Seconda lettura di domenica 30 aprile 2023
Perché vivessimo per la giustizia
1Pt 2, 20-25
"Carissimi, se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. A questo infatti siete stati chiamati, perché
anche Cristo patì per voi,
lasciandovi un esempio,
perché ne seguiate le orme:
egli non commise peccato
e non si trovò inganno sulla sua bocca;
insultato, non rispondeva con insulti,
maltrattato, non minacciava vendetta,
ma si affidava a colui che giudica con giustizia.
Egli portò i nostri peccati nel suo corpo
sul legno della croce, perché,
non vivendo più per il peccato,
vivessimo per la giustizia;
dalle sue piaghe siete stati guariti.
Eravate erranti come pecore,
ma ora siete stati ricondotti al pastore
e custode delle vostre anime".
Il battesimo antico era un simbolo chiaro: si veniva immersi completamente nell'acqua scendendo gli scalini, cioè si moriva da peccatori, e si risaliva con la veste bianca, quella del Figlio, dall'altra parte del fonte battesimale. La Pasqua di Gesù è il nostro battesimo: in questa immersione si incrocia la via di Dio e la nostra.
Nuovi e rinati in Cristo.
Pietro nella sua prima lettera esplora il mistero della passione, morte e resurrezione con la luce che viene dalla fede.
"Egli portò i nostri peccati nel suo corpo
sul legno della croce".
Si può leggere la croce come fallimento, resa, abbandono da parte di Dio, follia o stoltezza. Per l'apostolo la lettura è una sola: amore! Il corpo di Gesù diviene il teatro della redenzione.
Gesù condivide con noi la sua stessa carne. Egli si carica dei nostri peccati e li fa inchiodare col suo corpo al legno della croce.
La morte del Messia è salvezza perché con lui muore il nostro peccato; non ha più potere di distruggerci perché l'amore lo redime.
Il peccato è distruzione, male, offesa, lacerazione, negazione di amore, possesso, usurpazione. Come potevamo liberarci da tutto questo?
Noi affaticati e oppressi da un giogo insopportabile, scopriamo che lui ha preso quel gioco e lo ha portato su di sé, rendendo la nostra croce leggera e portabile (cfr. Mt 11, 28-30).
"Perché, non vivendo più per il peccato,
vivessimo per la giustizia".
E' un'affermazione che mi colpisce profondamente. La nostra vita è così segnata dal peccato che avremmo potuto vivere per lui! Vivere per il peccato, succubi di esso, destinati a non liberarci più di una tale violenza, fino a che il cuore ne fosse sopraffatto!
Se ora non siamo più schiavi di questo peso opprimente è stato per questa grazia immensa che ci ha riscattati. La croce ci ha liberati!
L'ingiustizia che ha portato l'innocente Gesù a morire come un assassino ci ha regalato la giustizia del Padre, pazzia ai nostri occhi, infinita carezza d'amore ai suoi occhi!
Noi non siamo giusti ma ci ritroviamo giustificati dalla morte di Gesù in croce. Resi giusti da chi non ha tenuto conto del male ricevuto, da chi quel male se l'è abbracciato per crocifiggerlo.
Ha distrutto per sempre il veleno che il male aveva su di noi, che era il non amore, il dubbio di essere soli nel cercare felicità, di essere figli orfani che non hanno un Padre.
"Dalle sue piaghe siete stati guariti".
E' franco Pietro, ha un linguaggio duro, fa male al sentirlo, ma è così. La nostra malattia mortale è stata guarita dalle ferite che la croce gli ha inflitto.
Il più grande peccato che l'umanità intera poteva fare era rinnegare la mano che l'aveva creata. E l'ha fatto. Ma quella che poteva essere la nostra condanna definitiva, assunta volontariamente dal Figlio, è diventata fonte di salvezza. Pietro ci annuncia che quello che è stato trafitto definitivamente è il peccato!
Sono piaghe gloriose, che portano vita: davanti al crocifisso si smonta ogni dubbio sul volto del Padre.
La fede pasquale ci permette di contemplare la croce di Gesù, il suo calvario, la sua sofferenza e la sua morte con gratitudine, lodando il Signore perché si è preso cura di noi senza risparmio, perché le sue braccia si sono spalancate per accoglierci tutti.
Abbiamo finito di vivere per il peccato: ora viviamo per la giustizia, certi dell'Amore di Dio per noi.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di At 2, 36-41
Commento dell'11/04/2023
Salmo 23 (22)
Commento del 22/02/2019
Seconda lettura di 1Pt 2, 20-25
Commento del 03/05/2020
Vangelo Gv 10, 1-10
Commento del 09/05/2022
"Dalle sue piaghe
RispondiEliminasiete stati guariti".
Ancora Buona Notizia.
Parola di Vita per me.
Le sue piaghe,
quelle del Cristo,
sono buone per me,
portano guarigione
alle mie piaghe.
Sembrava sofferenza inutile,
è invece medicina.
"Dalle sue piaghe
siete stati guariti".
Guariti da un amore ferito.
Guariti da un Dio crocifisso.
Guariti dalla vittoria sulla morte.
"Dalle sue piaghe
siete stati guariti".
Peccato dietro, alle spalle.
RispondiEliminaQuesto devo fare, come seguire il pastore perché lo riconosco RIGENERATORE, non bastonatore
Grazie papà