Salmo dell'11 novembre 2019

Mi risveglio e sono ancora con te!
Sal 139 (138), 1-18

"1 Al maestro del coro. Di Davide. Salmo.

Signore, tu mi scruti e mi conosci,
2 tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,

3 osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.

4 La mia parola non è ancora sulla lingua
ed ecco, Signore, già la conosci tutta.

5 Alle spalle e di fronte mi circondi
e poni su di me la tua mano.

6 Meravigliosa per me la tua conoscenza,
troppo alta, per me inaccessibile.

7 Dove andare lontano dal tuo spirito?
Dove fuggire dalla tua presenza?

8 Se salgo in cielo, là tu sei;
se scendo negli inferi, eccoti.

9 Se prendo le ali dell'aurora
per abitare all'estremità del mare,

10 anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.

11 Se dico: «Almeno le tenebre mi avvolgano
e la luce intorno a me sia notte»,

12 nemmeno le tenebre per te sono tenebre
e la notte è luminosa come il giorno;
per te le tenebre sono come luce.

13 Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.

14 Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda;
meravigliose sono le tue opere,
le riconosce pienamente l'anima mia.

15 Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
ricamato nelle profondità della terra.

16 Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi;
erano tutti scritti nel tuo libro i giorni che furono fissati
quando ancora non ne esisteva uno.

17 Quanto profondi per me i tuoi pensieri,
quanto grande il loro numero, o Dio!

18 Se volessi contarli, sono più della sabbia.
Mi risveglio e sono ancora con te".


Ci fermiamo a meditare questo bellissimo salmo nei primi 18 versetti.
Sono parole di intensa preghiera da cui traspare una certezza: il salmista è sicuro che la vicinanza sempre più forte col Signore sia una salvezza!
Si sente amato veramente e anche se il suo intimo può essere nascosto a chiunque, per grazia, è invece sempre sotto gli occhi penetranti di Dio.
Niente è nascosto agli occhi del Signore e questo riempie di meraviglia il salmista.

"Signore, tu mi scruti e mi conosci".
Due verbi, scrutare e conoscere, che in Dio raggiungono la loro massima espressione. Dietro a questi due modi di Dio di essere presente nelle nostre vite, si snoda il resto della preghiera. Il salmista si sente sotto l'attenzione dei suoi occhi e perciò contento di questa vicinanza.
"Tu mi scruti": L'atto di scrutare è legata al discernimento, al distinguere attentamente, a non lasciarsi sfuggire nemmeno la più piccola cosa.
Nella Bibbia ciò che si scruta è la Scrittura: anche oggi la "scrutatio" è un'immersione nella Parola, lasciandogli spazio affinché penetri intimamente e diventi carne nostra.
Il salmista implora che il Signore lo scruti: è chiesto il suo sguardo d'amore e non certo quello di un'investigazione da polizia criminale. Chi ama guarda nel profondo degli occhi e scopre il tesoro che l'amato gli rivela.

Noi siamo pagina scritta da Dio e dagli altri che ci amano. Essere scrutati così, senza un giudizio di condanna, ci rivela la nostra preziosità.
"Mi conosci": l'essere conosciuti ci toglie dall'anonimato, ci fa emergere nella nostra originalità e individualità.
Salva è una persona che può dire: io sono conosciuto da un'altro! Non si può avere serenità e pace se la nostra vita non è conosciuta e perdonata profondamente.

E conoscere per un semita è fare esperienza. Non si tratta mai di una conoscenza intellettuale, come spesso la intendiamo noi uomini moderni, ma è comprendere il cuore di chi ci sta di fronte, all'interno di una relazione reciproca.

Sedere e alzarsi, camminare e riposarsi: con queste azioni opposte si indica la totalità dello sguardo di Dio: mai la nostra vita è lasciata nel dimenticatoio. E non c'è giudizio morale su cosa facciamo: ogni momento, di riposo o di attiva carità, di apatia o di fervore, è visto dal Signore con amore perché guarda a tutta nostra vita senza scartare niente.
Il Salmo ci insegna a non giudicare noi stessi, a non far coincidere il nostro valore con il nostro operato: "osservi il mio cammino e il mio riposo, ti sono note tutte le mie vie".
Vicinanza e intimità sono possibili al Signore nonostante la distanza: "intendi da lontano i miei pensieri"!
Tutte le vie dell'uomo sono note al Signore, le conosce perché le percorre tutte con ogni uomo. Nessuna delle vie in cui l'uomo si avventura, neanche la più inutile e dannosa, sfugge allo sguardo amorevole del Signore.

"La mia parola non è ancora sulla lingua
ed ecco, Signore, già la conosci tutta".

