Prima lettura del 5 febbraio 2021
"Fratelli, l’amore fraterno resti saldo. Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli. Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere, e di quelli che sono maltrattati, perché anche voi avete un corpo. Il matrimonio sia rispettato da tutti e il letto nuziale sia senza macchia. I fornicatori e gli adùlteri saranno giudicati da Dio.
La vostra condotta sia senza avarizia; accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: «Non ti lascerò e non ti abbandonerò». Così possiamo dire con fiducia:
«Il Signore è il mio aiuto, non avrò paura.
Che cosa può farmi l’uomo?».
Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la parola di Dio. Considerando attentamente l’esito finale della loro vita, imitatene la fede.
Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre!"
La lettera agli Ebrei ha parole molto concrete a proposito dell'amore fraterno e della comunità. Non è semplicemente uno dei tanti argomenti ma è il frutto maturo dell'esperienza cristiana.
"Fratelli, l’amore fraterno resti saldo. Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli".
L'autore si riferisce ad un'episodio della vita di Abramo raccontato nel capitolo 18 della Genesi: il patriarca dà ospitalità a tre forestieri di passaggio scoprendo poi che quei tre messaggeri sono in fondo è Dio stesso (cfr. Gen 18, 1-5).
L'ospitalità per gli orientali è sacra; rifocillare un forestiero nel deserto è salvarlo da morte certa. L'accoglienza è inoltre apertura al diverso e al nuovo: per questo nella Bibbia è fondamentale nell'esperienza di Abramo e di ogni uomo di fede che vede nell'incontro la visita del Signore.
"Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere, e di quelli che sono maltrattati, perché anche voi avete un corpo".
Il pensiero va ora si fratelli in carcere e alle persone che non vengono trattate come tali ma maltrattate, offese nel corpo e nello spirito.
La motivazione è semplice e stupefacente ad un tempo: abbiamo in comune la stessa carne, siamo fatti con lo stesso corpo, non si può essere sordi alla sofferenze degli altri.
"Il matrimonio sia rispettato da tutti e il letto nuziale sia senza macchia. I fornicatori e gli adùlteri saranno giudicati da Dio".
Una parola anche sul matrimonio cristiano che esige di essere custodito e rispettato con una responsabilità che coinvolge tutta la vita.
Dio stesso è attento e vigila. Chi trasgredisce avrà come giudice Il Padre che sana le ferite e porta riconciliazione e pace nell'intimità delle case dove le persone non riescono a trovarla.
"La vostra condotta sia senza avarizia; accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: «Non ti lascerò e non ti abbandonerò»".
L'avarizia è stigmatizza come contraria alla fiducia in Dio, che provvede non abbandonando nessuno nel bisogno.
Una visione della vita non attaccata alle proprie cose come diritti assoluti, un porsi davanti agli altri senza grettezza, apre a scoprire doni immensi nella provvidenza di Dio che ripaga togliendo dalla solitudine e dall'aridità. Dio stesso si farà presente nei fratelli.
"Così possiamo dire con fiducia:
«Il Signore è il mio aiuto, non avrò paura.
Che cosa può farmi l’uomo?»".
Il versetto 12 del salmo 56 sostiene nella fatica della vita cristiana provata ma non abbandonata, faticosa ma confortata dal Dio vivente che aiuta e sorregge ogni uomo. È una gioia proclamare con la propria bocca quanto la sua provvidenza sia stata evidente nella nostra vita!
"Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la parola di Dio. Considerando attentamente l’esito finale della loro vita, imitatene la fede".
Infine l'esortazione a ricordare con carità i capi, gli apostoli, i missionari, gli annunciatori, i catechisti.
In che cosa sono da imitare? Certamente nella fede, nel modo con cui essi prima di noi hanno abbandonato l'avarizia esistenziale per fidarsi di chi ripete sempre: non temere!
È una parola di grande discernimento che vale per chiunque ammiriamo: scrutare con attenzione la sua vita ed imitarne la fede.
"Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre!"
Una bella affermazione di fede che mostra Gesù come il centro e il senso immutabile di tutta la storia. Tutto cambia e passa ma il Cristo rimane fedele e giusto. A lui ci si può affidare con certezza.
Certi che il Signore è compagno di cammino, possiamo finire di temere gli altri come nemici alla nostra vita.
"Il Signore è il mio aiuto, non avrò paura": questa certezza ci accompagni, recuperando la fiducia nel prossimo, dandogli ospitalità nella nostra vita.
RispondiElimina"Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre!" Ecco la roccia del mio cuore, della mia mente, della mia vita. Tutto passa velocemente. Appare e si disperde ogni cosa dentro me. Il Cristo, Amore presente, pace operante, gioia profonda, luce senza tramonto, rimane fedele, immutabile, non passa. Su lui fisso i miei occhi, su lui oriento il mio cuore, su lui ancoro la mia mente, in lui immergo il mio spirito.
"Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre!" La mia fortuna, sicurezza per la mia fragilità, pace per la mia inquietudine.
«Il Signore è il mio aiuto, non avrò paura.
RispondiEliminaChe cosa può farmi l’uomo?».
Il mio simile che mi vive accanto,mi viene allo studio,incontro per strada,
è un mio simile!
E' uguale a me!
Ha un cuore,una meta a cui ambire;ha altresì dei limiti.
La sua vita è fine a sè stessa;non è immortale.
ECCO
accogliere il mio simile come un agnellino,m'è difficile;ma se mi scruto bene e considero effettivamente la realtà delle cose,è un mio fratello.
Su questo devo lavorare!
Grazie Signore che mi svuoti come un calzino.
Dal messaggio di ieri di papa Francesco per la giornata della fratellanza umana
RispondiElimina"Oggi non c’è tempo per l’indifferenza. Non possiamo lavarcene le mani, con la distanza, con la non-curanza, col disinteresse. O siamo fratelli – consentitemi –, o crolla tutto. È la frontiera. La frontiera sulla quale dobbiamo costruire; è la sfida del nostro secolo, è la sfida dei nostri tempi.