Seconda lettura di domenica 31 maggio 2020 - Pentecoste

Uno solo è lo Spirito
1Cor 12,3-7.12-13

"Fratelli, nessuno può dire: «Gesù è Signore!», se non sotto l’azione dello Spirito Santo.
Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune.
Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito".


Nel giorno della festa di Pentecoste leggiamo questa pagina di Paolo, una delle prime pagine di teologia sullo Spirito Santo.

Se Dio è inconoscibile, sembrerebbe che anche lo Spirito ci sfugga in una visione sempre un pò nebulosa e indefinita.
Ognuna delle affermazioni di Paolo nella lettera ai Corinzi ci fanno scoprire che la presenza dello Spirito in questo mondo impregni ogni cosa. Noi siamo battezzati, cioè immersi nello Spirito di Dio e questa è la nostra salvezza e quella di tutta l'umanità.

"Nessuno può dire: «Gesù è Signore!», se non sotto l’azione dello Spirito Santo".
In un uomo che è chiaramente fallito agli occhi del mondo, crocifisso e schiacciato dal potere umano, chi può riconoscere il Signore del mondo?
Non ci sono in Gesù Cristo morto e sepolto segni umani di potere, di supremazia, né di signoria sugli eventi, sulle cose, sugli uomini.
Solo lo Spirito in Gesù, quello che è stato consegnato al mondo col suo ultimo respiro sulla croce (cfr. Gv 19, 30), ci raggiunge e ci fa certi che il più grande fallimento (cioè che colui che promette la vita eterna muore come tutti gli uomini!) non è altro che la più grande manifestazione della gloria di Dio. E' merito del suo Spirito la nostra professione di fede.

"Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito".
È una delle caratteristiche più affascinanti dello Spirito: è uno ma produce diversità e varietà.
Basti pensare come nella chiesa o nel mondo in quanti modi si preghi, si annunci Dio o ci si prenda cura dei poveri! Dietro ad ogni modo "diverso" c'è lo Spirito.

Disprezzare le diversità è non riconoscere la sua opera che dona carismi diversi ma tutti per il bene reciproco.
I tentativi di omologare le coscienze, di imporre un'unica religione, fosse anche cristocentrica, non vengono da Dio, ma piuttosto dal nostro peccato che erge torri di Babele a cui sacrificare la precipua diversità di ogni persona che lo Spirito promuove e ama!

"Vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti".
Preziosa questa ultima affermazione: nella diversità dei modi di esprimere la fede c'è dietro il Signore che opera tutto, cioè nulla manca alla sua azione vivificante.
Lui è alla fine il protagonista principale di ogni cammino di fede, e lo fa in tutti, non escludendo nessuno. Solo il Signore può essere tanto amante da operare per tutti e in tutti, rispettando e valorizzando le diversità di ogni individuo.

"A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune".
Qui Paolo ci regala un criterio importante: come si riconosce se una nostra opera venga dallo Spirito? Se è a favore dell'uomo ed è per il bene di tutti!
Il bene comune, il servizio alla vita di ognuno è una caratteristica imprescindibile dell'opera dello Spirito nella diversità delle manifestazioni.

"Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo".
L'unità del corpo umano, composto da membra diverse ma unite in una inter-relazione necessaria e fondamentale alla vita, è una metafora luminosa della Chiesa.

"Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito".
La prova di tutto questo si coglie guardandosi intorno e scoprendo che le diversità sono la vera ricchezza dell'umanità, valorizzate proprio dalla presenza dello Spirito di Gesù a cui tutti ci dissetiamo.
Spesso vengono portate avanti visioni errate della famiglia umana, come se la frammentarietà e la diversità delle culture, delle religioni e degli usi, siano inconciliabili con una visione globale di bene per tutti.
Eventi globali come la pandemia del corona virus hanno messo in evidenza che si può vivere solo se si lotta tutti insieme, per un vivere sociale che dia a tutti le risorse per la sopravvivenza, nel rispetto e nella salvaguardia della nostra casa che è la terra e l'universo creato.

La visione di Paolo mostra l'umanità come un unico corpo e non vi sono religioni e culture diverse (Giudei e Greci), o condizioni sociali diamentralmente opposte (schiavi o liberi) che possano sopravvivere senza il nutrimento dell'unico Spirito.
Le membra di questo corpo unico, ad esempio in un posto sperduto della Patagonia, ricevono nutrimento e possibilità di vita se ognuno fa la sua parte nel luogo in cui abita.

Lavorare per azzerare la diversità, per rendere tutto simile ad un unico cliché, è un lavoro inutile, si perde, svanisce, perché non ha le fondamenta solide nello Spirito, costruttore di bene comune e per sempre.
Un solo Signore, un solo Spirito e un'umanità ricreata, perché bella come la vuole Dio, nella diversità: questo è quello che la festa di Pentecoste ci fa desiderare e invocare:
"Mandi il tuo Spirito, sono creati
e rinnovi la faccia della terra!" (Sal 104, 30)

Commenti

  1. Spirito Santo, Fuoco,
    luce che risplende
    sul volto di Cristo;
    Fuoco, la cui venuta è parola;
    Fuoco, il cui silenzio è luce;
    Fuoco, che stabilisce i cuori
    nell'azione di grazie:
    noi ti magnifichiamo!

    Tu che riposi in Cristo,
    Spirito di sapienza e d'intelligenza,
    Spirito di consiglio e di fortezza,
    Spirito di scienza e di timore:
    noi ti magnifichiamo!

    Tu che scruti le profondità di Dio,
    che illumini le profondità del cuore,
    che ti unisci al nostro spirito,
    che rifletti in noi
    la gloria del Signore:
    noi ti magnifichiamo.

    Litania della Chiesa d'Oriente

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  2. San Paolo scrive ai cristiani di Corinto per ricomporre l’unità. I carismi, i vari ministeri e servizi, avevano lo scopo di costruire una Comunità unita e compatta. I doni (carismi) di Dio non sono un merito nostro da usare a piacimento, ma libere manifestazioni dello Spirito per l’unità e il bene comune. Quello che succedeva a Corinto è presente anche nella Chiesa di oggi. Insieme a lodevoli sforzi per l’unità e il bene della Chiesa, ci sono forze centrifughe e disgregatrici che hanno smarrito il senso dell’unità e del servizio per il bene comune, approfondendo il solco delle divisioni e dei contrasti.
    (Elvezio Motta)

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  3. Fratelli,3b nessuno può dire: "Gesù è Signore!", se non sotto l'azione dello Spirito Santo.

    Il versetto 3a, precedente a questo, ricorda che nessuno che parli sotto l'influenza dello Spirito può dire: "Gesù è anatema". Lo Spirito non è neutrale, è lo Spirito di Dio e parla sempre in favore di Gesù Cristo, lo riconosce Signore. E' questo il criterio per discernere i doni di profezia all'interno della Chiesa. L'appartenenza al Signore ti porta alla professione di fede, a riconoscere la centralità, la signoria di Cristo.
    (Monastero Matris Domini)

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  4. unità :
    frutto di preghiera continua,azione verso tutti;.....quanti non SANNO ....;comunione.

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