Quante volte cerchiamo di spiegare cosa abbiamo dentro eppure non troviamo parole per far comprendere agli altri cosa stiamo provando! E' una sensazione di grande solitudine.
Con il Signore sono impossibili le incomprensioni verbali: il Signore coglie tutte le nostre parole mentre ancora vengono concepite nel cuore. Egli conosce, ascolta ogni parola dell'uomo, prima che arrivi ad essere pronunciata nell'ambiguità del linguaggio.

"Alle spalle e di fronte mi circondi
e poni su di me la tua mano".
È avvolgente la presenza del Signore. Costituisce intorno ad ogni uomo una fortezza di cui sempre lui è copertura.
Sicurezza, protezione, cura: così il Signore si manifesta ad ogni figlio.

"Meravigliosa per me la tua conoscenza,
troppo alta, per me inaccessibile".
Il confronto con la meravigliosa sapienza di Dio ci fa scoprire il nostro limite e la nostra povertà nel guardare il creato. Ci sentiamo preceduti e superati da una sapienza, un gusto, che riempie il mondo e gli dà senso.

Nella preghiera nasce la domanda: esiste un posto dove non mi può raggiungere? La risposta è meravigliosa: no, nessun posto per il suo sguardo è impossibile o impenetrabile.
"Se salgo in cielo, là tu sei;
se scendo negli inferi, eccoti".

Neanche nelle tenebre e negli abissi il Signore mi perde di vista!

"Se prendo le ali dell'aurora per abitare all'estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra".

Quante volte avremmo voluto scrollarci da dosso la sua presenza? A volte la certezza di essere con lui ci è pesata, ci è sembrata invasiva, opprimente, soffocante.
Il salmista non se lo nasconde, anzi, benedice il passato in cui è stato afferrato dalla destra del Padre che non lo ha lasciato nell'oblio che aveva ricercato come desiderio di "libertà".

"Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre".

Lo sguardo dall'esterno di volge ora verso l'interno: non era sola mia madre quando in "dolce attesa" immaginava la mia vita futura. Insieme a lei un altro Tessitore preparava la tela preziosa, per me e per ogni vita che viene in questo mondo.

Stupore e lode sono la conseguenza di queste scoperte emerse nella meditazione e nella preghiera: "hai fatto di me una meraviglia stupenda!"
La fede ci da lo sguardo giusto per vedere le azioni di grazia che il Signore opera in noi e attorno a noi.
Quando diventiamo giudici implacabili della nostra vita, buttando via certezze e bellezze, scoprire perché siamo al mondo e quale volontà amorevole ci ha preceduto, ci salva dalla disperazione e dal "suicidio" relazionale.

"Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi;
erano tutti scritti nel tuo libro i giorni che furono fissati
quando ancora non ne esisteva uno".
Il Signore precede il mio esistere e mi accompagna fin dagli albori del mio cominciare a vivere. Sapersi conosciuto cosi, da sempre e intimamente, è fonte di grande consolazione.

"Quanto profondi per me i tuoi pensieri,
quanto grande il loro numero, o Dio!".

Quanta attenzione, quanta preoccupazione da parte di Dio per la mia vita!
"Se volessi contarli, sono più della sabbia.
Mi risveglio e sono ancora con te".

Non basta una vita per penetrare i pensieri che Dio ha per ogni uomo.

Questo versetto del salmo ci rivela il momento in cui il fedele si sofferma su queste domande così decisive: è nella notte che scopre quanto tutta la sua vita sia assunta e amata dal suo Dio!
Nelle tenebre medita questa immensità che lo trascende e al risveglio scopre di essere lì, sempre al suo cospetto, davanti al suo sguardo.
Qui abbiamo un discreto richiamo al sonno della morte: neanche la morte potrà separarci dal suo sguardo o strapparci lontano dall'amore di Dio (cfr. Rm 8, 38)
Questo il salmo ci trasmette che oltre la vita, oltre ogni limite, oltre la nostra immaginazione, la vicinanza del Signore non verrà meno e ci conforterà, per sempre.

