Prima lettura del 15 aprile 2022 - Venerdì Santo

Noi siamo stati guariti
Is 52,13-53,12

"Ecco, il mio servo avrà successo,
sarà onorato, esaltato e innalzato grandemente.
Come molti si stupirono di lui
– tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto
e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo –,
così si meraviglieranno di lui molte nazioni;
i re davanti a lui si chiuderanno la bocca,
poiché vedranno un fatto mai a essi raccontato
e comprenderanno ciò che mai avevano udito.
Chi avrebbe creduto al nostro annuncio?
A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?
È cresciuto come un virgulto davanti a lui
e come una radice in terra arida.
Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per poterci piacere.
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia;
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori;
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per le nostre colpe,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l’iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.
Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;
chi si affligge per la sua posterità?
Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,
per la colpa del mio popolo fu percosso a morte.
Gli si diede sepoltura con gli empi,
con il ricco fu il suo tumulo,
sebbene non avesse commesso violenza
né vi fosse inganno nella sua bocca.
Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà le loro iniquità.
Perciò io gli darò in premio le moltitudini,
dei potenti egli farà bottino,
perché ha spogliato se stesso fino alla morte
ed è stato annoverato fra gli empi,
mentre egli portava il peccato di molti
e intercedeva per i colpevoli".


Nell'ultimo dei quattro Canti del Servo sofferente del Signore, Isaia ci mostra il Messia trafitto per la salvezza del suo popolo. Il suo aspetto, sfigurato dal dolore, è un'immagine difficile da reggere, ma rivelazione di un amore senza limiti che arriva sino all'estremo.

"Egli è stato trafitto per le nostre colpe".
Le colpe che ci intralciano, che ci rovinano la vita, non passano senza conseguenze: la vita del Figlio mostra la drammaticità del male che porta alla soppressione degli innocenti.
Trafitto come ne siamo trafitti noi dalle conseguenze, messo in croce come lo sono i fratelli che ci sono vicini, tradito e ucciso come tutta l'umanità che è in ricerca del bene ma incontra la morte.
L'esistenza del Figlio ha abbracciato tutto il nostro dolore e il nostro dramma, attraversandolo, prendendolo su di sé con tutta la sua forza distruttiva.

"Schiacciato per le nostre iniquità".
Si è addossato ogni nostro peso, fino a rimanerne vittima.
E lo aveva promesso ai suoi amici: gli affaticati e gli oppressi da un giogo insopportabile, andando dietro a lui, avrebbero portato un carico dolce e leggero (cfr. Mt 11,28-30).
Alla luce della Passione queste parole acquistano un significato enorme: il Cristo si è addossato quel giogo (che può essere anche identificato nella legge che uccideva condannando i peccatori) e ha liberato la nostra vita da ogni fardello. Il peso che noi non avremmo mai potuto scaricare ci è stato tolto e il male ha trovato un Salvatore.

"Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui".
Parole difficili da accettare, una salvezza gratis per noi ma non per lui!
Ha preso su di sé le conseguenze di ogni male perché noi ne fossimo liberati e potessimo vivere salvi da questa minaccia.
La salvezza è frutto del suo amore per noi. Il male non ha vinto, non ha impedito la manifestazione dell'amore immenso di Dio per l'umanità.

"Per le sue piaghe noi siamo stati guariti".
L'annuncio paradossale di Isaia va sempre più a fondo! Ma è l'annuncio della nostra vita che rinasce e ci spinge ad esultare di gioia.
Le piaghe del Messia sofferente sono medicina per la nostra vita. La sua sofferenza ha curato le nostre infermità. È un mistero che richiede silenzio, contemplazione e gratitudine. Questa la nostra opera di oggi, questa la nostra preghiera del venerdì santo!

Il cantico di Isaia, così lontano nel tempo dal Cristo e da noi, è di una profondità inaspettata e porta tutti i tratti della teologia della croce.
Leggiamolo con calma, preghiamolo con intensità, contempliamo senza distogliere lo sguardo: è la proclamazione della nostra salvezza!
Con la potenza dell'annuncio ci aiuta ad entrare in questo mistero d'amore e a liberarci dall'angoscia: noi guariti dalla Passione di Cristo! Questo lo stupore di questo giorno in cui la lode è così forte che sgorga direttamente dal cuore!

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Salmo 31 (30)
Commento del 04/12/2019

Seconda lettura di Eb 4,12-16
Commento del 16/01/2021

Commenti


  1. "Per le sue piaghe
    noi siamo stati guariti".
    È tempo di contemplazione.
    È tempo di gratitudine.
    È tempo di festa.
    "Per le sue piaghe
    noi siamo stati guariti".
    La nostra sofferenza è redenta.
    Le nostre lacrime asciugate.
    La nostra morte sconfitta.
    "Per le sue piaghe
    noi siamo stati guariti".
    Le sue piaghe medicina.
    Le sue piaghe speranza.
    Le sue piaghe benedizione.
    "Per le sue piaghe noi siamo stati guariti".

    RispondiElimina
  2. "Schiacciato per le nostre iniquità".


    Cosa c'è da commentare?
    Uno come me .cosa può commentare davanti a questo?

    SILENZIO e Pietà di me.

    RispondiElimina

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