Prima lettura del 24 marzo 2023

 
E' diventato per noi una condanna
Sap 2, 1. 12–22

"Dicono [gli empi] fra loro sragionando:
«Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d'incomodo
e si oppone alle nostre azioni;
ci rimprovera le colpe contro la legge
e ci rinfaccia le trasgressioni contro l'educazione ricevuta.
Proclama di possedere la conoscenza di Dio
e chiama se stesso figlio del Signore.
È diventato per noi una condanna dei nostri pensieri;
ci è insopportabile solo al vederlo,
perché la sua vita non è come quella degli altri,
e del tutto diverse sono le sue strade.
Siamo stati considerati da lui moneta falsa,
e si tiene lontano dalle nostre vie come da cose impure.
Proclama beata la sorte finale dei giusti
e si vanta di avere Dio per padre.
Vediamo se le sue parole sono vere,
consideriamo ciò che gli accadrà alla fine.
Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti,
per conoscere la sua mitezza
e saggiare il suo spirito di sopportazione.
Condanniamolo a una morte infamante,
perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà».
Hanno pensato così, ma si sono sbagliati;
la loro malizia li ha accecati.
Non conoscono i misteriosi segreti di Dio,
non sperano ricompensa per la rettitudine
né credono a un premio per una vita irreprensibile".


Quando la novità di Dio irrompe nelle nostre vite, scombina equilibri e abitudini consolidate. Il profeta è inviato ad annunciare e stravolge tradizioni ed usanze secolari perché pone al primo posto la relazione con il Signore.
È ciò che si verifica nella vita di ogni credente che rifiuta la mentalità del mondo e rimane fedele alla grazia ricevuta.
La figura del Giusto nella Bibbia riassume tutta una serie di personaggi, che comprendono lo stesso Messia; si porgono al centro di un evento che manifesta la vicinanza del Signore e l'accolgono con docilità pur se vengono contestati e rifiutati.
Il libro della Sapienza ci dà uno schizzo di questa situazione in cui sembra prevalere l'empietà. Il Giusto patisce ingiustamente e ci ricorda la vicenda di Gesù che non ha rifiutato la sofferenza per portare a termine la missione datagli dal Padre.

"Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d'incomodo".
In una comunità di ingiusti, di peccatori, il Giusto è un pugno nello stomaco, è una contestazione pacifica, ma dirompente e disturbante più di un'avversione armata!
Anche affermare di essere figlio di Dio, mette in crisi la visione di una divinità lontana e dispotica, da temere e "raggirare" con le nostre usanze religiose.
Semplicemente con la sua presenza e il suo modo diverso di vivere la relazione con Dio e con i fratelli, il Giusto mette in luce le nostre ambiguità e i nostri sotterfugi. E' per questo che gli uomini pacifici di tutti i tempi sono più avversati dei dittatori!

"È diventato per noi una condanna dei nostri pensieri".
I pensieri di Dio non sono i nostri, le sue vie non sono le nostre. Tendiamo a dimenticare questa distanza fondamentale o vogliamo scordarla perché, come adolescenti arroganti, vorremmo modellare e piegare il Signore al nostro modo di pensare.
Dà fastidio sentire una voce di verità che rivela la posizione presa dal Signore; egli non è una copia dei nostri desideri e dei nostri interessi. Diventa così insopportabile la presenza di chi, con le parole e con la vita denuncia la menzogna e annuncia una giustizia che supera la nostra.

"Ci è insopportabile solo al vederlo,
perché la sua vita non è come quella degli altri,
e del tutto diverse sono le sue strade".

La vita differente di chi testimonia la piena fiducia in Dio, la docilità alla sua Parola, manda in crisi il nostro modo di vivere; ci è insopportabile perché farci i fatti nostri, passando sulle vite degli altri, sembra l'unica via di sopravvivenza.
È istintivo difendere le posizioni acquisite nella vita, diventiamo acerrimi nemici di chi vorrebbe mettere in dubbio le nostre ideologie!
Non è un caso che Gesù sia stato messo a morte proprio dalle gerarchie religiose del tempo! Più si fa parte di una élite giudicante, più si è "disturbati" da chi non tiene in nessun conto le gerarchie e i dogmi precostituiti.
I profeti germogliano nell'arsura, nelle povertà umane e nell'ostilità; muoiono per mano dei fratelli a cui il Signore li invia per risollevarsi!
La vicenda di Gesù, inspiegabile per i nostri criteri di opportunismo, sia la chiave che scardina vecchi modi di vivere egoistici e ci apra alla generosità e alla profusione di grazia che solo il Padre dimostra.


Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Sap 2, 1.12-22
Commento del 27/03/2020

Salmo 34 (33)
Commento del 08/03/2022

Vangelo di Gv 7, 1-2.10.25-30
Commento del 01/04/2022


Commenti

  1. "Tendiamo insidie al giusto,
    che per noi è d'incomodo".
    Perché?
    Per fare cosa?
    Fino a quando?
    "Tendiamo insidie al giusto,
    che per noi è d'incomodo".
    Il Giusto perseguitato
    griderà sempre queste domande.
    Il Giusto perseguitato
    è una spina nel fianco
    di qualunque civiltà.
    Il Giusto perseguitato
    scombina ogni teoria di giustizia
    in questo mondo.
    "Tendiamo insidie al giusto,
    che per noi è d'incomodo".

    RispondiElimina
  2. "....del tutto diverse sono le sue strade"
    Si
    Questa è la TUA strada dritta verso qualcosa di certo ,il TUO ritorno al Padre.
    La mia?
    Irta,piena di lotte,difficoltà
    ma percorsa con la certezza che SEI con me,al mio fianco a dire NO all'effetto massa
    (così fan tutti).Basta!
    Io seguo TE,col TUO aiuto in me!
    Amen

    RispondiElimina

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