Vangelo del Venerdì Santo 7 aprile 2023

Non è consentito mettere a morte
Gv 18, 28-32

"28Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. 29Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest'uomo?». 30Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato». 31Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!».
Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno»".

La morte in croce di Gesù è, per il Vangelo di Giovanni, l'ora della gloria, il momento e il luogo in cui si rivela, come sotto un riflettore, quanto Dio ami l'uomo (cfr. Gv 3, 16).
Il Vangelo del discepolo amato è scandito da segni che ci conducono man mano alla croce, svelandoci così il suo senso più profondo.
Il racconto originale della passione secondo Giovanni è chiaramente un processo, un vero e proprio dibattito, in cui condannato e condannatore si alternano a seconda di chi prenda la parola.

"Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua".
La preoccupazione che vuole preservare la purezza, il non contaminarsi, sembrerebbe il massimo della pia devozione e invece diventa un intralcio, un "peccato" perché fa rimanere un passo indietro nella comprensione del mistero.
Gesù aveva detto ai farisei "voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito" (Lc 11, 52).
L'espressione "mangiare la Pasqua" fa capire che la cena ebraica, l'agnello in ogni famiglia, era la Pasqua. Come cambia il significato dal cuore che si mette nel segno!
Se si accentra tutto sul rito si può condannare un uomo a morte e sentirsi a posto e puri! Ma per noi "mangiare la Pasqua" non un rito esteriore, non un precetto per mettersi a posto con la religione. E' invece memoriale della cena eucaristica che riattualizza il dono e diventa oggi nutrimento per la nostra vita.

"Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest'uomo?». Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato»".
Un inutile balletto di parole tra capi religiosi e politici, uno scarica barile per impedire che si colga la mancanza di una vera accusa di colpevolezza.
Gesù è innocente, nessuna colpa gli può essere imputata a livello strettamente legale, quello di cui si occupavano i romani. Ma invece è reo agli occhi dei capi religiosi perché avevano intuito che con la sua predicazione metteva fine alla legge che era un'arma in mano a loro.
Da colui che passa beneficando tutti e liberando dal potere del diavolo (cfr. At 10, 38), Gesù viene fatto passare come "malfattore", colui che fa il male e che allontana da Dio!

"Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno»".
Ecco che si rivela la vera intenzione degli accusatori: vogliono la morte di Gesù! E si buttano la zappa sui piedi: a loro non è stato dato il potere di condannare a morte, né dai romani che governavano in Palestina, a cui era riservato il potere di emettere sentenze capitali, né da Dio.
Una Legge sacra che sentenzia la morte di chiunque fa impressione, è la negazione di sé stessa, è ripudiare colui che vorrebbe servire.
Dio è sempre per la vita, pronto a liberare dai pesi, per dare la possibilità ad ogni figlio e figlia di vivere nella pace.
Ogni cristiano dovrebbe ricordarsi questa affermazione: "A noi non è consentito mettere a morte nessuno"!
Non ci dimentichiamo che tante persone sono escluse dalle nostre chiese per una legge sacra. A questo punto ci dobbiamo chiedere se non sia pura invenzione umana!
La Passione del Cristo sia denuncia e svelamento dei poteri che allontanano dall'amore di Dio. Un vero cammino di fede è rinunciare a posizioni di comando che, come Giovanni ci rivela, sono alla fine mortali!
Non ci fa essere più devoti fare terra bruciata attorno a noi escludendo coloro che ci circondano, ritenendoli "peccatori".
La Chiesa impari dal suo Signore che non spezza una canna già incrinata, che non finisce di spegnere ogni piccola fiammella (cfr. Is 42, 3).
Meno precetti e leggi e più verità e amore: questo il messaggio che la Pasqua del Signore insegna ai nostri cuori.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Is 52, 13- 53, 12
Commento del 15/04/2022

Salmo 31 (30)
Commento del 04/12/2019 e Commento del 20/04/2021

Seconda lettura di Eb 4, 12-16
Commento del 16/01/2021 e Commento del 15/09/2022

Vangelo di Gv 18, 1-14
Commento del 10/04/2020

Vangelo di Gv 18, 15-27
Commento del 02/04/2021

Commenti

  1. "Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba".
    Finalmente!
    L'alba è arrivata.
    Inizia il giorno
    del dono più grande.
    L'Amore si renderà visibile.
    Tutti possono guardare
    a cosa porta l'amore senza limiti.
    Tutti possono vedere
    quanto ama Dio.
    Tutti possono stupirsi di un Amore che non si ferma davanti a niente.
    Era l'alba.
    L'inizio del giorno dell'Amore
    che non si può nascondere.
    Era l'alba del giorno luminoso
    che è oggi.
    "Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba".

    RispondiElimina
  2. A noi non è consentito mettere a morte nessuno»".
    Questo mi dà gioia ,mi fa capire quanta nefandezza c'è in chi vuole decidere con un assassinio,la risoluzione delle proprie beghe.
    Non è consentito
    No
    Fammi aprire sempre alla TUA logica di DONO ESTREMO,si estremo
    anche chiudendo gli occhi..........
    donarmi tutto,soffrendo ecc....ma donandomi tutto
    Così gusterò TE
    Non stando seduto a tavolino.
    Fammi fare il SALTO
    amen

    RispondiElimina

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