Salmo del 30 maggio 2020


Nel Signore mi sono rifugiato
Salmo 11 (10)

1 Al maestro del coro. Di Davide.

Nel Signore mi sono rifugiato.
Come potete dirmi:
«Fuggi come un passero verso il monte»?

2 Ecco, i malvagi tendono l'arco,
aggiustano la freccia sulla corda
per colpire nell'ombra i retti di cuore.

3 Quando sono scosse le fondamenta,
il giusto che cosa può fare?

4 Ma il Signore sta nel suo tempio santo,
il Signore ha il trono nei cieli.
I suoi occhi osservano attenti,
le sue pupille scrutano l'uomo.

5 Il Signore scruta giusti e malvagi,
egli odia chi ama la violenza.

6 Brace, fuoco e zolfo farà piovere sui malvagi;
vento bruciante toccherà loro in sorte.

7 Giusto è il Signore, ama le cose giuste;
gli uomini retti contempleranno il suo volto".


Un tema tra i più presenti nel Salterio è quello del giusto perseguitato dall'empio.
Una lotta subita dal giusto come persecuzione e sopraffazione trova, nell'invocare il Signore, l'unica via d'uscita.

"Nel Signore mi sono rifugiato.
Come potete dirmi:
«Fuggi come un passero verso il monte»?"

Il salmista sembra rivolgersi a chi lo conosce bene, forse a quelli della sua casa.

Coloro che gli sono vicini dovrebbero sapere che ha affidato la sua vita al Signore: come fanno adesso a spingerlo su altre vie?
Questo gli fa male, che chi lo ama lo voglia allontanare dal Signore che gli è stato vicino sempre!
Colpisce la sua fiducia ora che è nella prova; non fa presa su di lui l'opportunismo miope di chi lo invita al "si salvi chi può"! Anzi lo sprona a trovare ancora di più le ragioni del suo affidarsi al Signore.
Non ha senso fuggire, pensare di evitare la lotta girando le spalle ai problemi. Il saggio sa che non è nella fuga che le prove si superano, ma nel vivere, docile, le vie che il Signore mostra e in cui viene in soccorso la sua mano.
Le strategie umane sono lasciate a chi si basa sulle proprie forze e le proprie astuzie; strade solo apparentemente facili per chi non ha esperienza della vicinanza amorevole di Dio.

"Ecco, i malvagi tendono l'arco,
aggiustano la freccia sulla corda

per colpire nell'ombra i retti di cuore".
Scena essenziale che mostra l'insidia che circonda il salmista, la sensazione che prova nel sentirsi circondato e braccato.

E' impossibile camminare sicuri se ci si sente circondati da cecchini che ci hanno sotto il loro mirino! La nostra vita sotto lo sguardo di chi cammina?

"Quando sono scosse le fondamenta,
il giusto che cosa può fare?".

Il salmo pone una domanda difficile da affrontare, che ci siamo fatti tante volte di fronte a tragedie che hanno colpito altri e che ci spaventano al solo ascoltarle!
Quando vacillano le certezze, quando la vita mette di fronte a problemi più grandi di noi che ci fanno tremare, se le nostre sicurezze e le nostre possibilità sono finite, cosa fare?
Una risposta di fede viene dal Talmud: stare fermi!
Ottimo consiglio, che si scontra con il fuggi fuggi dettato dalla paura e che getta in problemi ben più gravi!.
Infatti prendere decisioni, iniziare o concludere qualcosa quando si è in una grande sofferenza o nell'angoscia porta sempre dalla parte sbagliata. Bisogna aspettare di nuovo il sereno dopo la tempesta, la quiete dopo il terremoto, affinché alle prime luci dopo la nottata difficile, ci si possa muovere di nuovo.

"Ma il Signore sta nel suo tempio santo,
il Signore ha il trono nei cieli.
I suoi occhi osservano attenti,
le sue pupille scrutano l'uomo".

Tutto vacilla e tutto è instabile: questo ci viene da pensare quando il nostro piccolo mondo trema!
Ma il salmista alza lo sguardo: all'instabilità della propria vita fa da contrappeso la stabilità di Dio, che si mostra nella maestà del suo Tempio.
E il Signore non è indifferente come potrebbe sembrare, pensandolo distaccato di fronte alla sorte dei poveri e dei perseguitati.
Il suo sguardo è attento, scruta la realtà dal di dentro, perché è vicino a chi sta nel dolore..

"Il Signore scruta giusti e malvagi,
egli odia chi ama la violenza".

