Prima lettura del 4 novembre 2019

I doni di Dio sono irrevocabili
Rm 11, 29-36

"Fratelli, i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!
O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio?
Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen".


Paolo dedica i capitoli 9-11 della lettera ai Romani ad una lunga riflessione sul mistero di Israele, popolo dell'attesa che, paradossalmente, ha rifiutato il Messia Gesù.
Da fariseo osservante porta una pena nel cuore per questa frattura, vissuta nella sua stessa carne, che ha dovuto abbandonare le certezze antiche per convertirsi radicalmente al Vangelo.
Che fine ha fatto tutta la rivelazione precedente a Cristo? Che ruolo ha quella ricchezza nell'economia della salvezza, visto che il ruolo di culla del Messia, casa e dimora del Signore in terra è stata disattesa dal rifiuto di accogliere un Dio fragile, troppo umano, incarnato e figlio?
Paolo cerca di capire qual'è il nuovo ruolo del popolo eletto in questa fase della storia della salvezza dalla Resurrezione alla Parusia.
In questo brano siamo alla conclusione del suo ragionamento e quello che dice di Israele contiene, come sempre, la Buona Notizia per noi.

"I doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!"
Lo scrive Paolo pensando all'alleanza con Israele, ma facendo una considerazione di tipo più universale. I doni di Dio sono veri doni, che non vengono richiesti indietro in nessun caso, neanche quando rompiamo l'alleanza con lui.
I suoi doni non tornano indietro perché il suo amore non torna indietro. Dio ama sino alla fine, immeritatamente, gratuitamente.

Con un ragionamento rabbinico, Paolo riassume la storia di Israele e degli altri popoli come storia di ribellione e rifiuto dell'amore di Dio. Gli uni e gli altri popoli ottengono misericordia come risposta alla disobbedienza.
E Paolo tira una conclusione coraggiosa e illuminante:
"Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!"
Una cosa accomuna tutti ma proprio tutti: la disobbedienza.
Tutti fuori legge e a tutti è perdonato; tutti disobbedienti e tutti rivestiti di misericordia.
Rinchiusi nella disobbedienza: costretti a guardare l'angusta strettoia che soffoca la vita, tutti messi di fronte ad una schiavitù che imprigiona e deturpa la possibilità di amare.
Per essere misericordioso: Dio è ricorso ad uno stratagemma per poter essere misericordioso verso tutti, per guadagnarsi ogni figlio, fino all'ultimo!
Questa frase di Paolo è commovente: Dio ha scelto un modo universale per dimostrare quanto amore è disposto ad avere per ognuno di noi.
Papa Bergoglio, nell'omelia del 6 novembre 2017, diceva: "Penso che può farci bene pensare oggi alla nostra elezione, alle promesse che il Signore ci ha fatto e come vivo io l’alleanza con il Signore. E come mi lascio – permettetemi la parola – misericordiare dal Signore, davanti ai miei peccati, alle mie disobbedienze".

"O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio!"

Nella tradizione sapienziale della Bibbia lo stupore per l'infinita sapienza di Dio trova grande spazio, tanti gli inni di lode in questo senso. Sapienza e conoscenza di Dio hanno la "profondità" di Dio stesso.
E Paolo di fronte a tanta sapienza esulta nella lode.

"Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!"
L'uomo che intuisce la grandezza della sapienza del Signore tocca con mano il suo limite ed è cosciente che tanta parte di Dio e del suo mistero è "insondabile", "inaccessibile" e, purtroppo, inaccettabile!
Troppo spesso lo dimentichiamo e vorremmo fare i conti in tasca a Dio o suggerirgli come raddrizzare le cose.
Ma in momenti "illuminati" basta soffermarsi su un unico aspetto del suo disegno di salvezza, per trasecolare di gioia e di gratitudine per i giudizi del Signore che ci hanno preceduto e ci superano.

"Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio?"
Paolo citando Isaia (cfr. Is 40, 13) e Giobbe (cfr. Gb 15, 8), si mette sulla scia di chi riconosce che Dio non ha certo bisogno dei nostri consigli, non siamo certo stati noi i primi a prendere l'iniziativa spingendo Dio al contraccambio.
La sua sapienza precede ogni cosa ed è sempre lui per primo a fare dei passi verso di noi. La nostra lode, il nostro amore, il bene che ci abita, sono sempre e solo risposte alla primigenia iniziativa amante di Dio.

"Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli".
Con uno sguardo universale e cosmico Paolo riconosce che tutto ciò che esiste ha origine in lui, vive grazie a lui, è per lui e a lui fa ritorno.

È bellissimo pensare il mondo così! Che tristezza vederlo come un procedere incerto, nato dal caos e destinato a finire per opera dell'uomo o degli elementi naturali che si deteriorano!
Dio è sorgente che da acqua per sempre, motivo, vita e approdo di tutto ciò che esiste.

"Amen".
La conclusione del suo lungo riflettere è solenne.
"Amen" conclude con fiducia ogni preghiera e ogni profonda riflessione su Dio. Alla fine tutto è rimesso nelle due mani, tutto è affidato ancora una volta alla sua sapienza.
"Amen" è riconoscere che la nostra riflessione, il nostro incedere posandoci sul mistero di Dio per alcuni attimi, è nulla rispetto alla complessità della sua volontà e del suo lungimirante vedere.
Ciò che Paolo ha scritto è stato fondamento della predicazione ai gentili, conversione di tanti israeliti al Vangelo e base per la fondazione di comunità ancorate saldamente all'Amen del Padre, Cristo Gesù (cfr. Ap 3, 14).
Tutto questo è, sempre più, fondamento della nostra fede e perciò il nostro "Amen" si unisce al suo.

Commenti

  1. Gli aspetti fondamentali del piano di salvezza del Signore sono profondi, non si finisce mai di conoscerli nelle loro sfaccettature più nascoste. Tali aspetti sono: la ricchezza, cioè le inesauribili risorse di grazia; la sophia, cioè la sapiente progettazione; la conoscenza, cioè una dinamica di elezione gratuita. Ciò che fa il Signore non si può conoscere fino in fondo. I suoi giudizi va inteso qui nel senso di gesti della sua giustizia salvifica. Il Signore è giusto e ci rende giusti.
    (Monastero Matris Domini)

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  2. Il rifiuto di Cristo di una parte di Israele ha facilitato l'ingresso dei pagani alla fede (“Ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza”), ma nello stesso tempo Israele si è chiuso nella disobbedienza rifiutando di ascoltare la gelosia che nasceva spontanea nel suo cuore. Così Israele chiuso nella disobbedienza conoscerà la misericordia di Dio, quando tutte le nazioni saranno entrate a far parte della Chiesa, allora la gelosia opererà il suo positivo effetto sbloccando Israele.

    “O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie”. Paolo ha spinto la sua speculazione agli estremi delle sue possibilità sulla base dell'esperienza della gelosia provata dai Giudei, ma deve fermarsi riconoscendo che i giudizi di Dio e le sue vie sono inaccessibili alla mente umana.
    (Paolo Berti)

     

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  3. Bellissimo: i doni di Dio dono irrevocabili ci attesta Paolo. L esperienza del popolo di Dio ci ricorda che la fedeltà di Dio al suo dono non dipende dalla nostra corrispondenza. Nel dono si esprime il cuore stesso dell' Altissimo che rimane fedele a se stesso anche quando noi perdiamo la strada dell' amore.

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  4. Paolo si lascia andare a una meraviglia che deve diventare la nostra."o chi gli ha dato qualcosa per primo tanto fa riceverne il contraccambio?" La memoria stupita e grata per il dono che siamo, non può che generare una voglia matta di donare a nostra volta per il semplice gusto di compiere dei gesti di umanità e di bontà che attestano la nostra parentale divina. Passare dalla economia di mercato all economia del dono potrebbe rendere questo mondo un vero paradiso.

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  5. Dono GRATIS per tutti, a prescindere dal rifiuto o accettazione!
    Misericordia re.

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    Risposte
    1. Grazie Signore,
      Tu sei gratuità:
      Tu doni e ti doni.
      È questa la tua legge;
      la legge del perdono,
      della

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    2. Grazie Signore,
      Tu sei gratuità :
      Tu doni e ti doni.
      È questa la tua legge,
      la legge del perdono;
      la legge della misericordia;
      la legge dell'accoglienza.
      Che io la possa testimoniare nella mia vita

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