è il nostro destino definitivo.
    "E come eravamo simili all’uomo terreno, così saremo simili all’uomo celeste".
    Oggi siamo simili al primo Adamo.
    Nel mondo futuro saremo simili all'ultimo Adamo, il Cristo risorto.
    È la mia fede
    È la mia speranza.
    È la mia gioia.
    "E come eravamo simili all’uomo terreno, così saremo simili all’uomo celeste".

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  2. "Come è l’uomo terreno, così sono quelli di terra; e come è l’uomo celeste, così anche i celesti".
    Donami sempre la speranza di rivedere i miei cari
    sempre
    grazie
    amen

    RispondiElimina

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