Salmo dell'1 luglio 2019


L'amore del Signore è da sempre.
Sal 103 (102)

"1 Di Davide.
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
2 Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.
3 Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
4 salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia,
5 sazia di beni la tua vecchiaia,
si rinnova come aquila la tua giovinezza.
6 Il Signore compie cose giuste,
difende i diritti di tutti gli oppressi.
7 Ha fatto conoscere a Mosé le sue vie,
le sue opere ai figli d’Israele.
8 Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
9 Non è in lite per sempre,
non rimane adirato in eterno.
10 Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe.
11 Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
12 quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.
13 Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono,
14 perché egli sa bene di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere.
15 L’uomo: come l’erba sono i suoi giorni!
Come un fiore di campo, così egli fiorisce.
16 Se un vento lo investe, non è più,
né più lo riconosce la sua dimora.
17 Ma l’amore del Signore è da sempre,
per sempre su quelli che lo temono,
e la sua giustizia per i figli dei figli,
18 per quelli che custodiscono la sua alleanza
e ricordano i suoi precetti per osservarli.
19 Il Signore ha posto il suo trono nei cieli
e il suo regno domina l’universo.
20 Benedite il Signore, angeli suoi,
potenti esecutori dei suoi comandi,
attenti alla voce della sua parola.
21 Benedite il Signore, voi tutte sue schiere,
suoi ministri, che eseguite la sua volontà.
22 Benedite il Signore, voi tutte opere sue,
in tutti i luoghi del suo dominio.
Benedici il Signore, anima mia".


Scrive Ravasi, introducendo questo salmo: "Il «Dio è amore» della Prima Lettera di Giovanni (4, 8) sembra quasi anticipato in questa benedizione".
Pochi salmi hanno la bellezza e la profondità di questo canto!

Prima di tutto voglio mettere in evidenza un'affermazione che sta al centro del Salmo:
"perché egli sa bene di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere".
È di grande consolazione essere conosciuti dal Signore: siamo polvere!
Lui ci ha plasmati dalla polvere!
Il peggiore di noi e qualsiasi bassezza non potrà sorprenderlo, nessuno può deluderò, perché ci conosce troppo bene e sa perfettamente chi siamo e di cosa siamo capaci.
Davanti a lui siamo sempre nudi, non servono maschere, e sapere questo ci dà una libertà che non riusciamo a realizzare con nessun altro.
Ci conosce veramente per quelli che siamo e "bontà e misericordia" è la risposta con cui circonda le nostre nudità.

"Benedici il Signore, anima mia".
Benediciamo colui che "ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo" (Ef 1, 3).
Il nostro bene-dire è risposta alle benedizione di Dio che ha riversato su di noi con le Parole creatrici.
Tutta la creazione nasce dalla sua bocca che fa, si rallegra e benedice (cfr. Gn 1, 1 ss).
È il vertice di ogni nostra preghiera.
Impariamo a sintonizzare la nostra vita col Signore dai nostri fratelli ebrei che, ogni volta che nominano Dio per qualunque motivo, subito aggiungono "lui sia benedetto".

"Non dimenticare tutti i suoi benefici".
La preghiera è spesso lotta per non dimenticare tutto quello che il Signore ha fatto per noi. L'oblio risucchia inesorabilmente il ricordo di quanto Dio ha fatto per me, e il suo volto nel mio cuore si confonde con altri volti.
Abbiamo un esempio della memoria che non dimentica, che conserva nel cuore anche eventi non comprensibili nell'immediatezza, ma che il Signore dispiegherà di senso in tutta la vita: "Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore" (Lc 2, 19).
In molti episodi Luca parla di questa cura di Maria che non lascia cadere gli eventi incredibili dal concepimento, alla nascita e alla crescita del bambino Gesù.
Come vedere in un bambino, che avvolgeva nelle fasce e allattava, la potenza annunciatale dall'angelo a Nazareth?
Come entrare nel mistero così grande che era celato nella sua vita e in quella di suo Figlio?
Solo l'intuizione che quelle parole e quei fatti salvifici erano preziosi anche se incomprensibili, ha permesso a Maria di conservare e di far arrivare fino a noi
il racconto-miracolo dell'incarnazione.
La cura che Maria ha avuto sia anche la nostra: non tutto ci è chiaro, non tutto ha un senso che cogliamo con la ragione, ma il cuore sa che i suoi benefici non vanno dimenticati e che solo il tempo ne svelerà la grandiosa portata salvifica.

Nei versetti dal 3 al 10 c'è un elenco dei principali benefici operati dal Signore che culmina con un affermazione sorprendente: "Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe".
È l'unico, in tutta la mia vita che si comporta così con me!
Tutto il parlare di meriti e castighi, tutto quel ragionare con al centro il mio peccato, tutte le minacce che se non mi "aggiusto" non c'è speranza per me... tutto ciò davanti a questa parola sparisce, come il buio al sorgere del sole!
Certo è innegabile il peccato e le colpe che ci pesano come un macigno quando onestamente guardiamo le conseguenze delle nostre azioni: ma da questo peso il Signore ci salva perché davanti a lui siamo figli prima che peccatori.

