Prima lettura del 25 marzo 2023 - Annunciazione del Signore

Perché Dio è con noi
Is 7, 10-14; 8,10

"In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall'alto».
Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore».
Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele, perché Dio è con noi»".


Il Signore comunica con noi tramite parole avvalorate e concretizzate in segni. È già sorprendente scoprire questa volontà del Signore di voler comunicare con noi suoi figli, ancora più sorprendentemente che questo avvenga attraversando la quotidianità del nostro vivere.
La nostra idea di Dio, spettacolare e pirotecnica ci fa sperare in una sua manifestazione teatrale con effetti speciali. La Bibbia ci testimonia che i criteri di Dio sono altri.
Nel capitolo 7 del libro di Isaia, il profeta promette ad Acaz, re di Giuda nel 700 a. C., un segno che dimostri che le sue profezie sono autentiche, quelle annunciate affinché sia spinto a credere nel Dio vivente e nella sua potenza salvifica.
Di fronte al pericolo di invasioni stranie, il re e tutto il popolo sono presi dal panico, ma il profeta predice una vittoria, cosa difficilmente sperabile vista la disparità di forze.

"Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio".
Isaia annuncia un segno verificabile che dia coraggio e speranza al re e alla giovane regina e faccia rialzare il viso prostrato d'Israele.
Una nascita, una nuova vita è la benedizione delle origini (Siate fecondi e moltiplicatevi - Gn 1, 28) che continua nonostante l'incombente pericolo.
Non c'è peccato che possa fermarla, non c'è disobbedienza che blocchi la prosperità donata da Dio ai suoi figli.
Anche l'arroganza di Acaz che non si vuole troppo compromettere con Dio, probabilmente perché teme di dovergli in cambio qualcosa, non impedisce la proclamazione della volontà del Signore e del suo segno.

"Che chiamerà Emmanuele, perché Dio è con noi".
Il nome del bambino dal meraviglioso significato, è un memoriale messo in bocca ai suoi genitori. Ogni volta che lo chiameranno, riecheggerà la profezia e la salvezza.
Dio è con noi, sostegno e difesa; così annuncia Isaia ad un re spaventato e ad un popolo sfiduciato. La profezia è una Parola data nel presente, che vede un'efficacia prossima ma che non si esaurisce nella realizzazione imminente.
Isaia vede lontano e in Gesù questo segno raggiungerà tutta la sua pienezza e la forza rivelatrice.
L'annunciazione di un figlio d'Israele diventerà l'Annunciazione del Figlio, vicino e prossimo ad Israele e a tutta l'umanità. E un figlio parla più di altri segni della potenza del Padre, che non passa dai grandi della terra, dalle potenze armate e forti, ma da un bambino, debole e fragile come questo nato alle soglie di una guerra, come quello nato in una mangiatoia.
Gesù è il vero Emmanuele; in lui in modo definitivo, il Signore si rivela come Dio con noi, Dio per noi, Padre e Salvatore.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Is 7, 10-14
Commento del 20/12/2021

Salmo 40 (39), 7-8
Commento del 25/02/2022

Seconda lettura di Eb 10, 1-10
Commento del 24/01/2023

Vangelo di Lc 1, 26-38
Commento del 08/12/2022


Commenti

  1. Dio è con noi!
    Meno male.
    Da solo ,con la mia logica,combinerei.....ben poco in pace,comunione,altruismo.......
    Signore mio,stai con me
    Aumenta la mia misericordia
    Amen

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  2. "Che chiamerà Emmanuele, perché Dio è con noi".
    Nome di Dio
    Presenza di Dio
    Vicinanza di Dio
    "Che chiamerà Emmanuele, perché Dio è con noi".
    È il mio Dio
    Dio della mia vita
    Dio della mia lode
    "Che chiamerà Emmanuele, perché Dio è con noi".

    RispondiElimina

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