Commenti

  1. Molte volte noi siamo preoccupati soprattutto di sapere come noi dobbiamo essere, e fare! Qui, invece, tutto è soprattutto ammirazione per come Dio è, e fa, con noi e per noi!
    Innanzi tutto, come ci conosce e ci osserva. Addirittura, come ci previene. Di tutto questo, al ver.6, noi meravigliati lo lodiamo per una conoscenza per noi “inaccessibile”!
    Al punto che è impossibile sfuggire a questa presenza! Dappertutto Lui addirittura, appunto, ci precede. Cielo e inferi ed estremità del mare…dappertutto lo troviamo! E lo troviamo ad operare il bene per noi: “Anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra” (ver.10).
    E se l‘immagine delle tenebre vuol significare anche gli orizzonti negativi della nostra persona, e tentiamo di sfuggirgli: “Almeno le tenebre mi avvolgano e la luce intorno a me sia notte” (ver.11), il salmista dice: “Nemmeno le tenebre per te sono tenebre e la notte è luminosa come il giorno: per te le tenebre sono come luce” (ver.12). Dunque, nemmeno la nostra vita cattiva lo tiene lontani da noi!
    (Giovanni Nicolini)

    RispondiElimina
  2. Capita oggi, ed è sempre capitato, che uno si sente accusato,
    ma si sente anche innocente. Il salmista, nella sua fede, ne cerca una spiegazione di fronte a Dio.
    In una prima strofa (vv. 1-6), egli si affida totalmente al giudizio di
    Dio, l’unico che sa tutto di lui: Signore, tu mi scruti e mi conosci… ti sono note tutte le mie vie. Questa totale trasparenza verso Dio non lo porta a sentimenti di paura, ma di meraviglia verso un Dio che non lo lascia mai solo: Meravigliosa la tua conoscenza, troppo alta, per me inaccessibile.
    Questa meraviglia diventa il tema della seconda strofa (vv. 7-14a),
    dove il salmista, immaginandosi per assurdo come se fosse, a suo
    danno, un fuggitivo da Dio, si sente sempre cercato e ritrovato da Dio
    stesso, anche nelle più imperscrutabili delle notti, perché nemmeno le
    tenebre per te sono tenebre, e la notte è luminosa come il giorno (v. 12). Il salmista non trova altra spiegazione a questa continua presenza amorevole di Dio che dedurne che Dio stesso è per lui più di una madre: Sei tu che hai formato i miei reni, e mi hai tessuto nel grembo di mia
    madre (v. 13). La meraviglia ora diventa motivo di lode, e il salmista, a causa di questo suo intimo rapporto con Dio, si sente egli stesso parte,
    pur accusato, di questa meravigliosa realtà divina. Io ti rendo grazie: hai
    fatto di una meraviglia stupenda (v. 14a).
    Di nuovo, il tema annunciato dell’intimo rapporto con Dio, sentito
    come madre e creatore, diventa il centro della strofa seguente (vv. 14b-18), dove il salmista arriva a sperare o immaginare una sua conoscenza di Dio che veramente sancisca una solidarietà ormai indissolubile; mi risveglio e sono ancora con te (v. 18b)
    (www.sufueddu.it)

    RispondiElimina
  3. Che Dio conosca intimamente ogni essere umano, negli scritti del Nuovo Testamento è talora ricordato in modo esplicito, ad esempio quando Pietro ripete all’assemblea di Gerusalemme il racconto della sorprendente conversione di Cornelio: «…e Dio, che conosce i cuori, rese loro testimonianza dando ad essi lo Spirito Santo allo stesso modo che a noi…» (At 15,8). Nella medesima prospettiva la lettera agli Ebrei afferma che la parola di Dio, «più penetrante di una spada a doppio taglio (…) discerne i pensieri e le intenzioni del cuore»; in realtà, «davanti a lui nessuna creatura è nascosta, ma tutto è aperto e nudo ai suoi occhi» (Eb 4,12-13).

    Lo stupore del salmista di fronte alla sovrana onniscienza divina (vv. 6.17-18) – quasi una variazione rispetto al ritornello del Sal 8: «Quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!» – sotto la penna di Paolo si trasforma in un inno al disegno meraviglioso di Dio, che vuole portare a compimento il suo progetto di salvezza per tutta l’umanità:

    O profondità delle ricchezze, della sapienza e della conoscenza di Dio! Come sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! (Rm 11,33).
    (incamminoverso.unblog)

    RispondiElimina
  4. "la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l'anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore. 13 E non v'è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui; ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo render conto."(Eb4,12-13) Signore, tu avvolgi la nostra esistenza con l amore ineffabile del tuo sguardo, che vi pervade ovunque, in ogni istante e da sempre: sii la luce di ogni nostro pensiero o desiderio, e guidavi sulla via della vita.

    RispondiElimina
  5. Questo salmo è di una meraviglia assoluta, mi ha incantata. Leggo e rileggo e non posso fare altro che pregare e ringraziare il Padre, ogni rigo è ricco di una pura bellezza e genuinità. Sono davvero come un prodigio Signore ai tuoi occhi? Ti benedico Padre Santo.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Perché un blog con questo titolo?!

Vangelo del 12 gennaio 2019

Vangelo dei domenica 13 gennaio 2019

Salmo 23 per il mio papà

Prima lettura del 21 agosto 2019