Non ci ripaga con un giudizio di condanna, ma con l'assoluzione della riconciliazione.

"Quanto dista l’oriente dall’occidente, così egli allontana da noi le nostre colpe".
Penso che una descrizione plastica più incisiva è difficile trovarla!
Se ci sono due cose che non si possono incontrare sono proprio i due capi opposti di uno spazio.
Oriente e occidente saranno sempre opposti e noi, svela il salmo, saremo allontanati dalle nostre colpe e portati in salvo.
Che sollievo! Il Signore è un vero "energizzante", più di tante bevande, per questo il Salmo dice che rialza, solleva in alto e "si rinnova come aquila la tua giovinezza"!

"Ma l’amore del Signore è da sempre,
per sempre su quelli che lo temono,
e la sua giustizia per i figli dei figli".

Queste affermazioni ancora fanno crescere la mia voglia di benedire il Signore: è tenero come un padre, e il suo amore è da sempre.
È Padre eterno, cioè mi è sempre Padre in qualunque circostanza e comunque vada. Il suo amore è ugualmente eterno e non viene meno per nessun motivo.
E questo non è solo per me: lo sarà per i miei figli e per coloro che supereranno la mia vita. Di questa consolazione ho bisogno e per questo unisco la mia anima al coro benedicente di ogni uomo e di tutta la creazione.

Commenti

  1. Racchiuso entro due benedizioni, personale la prima (vv. 2-3) e corale-cosmica quella finale (vv. 20-23), il salmo si sviluppa in due movimenti. Il primo è un dolce canto dell’amore e del perdono (vv. 4-10), un perdono che supera le rigide leggi della giustizia (v. 10). Il secondo movimento lirico celebra il rapporto tra amore divino e fragilità umana (vv. 11-19) e lo fa attraverso cinque similitudini di grande efficacia: la distanza verticale cielo-terra, quella orizzontale oriente-occidente, la tenerezza paterna, l’erba e il fiore del campo investiti dal vento bruciante del deserto. Su tutta la scena si erge la bontà amorosa di Dio, espressa tra l’altro anche con la celebre radice ebraica rhm (la radice della parola misericordia), che indica «la visceralità» materna dell’amore di Dio per la sua creatura. L ‘uomo debole e inconsistente, «breve di giorni e sazio di inquietudine» (Giobbe 14,1), è avvolto dall’«amore di Dio che è per sempre» (v. 17).
    (Gianfranco Ravasi)

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  2. La fede non è una dottrina, ma è la storia della vita, visitata da Dio, con tutte le sue traversie, le sue grazie e le sue disgrazie, le prove, i doni …. Tale storia diventa la nostra esperienza e costruisce in noi stessi la conoscenza di Dio e la relazione con Lui. Tutto nasce dalla storia. Mi è sempre più arduo affrontare il discorso sulla fede partendo dall’ipotesi che sia un pensiero. La fede è “quello che mi è capitato” e che scopro (ma bisogna dire che questa stessa scoperta è dono di Dio) essere la presenza e la compagnia attiva del Signore nella mia vita. Si potrebbe pensare ad altri agenti e ad altre cause – l’intelligenza, la ricchezza, le stupidate combinate, la fortuna, la magia, gli dèi, ….. . Il dono della Parola che mi è stata annunciata e “testimoniata” (cioè, in qualche modo “fatta vedere”) da qualcuno, e la Parola che anche oggi a me e a voi viene donata, conferma e incessantemente amplia la nostra esperienza della presenza e della potenza di Dio nella storia: storia di ciascuno e di tutti.
    (Giovanni Nicolini)

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  3. "Non dimenticare" i doni di Dio non è cosa spontanea. Il peccato umano si nutre di una caratteristica «amnesia», che può essere superata solo con un esercizio meditativo. Nemmeno il salmo può ordinare di essere grati, ovviamente. Esso ordina di ripercorrere il passato, nella disponibilità a riconoscere l'opera di Dio in esso. Ciò non è tutto, nella vita di fede: ma non è esagerato affermare che tutto comincia da qui.
    (Fulvio Ferrario)

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  4. Un commento sottolinea che l'azione benefica di Dio è resa nei primi versetti con dei participi: Egli è il perdonatore, il riscattatore, il coronatore, il saziante…
    (Roberto Tuffariello)

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  5. Di fonte a tanta maestria di esposizione del salmo di oggi, mi vengono i brividi
    È veramente al di sopra di ogni aspettativa essere così amato,
    CON TUTTE LE VISCERE, con tutta la partecipazione, di ogni cellula,
    Nessuna esclusa
    Amore totale
    Amnesia di tutte le mie nefandezze
    Mi viene solo di benedire e meditare bene, ciò che ho scritto

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