Prima lettura del 14 marzo 2023
per amore del tuo nome,
non infrangere la tua alleanza;
non ritirare da noi la tua misericordia,
per amore di Abramo, tuo amico,
di Isacco, tuo servo, di Israele, tuo santo,
ai quali hai parlato, promettendo di moltiplicare
la loro stirpe come le stelle del cielo,
come la sabbia sulla spiaggia del mare.
Ora invece, Signore,
noi siamo diventati più piccoli
di qualunque altra nazione,
oggi siamo umiliati per tutta la terra
a causa dei nostri peccati.
Ora non abbiamo più né principe,
né profeta né capo né olocàusto
né sacrificio né oblazione né incenso
né luogo per presentarti le primizie
e trovare misericordia.
Potessimo essere accolti con il cuore contrito
e con lo spirito umiliato,
come olocàusti di montoni e di tori,
come migliaia di grassi agnelli.
Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a te e ti sia gradito,
perché non c'è delusione per coloro che confidano in te.
Ora ti seguiamo con tutto il cuore,
ti temiamo e cerchiamo il tuo volto,
non coprirci di vergogna.
Fa' con noi secondo la tua clemenza,
secondo la tua grande misericordia.
Salvaci con i tuoi prodigi,
da' gloria al tuo nome, Signore»".
Siamo al tempo della deportazione a Babilonia (500 a. C.) e il re Nabucodonosor erige una statua che lo rappresenta e pretende che tutti la adorino.
Tre giovani ebrei si rifiutano di commettere questo grave peccato di idolatria; vengono giustiziati e condannati a morire in una fornace ardente. È in questo contesto che uno di loro, Azaria, eleva al Signore questa preghiera, incurante della condanna e del supplizio.
"Fa' con noi secondo la tua clemenza". Perché siamo in esilio, si domandano i saggi ebrei a Babilonia?
"Oggi siamo umiliati per tutta la terra
a causa dei nostri peccati", è la risposta.
Da questa consapevolezza nasce la richiesta sincera di perdono.
La supplica si innalza affinché il Signore tratti i suoi figli, non secondo le opere limitate e fallimentari, ma secondo la clemenza che lo caratterizza.
La benevolenza del Signore è l'assicurazione sulla vita degli ebrei schiavi a Babilonia. Per questa benevolenza possono ancora sperare.
"Salvaci con i tuoi prodigi".
Il Signore è Salvatore e compie cose meravigliose per liberare i suoi figli dal peccato e dalla morte.
Azaria fa memoria dei prodigi compiuti dal Signore per salvare il popolo dalla schiavitù in Egitto e per questo chiede con fiducia che il Signore rinnovi oggi ancora una volta gli antichi prodigi a favore dei derelitti, di un popolo che sembra dimenticato, lontano chilometri dall'amata Gerusalemme.
"Da' gloria al tuo nome, Signore".
La preghiera di Azaria chiede che si manifesti la gloria a motivo del Nome del Dio vivente. Il suo nome è Liberatore, Salvatore, Padre: tutti possano vedere di cosa è capace e lodarlo per la sua opera in favore di schiavi ed oppressi.
La gloria a Dio si eleva dagli uomini riportati in vita, tratti dalla tomba.
"La gloria di Dio è l'uomo vivente", affermava Sant'Ireneo.
Con questa certezza anche noi attingiamo forza, usciamo indenni e più forti dal fuoco della prova e ci dissetiamo alla sua fonte che porta refrigerio e consolazione.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Dn 3,25.34-43
Commento del 17/03/2020
Sal 25 (24),1-10
Commento del 24/01/2021
Vangelo di Mt 18,21-35
Commento del 22/03/2022
"Salvaci con i tuoi prodigi".
RispondiEliminaSi
Sempre,non solo settanta volte
sempre,salvaci(mi)
TU ricordati che siamo a TUA immagine,salvaci sempre
solo cosa sono.....,cadute,ritorno all'antico,volatilità,incongruenza....
Abbi pietà di me
"Fa' con noi secondo la tua clemenza,
RispondiEliminasecondo la tua grande misericordia".
È invocazione fiduciosa al Signore.
Clemenza e misericordia
sono la sua risposta a noi
prigionieri del male.
È la risposta,
che desideriamo,
invochiamo,
speriamo.
Davanti al nostro errore,
al nostro peccato,
alla nostra fragilità,
fa con noi Padre
come solo tu sai fare e puoi fare.
"Fa' con noi secondo la tua clemenza,
secondo la tua grande misericordia".