Prima lettura del 5 luglio 2022

Raccoglie tempesta
Os 8, 4-7. 11-13

"Così dice il Signore:
«Hanno creato dei re
che io non ho designati;
hanno scelto capi
a mia insaputa.
Con il loro argento e il loro oro
si sono fatti idoli,
ma per loro rovina.
Ripudio il tuo vitello, o Samarìa!
La mia ira divampa contro di loro;
fino a quando non si potranno purificare?
Viene da Israele il vitello di Samarìa,
è opera di artigiano, non è un dio:
sarà ridotto in frantumi.
E poiché hanno seminato vento,
raccoglieranno tempesta.
Il loro grano sarà senza spiga,
se germoglia non darà farina
e, se ne produce, la divoreranno gli stranieri.
Èfraim ha moltiplicato gli altari,
ma gli altari sono diventati per lui
un’occasione di peccato.
Ho scritto numerose leggi per lui,
ma esse sono considerate come qualcosa di estraneo.
Offrono sacrifici
e ne mangiano le carni,
ma il Signore non li gradisce;
ora ricorda la loro iniquità,
chiede conto dei loro peccati:
dovranno tornare in Egitto»".


Nessuna relazione è tutta rose e fiori. Anche quella col Signore spesso viene mortificata dalla disobbedienza del suo amato popolo. La tentazione dell'idolatria è sempre in agguato, subdola perché si ammanta di grandi ideali, di priorità economiche, di accordi con popoli confinanti.
Ogni papà sperimenta la pena di dover mettere il proprio figlio davanti alle conseguenze del suo modo di vivere.
Questa pagina di Osea segna un momento difficile in cui il Signore si trova a combattere contro l'idolatria del suo popolo.

"Viene da Israele il vitello di Samarìa,
è opera di artigiano, non è un dio:
sarà ridotto in frantumi".

Israele ripete la follia di farsi un Dio con le proprie mani, un immagine tangibile da seguire ed adorare, perché troppo difficile da accettare è la presenza invisibile del suo Salvatore. È accaduto nel deserto al tempo di Mosè e si ripete ogni volta che cala la fiducia nella presenza del Signore in mezzo al suo popolo.
Un idolo non ha potere se non quello che gli attribuisce l'uomo; non è misericordioso ma pretende onori; non salva perché limitato come chi lo ha fatto. È un manufatto umano e può essere perciò distrutto.
Ci penserà il Signore a dimostrarne l'inconsistenza togliendo il suo popolo dall'illusione e dall'inganno.

"E poiché hanno seminato vento,
raccoglieranno tempesta".

Dove porta la fiducia in un idolo? Da nessuna parte. Dopo il castello di credenze e fanatismi resta solo distruzione e morte.
Nessuna fecondità è possibile per questa via. Solo il Creatore, che provvede e sostiene tutto il creato, semina bene e fa raccogliere pace e prosperità.
A lui bisogna tornare per non rimanere nella morte, per non cadere vittima delle proprie illusioni di grandezza e della propria giustizia malata.

"Il loro grano sarà senza spiga,
se germoglia non darà farina
e, se ne produce, la divoreranno gli stranieri".

Immagine ci rimanda inevitabilmente oggi alla guerra in atto che sta distruggendo raccolti, che fa marcire il grano ucraino invenduto, che ha scatenato una tempesta per la smania egemonica di una sola nazione.
E' la storia di ogni guerra, di ogni dittatore, di ogni delirio di onnipotenza, che si ripete puntualmente e che mostra l'unica evidenza nella distruzione di ciò che poteva essere cibo e nutrimento per i popoli.
La parola profetica di Osea risuona drammatica ai nostri giorni e sveglia le coscienze sull'inutilità e la mortalità di meccanismi che schiacciano l'uomo perché rinnegano Dio.
Il Signore mandi profeti contemporanei, voci che gridano per svegliare le coscienze sulla pericolosità di mettere uomini sul piedistallo di idoli.
Gridiamo con forza il nostro no a tutti i meccanismi che schiacciano l'umanità e, come Papa Francesco, denunciamo le logiche del potere che affamano i poveri: "La guerra è un sacrilegio, smettiamo di alimentarla!”

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Vangelo di Mt 9, 32-38
Commento del 07/09/2020

e Commento del 06/07/2021


Commenti


  1. "Il loro grano sarà senza spiga,
    se germoglia non darà farina
    e, se ne produce, la divoreranno gli stranieri".
    Chi opera accecato in una sola direzione,quella del guadagno,sopruso non rimarra' con nulla, con le mosche in mano.....
    Si la perfidia non gratifica
    Tutto orientato all'ALTRO,a questo siamo chiamati
    e preghiamo per chi non sa che il dare è molto gratificante.
    Oggi fammi essere dispensatore di speranza per chi viene schiavizzato,bistrattato,mortificato.
    Amen

    RispondiElimina
  2. "Viene da Israele il vitello di Samarìa,
    è opera di artigiano, non è un dio:
    sarà ridotto in frantumi".
    I manufatti sono destinati al disfacimento.
    Un dio manufatto è destinato al disfacimento.
    Solo l'opera di Dio rimane.
    "Viene da Israele il vitello di Samarìa,
    è opera di artigiano, non è un dio:
    sarà ridotto in frantumi".
    È facile che il mio cuore si inganni.
    È possibile che la mia mente si arrenda.
    Ma la fede sa Chi cercare.
    "Viene da Israele il vitello di Samarìa,
    è opera di artigiano, non è un dio:
    sarà ridotto in frantumi".
    Tutto va in frantumi.
    Solo l'Amore resta per sempre.
    Sull'Amore edifico la mia casa sulla roccia.
    "Viene da Israele il vitello di Samarìa,
    è opera di artigiano, non è un dio:
    sarà ridotto in frantumi".

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