Prima lettura del 7 febbraio 2025
Non ti lascerò e non ti abbandonerò
Eb 13,1-8
"Fratelli, l’amore fraterno resti saldo. Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli. Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere, e di quelli che sono maltrattati, perché anche voi avete un corpo. Il matrimonio sia rispettato da tutti e il letto nuziale sia senza macchia. I fornicatori e gli adùlteri saranno giudicati da Dio.
La vostra condotta sia senza avarizia; accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: «Non ti lascerò e non ti abbandonerò». Così possiamo dire con fiducia:
«Il Signore è il mio aiuto, non avrò paura.
Che cosa può farmi l’uomo?».
Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la parola di Dio. Considerando attentamente l’esito finale della loro vita, imitatene la fede.
Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre!"
Dopo sofisticate riflessioni teologiche, tipiche della teologia del tempo, la Lettera agli Ebrei si avvia alla conclusione e ci offre indicazioni molto pratiche per la vita di tutti i giorni.
È il tesoro della Parola di Dio: grandi vette spirituali insieme a consigli semplici per la nostra quotidianità. E' un dono al servizio della nostra vita e della nostra fede.
In tempi moto difficili e impegnativi è necessario che qualcuno ci ricordi le cose essenziali: fraternità, sobrietà, carità reciproca. Ciò ci spinge a guardarci intorno, a non rimanere chiusi nella prigione del nostro piccolo mondo che si alimenta di egoismo e di paura.
"La vostra condotta sia senza avarizia".
La Scrittura parla di "avarizia insaziabile che è idolatria" (Col 3,5); l'attaccamento ai soldi, agli averi è roba da idolatri (cfr. Ef 5,5).
E' una prospettiva che spesso ci sfugge, come se ci fosse un certo tipo di virtù in coloro che accantonano molte ricchezze. In effetti è una strada che allontana dal Dio vero, che porta noi stessi e le nostre ricchezze al centro di ogni attenzione.
La fede è spinta a fidarsi del Signore, del suo aiuto che non dimentica nessuna creatura (cfr. Mt 6,25-26).
L'avarizia dice dipendenza, chiusura, possessività esagerata, indisponibilità alla condivisione. Il possesso è la prima schiavitù che non ha a che fare con lo stile di vita di un discepolo di Gesù.
"Accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: «Non ti lascerò e non ti abbandonerò»".
L'autore fa riferimento ad un versetto molto bello, pronunciato dal Signore dopo la morte di Mosè, su Giosuè suo successore nella guida del popolo: "Come sono stato con Mosè, così sarò con te: non ti lascerò né ti abbandonerò" (Gs 1,5).
E' una promessa confortante, che libera dalla preoccupazione che se non pensiamo a noi stessi non ci pensa nessuno.
La fiducia nell'amicizia di Dio e del suo interesse per la nostra vita ci toglie il terrore di non farcela, l'ossessione di organizzare un futuro che ha sempre un alone di pericolo e precarietà.
Sapersi accontentare serenamente è un'esercizio continuo che genera libertà interiore e gratuità verso chi non ha.
"Così possiamo dire con fiducia:
«Il Signore è il mio aiuto, non avrò paura.
Che cosa può farmi l’uomo?»".
Bellissima professione di fede ispirata al Salmo 118,6.
Arrivare a dire con fiducia che il Signore è mia difesa e mio custode, allarga il cuore, fa sentire la gioia dell'appagamento, la serenità di chi si sente amato teneramente.
Leggere pagine come questa mette nella giusta prospettiva il nostro tempo e la nostra storia. Siamo figli da sempre, ricolmati di doni spesso ignorati, che ci hanno fatto arrivare all'oggi, alla ricchezza di ciò che siamo.
Possiamo guardare al domani con serenità, liberi da ossessioni di beni che non servono a farci più felici.
Fidiamoci del Signore, non ci lascerà e non ci abbandonerà.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Eb 13,1-8
Commento del 05/02/2021
Salmo 27 (26),1
Commento del 25/03/2024
Vangelo di Mc 6,14-29
Commento del 03/02/2023
Il matrimonio sia rispettato da tutti
RispondiEliminaSi
Da tutti
Grazie Signore che me l'hai donato
TU
Tu sei l'artefice di questa comunione
Rendila sempre salda.
Amen
"Dio stesso ha detto:
RispondiElimina«Non ti lascerò e non ti abbandonerò»".
Meravigliosa promessa.
Degna di fiducia.
Fonte di sicurezza.
Sorgente di pace.
"Dio stesso ha detto:
«Non ti lascerò e non ti abbandonerò»".
Parola che voglio custodire.
Parola che ripeto al mio cuore.
Parola che è roccia
per questo mio giorno.
"Dio stesso ha detto:
«Non ti lascerò e non ti abbandonerò»".
s 1,5).
RispondiEliminaE' una promessa confortante, che libera dalla preoccupazione che se non pensiamo a noi stessi non ci pensa nessuno.
La fiducia nell'amicizia di Dio e del suo interesse per la nostra vita ci toglie il terrore di non farcela, l'ossessione di organizzare un futuro che ha sempre un alone di pericolo e precarietà.
Sapersi accontentare serenamente è un'esercizio continuo che genera libertà interiore e gratuità verso chi non ha.