Salmo del 5 aprile 2022

Li muove a pietà la sua polvere.
Salmo 102 (101), 14-18

"14 Ti alzerai e avrai compassione di Sion:
è tempo di averne pietà, l'ora è venuta!

15 Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre
e li muove a pietà la sua polvere.

16 Le genti temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,

17 quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.

18 Egli si volge alla preghiera dei derelitti,
non disprezza la loro preghiera".

Sion, ovvero il monte su cui sorge Gerusalemme, è uno dei simboli più importanti della Bibbia. La città è centro significativo della terra promessa, eredità delle generazioni, "riassunto" di tutto intero il popolo. Il Signore è innamorato di Sion, è la città eletta da lui, la città del cuore; per questo più che città santa, la potremmo chiamare la città del Santo.
I Salmi parlano di Sion in modo molto tenero, come della sposa del Signore e in essa si specchia tutta l'umanità oggetto delle cure e dimora del Dio di Abramo Isacco e Giacobbe.

"Ti alzerai e avrai compassione di Sion".
La città di Dio è umiliata dai pagani che l'hanno conquistata. La preghiera è un accorato appello al Signore, che scenda nella lotta per liberarla. Sion ha bisogno della sua com-passione perché è schiacciata da quelle che si pensava fossero alleanze vincenti con i popoli stranieri. Ora la supplica si fa accorata per Gerusalemme, bisognosa dell'aiuto del suo Re che solo si erge sopra i nemici con la sua potenza.

"E' tempo di averne pietà, l'ora è venuta!"
La lezione per le scelte idolatriche è stata terribile per Israele: ha voltato le spalle al Signore e ne ha subito le amare conseguenze. Ora è tempo di ascoltare, chiedere perdono e riconciliarsi.
Solo il Signore può ribaltare la situazione e risollevare Sion, ristabilendola al suo ruolo di regina e sposa.

"Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre
e li muove a pietà la sua polvere".

Con queste parole il salmista ci fa fare un volo aereo sulle rovine, sulla distruzione della città tanto amata.
In questi giorni in cui la guerra è entrata nelle nostre case con immagini terribili, pensiamo allo sguardo dei profughi che devono lasciare le loro case ridotte ormai in macerie, eppure il loro cuore è lì, a quella terra e aspettano di tornare per ricostruire.
Il Signore è vicino alla sofferenza, alle lacerazioni disumane che in un attimo trasformano una città viva in un cumulo di polvere e detriti.
Nella disperazione troviamo il coraggio di gridare la nostra supplica al Padre, trasformiamo la sofferenza in fiduciosa preghiera e muoviamo i nostri cuori alla compassione e all'impegno personale e comunitario per un'umanità libera da ogni male.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Nm 21, 4-9
Commento del 09/04/2019

Salmo 102 (101) 1-13
Commento del 23/03/2021

Vangelo del Gv 8, 21-30
Commento del 31/03/2020

Commenti

  1. "Ti alzerai e avrai compassione di Sion:
    è tempo di averne pietà, l'ora è venuta!"
    Compassione, pietà, amore
    per il suo popolo: è detto di Dio.
    Così si muove il suo cuore.
    Così si muove il suo braccio.
    "Ti alzerai e avrai compassione di Sion:
    è tempo di averne pietà, l'ora è venuta!"
    Il Signore vede.
    Il Signore sa.
    Il Signore abita in Sion.
    "Ti alzerai e avrai compassione di Sion:
    è tempo di averne pietà, l'ora è venuta!"
    È il Dio con noi nell'ora del dolore.
    È il Dio con noi nell'ora
    del riscatto.
    È il Dio con noi in ogni tempo.
    "Ti alzerai e avrai compassione di Sion:
    è tempo di averne pietà, l'ora è venuta!"

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  2. "Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre......

    Quante perdite,quante cose mai più avute,riavute,riassaporate
    Non tutto ritorna come prima
    In questo c'è pure LUI,non lascia solo nessuno
    E' compartecipe
    Non si estranea
    E' "distrutto "pure LUI..
    A chi perde del suo ogni giorno.....Lui perde con TE,ma non è l'ultima cosa che succede
    Spera ,farai un salto che ti proietterà in una nuova alba,quella definitiva.

    FACCI COMPRENDERE CIO',sarà meno dolorosa l'accettazione di una sconfitta "umana"
    Amen

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