Terza lettura della veglia di Pasqua 9 aprile 2023

Nel mare all'asciutto
Es 14, 15-31

"In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino. Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli Israeliti entrino nel mare all’asciutto. Ecco, io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così che entrino dietro di loro e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri. Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri».
L’angelo di Dio, che precedeva l’accampamento d’Israele, cambiò posto e passò indietro. Anche la colonna di nube si mosse e dal davanti passò dietro. Andò a porsi tra l’accampamento degli Egiziani e quello d’Israele. La nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri durante tutta la notte.
Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore durante tutta la notte risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare sull’asciutto, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra. Gli Egiziani li inseguirono, e tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri entrarono dietro di loro in mezzo al mare.
Ma alla veglia del mattino il Signore, dalla colonna di fuoco e di nube, gettò uno sguardo sul campo degli Egiziani e lo mise in rotta. Frenò le ruote dei loro carri, così che a stento riuscivano a spingerle. Allora gli Egiziani dissero: «Fuggiamo di fronte a Israele, perché il Signore combatte per loro contro gli Egiziani!».
Il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano sul mare: le acque si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri». Mosè stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo livello consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro. Il Signore li travolse così in mezzo al mare. Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto l’esercito del faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne scampò neppure uno. Invece gli Israeliti avevano camminato sull’asciutto in mezzo al mare, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra.
In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani, e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare; Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro l’Egitto, e il popolo temette il Signore e credette in lui e in Mosè suo servo".


La grande liturgia della notte e del giorno di Pasqua apre un varco di luce nel mistero della resurrezione del Figlio e resurrezione nostra. E' così ricca di Parola che rimaniamo emozionati e colpiti dalla storia biblica che si snoda nelle nostre orecchie dall'inizio del mondo fino ad arrivare alla vita che non muore e che va oltre questo mondo.
La luce di questa notte è frutto di una lunga preparazione del Padre che, con armoniosa pedagogia di accompagnamento ad un popolo bambino, aveva previsto il frutto maturo del Figlio, donato all'umanità come compimento del suo progetto d'amore.
Una delle letture della notte, la terza tratta dall'Esodo, dice forse più di altre il dramma e la gioia, la paura e la liberazione che nel primo passaggio, nella prima pasqua d'Israele, segna l'accompagnamento indelebile del Dio vero che lotta e vince, che si mostra a favore di un gruppo di schiavi sofferenti.
(Per chi volesse approfondire le letture del giorno di Pasqua, meditate più volte in questi anni, rimando ai link messi in fondo alla pagina).

"In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino»".
Israele in fuga dalla tirannia del faraone sente crescere la fatica della fuga, il terrore per il nemico alle calcagna e l'incertezza del suo futuro. Anziché cercare consolazione, si ribella e si lamenta proprio con chi potrebbe trarlo fuori da questa angoscia, cioè il condottiero Mosè, che sua volta si lamenta con Dio.
Siamo ormai vicini alla manifestazione della vittoria di Dio sui nemici. Il popolo attraverserà camminando all'asciutto il mare e questo dialogo tra Dio e Mosè rivela quanto la fiducia possa rendere i passi saldi e vincere ogni paura e resistenza.
L'ordine è chiaro: riprendere il cammino e rimanere sulla via che il Signore traccia per i suoi figli. Non è fermandosi nel lamento che si arriva alla libertà!

"Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli Israeliti entrino nel mare all’asciutto".
Il bastone con cui Mosè ha fatto il braccio di ferro con il potente faraone d'Egitto, operando i prodigi che hanno piegato il suo cuore al volere del Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, continua ad essere un segno forte, questa volta mostrato al popolo di Dio.
Ogni ostacolo verso la libertà, anche il più tenebroso e invalidante per noi, nel nome del Signore si può superare. Niente ha la forza di ostacolare la forza della Parola del Dio liberatore!

"Ecco, io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così che entrino dietro di loro e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri".
Non è certo il modo che vorrebbero gli ebrei per risolvere la questione! Noi cerchiamo sempre vie d'uscita da bacchetta magica. Il Signore, nelle difficoltà che arrivano al massimo della pericolosità, mostra il suo braccio potente che libera dal male.
E così il cuore dei nemici inevitabilmente si ostina, si impunta: non si può darla vinta ad un branco di fuggitivi! Come aveva previsto il Signore, al vedere il mare diviso da una strada asciutta, entrano anch'essi in un pericolo mortale pur di braccare e schiacciare gli ebrei.
Mentre le acque sono vita per gli uni, divengono morte per gli altri. L'ostinazione del faraone, la sua superbia, il suo potere, porteranno alla morte del suo popolo. E' Pasqua!

Questo brano descrive il primo passaggio che nel cuore del popolo diventerà un memoriale di vittoria. Si fidano e vivono!
Anche noi, docili alla Parola del Padre, vediamo con i suoi occhi una strada possibile nell'abisso del mare.
Crediamo alle sue Parole: dalla morte si può passare incolumi, senza perdere la vita, tenendo gli occhi fissi sul Figlio che quel passaggio lo ha fatto per primo affinché tutti noi potessimo cantare, con i piedi all'asciutto, il canto di vittoria del Risorto.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno di Pasqua:

Prima lettura di At 10, 34a.37-43
Commento del 12/04/2020

Salmo 118 (117), 1-9
Commento del 17/09/2020

Seconda lettura di Col 3, 1-4
Commento del 04/04/2021

Vangelo di Gv 20, 1-9
Commento del 21/04/2019

Commenti

  1. Non ne scampò neppure uno
    Tutti i miei,i miei .quelli creati da me..sono sconfitti da TE o mio guerriero di pace
    Mi dai speranza per questa lotta continua,ove voglio che vinca il bene di me.
    Aiutami sempre,oggi mi amplifichi la TUA presenza,vincendo tutti i miei nemici.
    Grazie

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  2. "Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino".
    Il mio Dio è in cammino.
    Il suo popolo è in cammino.
    Il mio cuore, con lui è in cammino.
    Mi rimette in piedi.
    Da forza ai miei passi.
    Lui è il cammino.
    Lui è la meta.
    "Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino".

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