Scrutare è vedere in profondità, conoscere oltre le apparenze.
Questo è il giudizio di Dio: portare alla luce quello che è nascosto e informe, dargli un nome, discernere ciò che è per il bene dell'uomo e ciò che lo uccide.
Odio e violenza sono contrari al Dio Amore perché sono mortali per i suoi figli. Chi le ama non può certo mai farlo in nome di Dio,.

"Brace, fuoco e zolfo farà piovere sui malvagi;
vento bruciante toccherà loro in sorte".

È un immagine potente che riprende i fuochi con cui di bruciavano le erbacce dei campi. I malvagi non possono sperare in un buon raccolto ma resteranno con la cenere del loro inutile potere.
Chi conosce e ha fiducia nel giudizio di Dio, invoca la sua azione, l'unica che discerne il bene, che estirpa un male radicato che solo lui può distruggere.
Anche il culto, che sembra la cosa più alta che un uomo possa fare, ha bisogno di essere purificato dalla sua azione (cfr. Mal 3, 3): tutto dell'uomo va redento, tutto perdonato e portato alla verità!
Come sappiamo dal Vangelo, il Signore non si accanisce sul peccatore, ma rende vane le sue opere distorte che recano danno a lui e ai fratelli.

"Giusto è il Signore, ama le cose giuste;gli uomini retti contempleranno il suo volto".
La fiducia profonda espressa in questo versetto è la speranza di chiunque si sente oppresso dal male.
Il primo timore che si ha nella sofferenza è viverla in solitudine.
Il salmista non dice che i problemi svaniscono, ma che colui che si affida al Signore, si ritrova sotto il suo sguardo, si specchia nel suo volto, sente la sua mano che lo sorregge, la sua parola che lo rinfranca.
Il giusto ha nel Signore, fedele per sempre e determinato nel portare tutti i suoi figli alla salvezza, la roccia, l'amen a cui aggrapparsi nella tempesta e nel dolore.
L'uomo di fede non fugge come un passero sui monti: che sicurezza potrebbe trovare?
Invece, come un figlio, si riposa all'ombra delle ali del Padre e ritrova il coraggio di volare!

Commenti

  1. Una deliziosa, piccola lirica, colma di pace e di serenità, scandita dal nome sacro di Dio: JHWH risuona all'inizio (v. 1), tre volte al centro (w. 4-5) ed echeggia in finale (v. 7). In un dittico si fronteggiano due trionfi, quello del perverso (vv. 1-3) e quello del giusto (vv. 4- 7) ma l'accento è naturalmente tutto sul secondo. L 'empio è plasticamente rappresentato come un insaziabile arciere (v. 2). Ma il Giusto per eccellenza, Dio, non resta indifferente alla sua caccia sanguinaria; gli occhi di Dio non sono occhi ciechi ma penetranti; le sue mani preparano la coppa bruciante del destino che il malvagio dovrà subire. Scrive il libro dell' Apocalisse, quasi commentando il nostro salmo: «Chiunque adora la Bestia berrà il vino dell'ira di Dio e sarà torturato con fuoco e zolfo al cospetto degli angeli santi e dell' Agnello» (14,10).
    (Gianfranco Ravasi)

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  2. Il salmista lotta contro chi lo vuole scoraggiare. Anzi si meraviglia che possano suggerirgli di fuggire, a lui che ha fiducia nel Signore.

    La situazione è drammatica, sono scosse le fondamenta della pace e la terra pare sprofondata nel buio, nell’orrore. E nel buio si sentono protetti coloro che uccidono con precisione gelida: “aggiustano la freccia sulla corda”. Pare che non ci sia più posto sulla terra per il giusto e che sia ridotto all’insignificanza: “il giusto che cosa può fare?”. Ma se il giusto non può travolgere la compagine degli empi a Dio nulla sfugge. Egli ha il trono nei cieli, nel santuario celeste, e tutto osserva. Gli empi non potranno sfuggire al giorno dell’ira del Signore, mentre il giusto non perirà, ma sarà premiato col vedere in cielo il suo ineffabile volto, vale a dire Dio così come egli è (Cf. 1Gv 3,2).
    (novena.it)

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  3. "una donna... Che aveva molto sofferto.... Udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle,e gli toccò il mantello. Diceva infatti:"se riesco anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita"... Egli infatti guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo... "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va in pace e di guarita dal tuo male". MC 5,25.26.27.28.32.34

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  4. Tutto è buono se vissuto con l'intento di arrivare ad una meta ambita.
    Quella più desiderata è quella che libera...
    Ti doni senza remore...
    Pienamente
    Senza pensarevai freni del raziocinio.
    Grazie

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