Sabato Santo 16 aprile 2022 - Preconio Pasquale

Questa è la notte

"È veramente cosa buona e giusta
esprimere con il canto l'esultanza dello spirito,
e inneggiare al Dio invisibile, Padre onnipotente,
e al suo unico Figlio, Gesù Cristo nostro Signore.
Egli ha pagato per noi all'eterno Padre il debito di Adamo,
e con il sangue sparso per la nostra salvezza
ha cancellato la condanna della colpa antica.

Questa è la vera Pasqua, in cui è ucciso il vero Agnello,
che con il suo sangue consacra le case dei fedeli.
Questa è la notte in cui hai liberato i figli d'Israele, nostri padri,
dalla schiavitù dell'Egitto,
e li hai fatti passare illesi attraverso il Mar Rosso".


Sabato Santo: giorno di attesa trepidante, giorno dell'amata che attende l'amato più che le sentinelle l'aurora!
E nella notte, dopo lo sfolgorio del fuoco nuovo, in processione, col buio illuminato dal cero pasquale che ha contagiato di sé la fiammella di ognuno, le candele fanno intravedere i volti dei fratelli emozionati e si innalza il cantico che annuncia la meraviglia della Pasqua, l'inizio del giorno nuovo dei risorti con Cristo.
La parola "preconio" indica un annuncio con lode e nella notte di Pasqua proclama la risurrezione di Gesù. Il nostro testo, molto antico, ha trovato la sua formulazione definitiva nel XII secolo.
Annuncio, racconto, lode: tutte queste dimensioni rendono il testo ricco di significati ed evocativo di famose pagine bibliche.
Ascoltarlo in piedi, come le vergini che entrano alla festa con le lampade accese, apre le nostre orecchie all'annuncio stupefatto del Primo che ha sgominato le catene della morte e che da quel sepolcro, tanto temuto e odiato, ne è uscito, vincitore per tutti!

"Questa è la vera Pasqua".
"Vera" non è qui il contrario di falsa: ci rivela che è la Pasqua di cui avevamo bisogno, l'evento efficace per la nostra liberazione, adatta a realizzare il piano di salvezza di Dio, capace di reggere la forza di vita del Padre che irrompe come un torrente in piena nell'aridità di greti inariditi.

"In cui è ucciso il vero Agnello".
Un altro "vero" che fa dimenticare i vecchi sacrifici, che immolavano un animale per invocare il perdono divino.
Ma quest'Agnello, scelto e preparato senza macchia dal Padre, è l'unico capace di mostrarci la misericordia divina e di innalzarci a lui.
Nella croce si svela di quanto amore siamo ricolmati, che non c'è nel Signore volontà di sacrificarci, ma che è lui a rimetterci in prima persona per servire noi.
Nella morte più tenebrosa si apre la rivelazione della vita più radiosa!

"Che con il suo sangue consacra le case dei fedeli".
Parole che ci spingono a fare memoria di un'altra grande liberazione, un altro passaggio che prefigura questo nuovo, il racconto del capitolo 12 del libro dell'Esodo. Nella notte della fuga dall'Egitto gli ebrei vengono risparmiati perché "l'angelo della morte" vede il sangue dall'agnello sacrificato con cui avevano tinto le loro porte e passa oltre. Il nuovo Agnello, quello definitivo, consacra con il suo sangue e libera tutti gli uomini su cui si è riversato il suo dono d'amore.

"Questa è la notte in cui hai liberato i figli d'Israele, nostri padri,
dalla schiavitù dell'Egitto,
e li hai fatti passare illesi attraverso il Mar Rosso".

Noi come gli ebrei, destinati alla morte, ormai schiacciati in una schiavitù distruttiva, ci ritroviamo improvvisamente liberati e passati all'altra riva, quella della vita che non finisce più.
La notte della fuga dall'Egitto è il modello per eccellenza di ogni Pasqua; notte di liberazione, notte che pone fine alla schiavitù, notte di memoria dei tanti passaggi che ci hanno strappato dalla sofferenza e dalla malattia, notte che apre la vittoria sulla morte che sembrava la nostra unica meta.
La tempesta e il mare tumultuoso che non potevamo attraversare incolumi è stato aperto dalla potenza del Padre.
In questa notte gli abissi diventano il cammino del risorto, le tenebre non vincono e il Cristo si mostra come nostra luce, nostra pace, nostra salvezza.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Meditazione Sabato Santo del 20/04/2019

Vangelo di Gv 19, 38-42
Commento del Sabato Santo del 11/04/2020

Commento al Preconio Pasquale del 03/04/2021

Commenti

  1. "Questa è la vera Pasqua,
    in cui è ucciso il vero Agnello".
    Mistero di morte divina.
    Mistero d'amore senza fine.
    Mistero di salvezza universale.
    "Questa è la vera Pasqua,
    in cui è ucciso il vero Agnello".
    Passati dalla morte alla vita:
    grazie Signore.
    Passati dalle tenebre alla luce: grazie Signore.
    Passati dalla tristezza alla gioia:
    grazie Signore.
    "Questa è la vera Pasqua,
    in cui è ucciso il vero Agnello".
    Alleluia!

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  2. Egli ha pagato per noi all'eterno Padre il debito di Adamo,
    e con il sangue sparso per la nostra salvezza
    ha cancellato la condanna della colpa antica.

    Grazie nuovo Adamo,che hai reso possibile la mia ed altrui redenzione
    Tutto regalato
    Grazie di questo dono,non meritato,ma da TE SOLO VOLUTO regalare
    Grazie

    RispondiElimina

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