Prima lettura di domenica 12 marzo 2023

Il popolo soffriva la sete
Es 17, 3-7

"In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatto salire dall'Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?».
Allora Mosè gridò al Signore, dicendo: «Che cosa farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!». Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d'Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va'! Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull'Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà».
Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d'Israele. E chiamò quel luogo Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?»".

Il cammino nel deserto ha permesso ad Israele di conoscere se stesso e il suo Dio. I 40 anni di duro cammino gli sono serviti a crescere, ad abbandonare la ristrettezze di vedute di uno schiavo che si concentra solo sulla sopravvivenza, per aprirsi alla ricchezza e complessità di sentimenti e di relazioni di un figlio.
Ogni tappa nel deserto è un passaggio pasquale, dalla vecchia vita di sudditi alla nuova esistenza di popolo.
La sete, la fame, la solitudine, la fatica, rilette dopo l'arrivo nella terra promessa, diventano memoria da conservare, momenti difficili eppure preziosi e ricchi di grazia.

"In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua".
Sembra una frase inutile, un'esperienza ovvia: se c'è mancanza d'acqua si ha sete! Ma evidentemente il testo parla di una sete diversa. Avere sete in un deserto è una prova estrema, è un'esperienza di nudità, di bisogno e di povertà grandissimi.
La sete spinge a cercare acqua, qualunque acqua, e Israele dovrà scoprire che c'è un'acqua più profonda, che toglie dal terrore di rimanerne senza e disseta anche le mancanze che non si riescono a colmare da soli.
Dio, che si prende sempre cura dei suoi figli pur se ribelli, fa sgorgare una sorgente dove sembra impossibile la vita.

"Il popolo mormorò contro Mosè". Mormorare nella Bibbia è un termine tecnico che indica il momento in cui si sta per voltare le spalle al Signore per aggrapparsi a qualunque idolo possa soddisfare un bisogno.
La sete mette a rischio la fede del popolo, il cui cuore è inaridito dal sole e dalla siccità. Inoltre lungo il cammino il popolo fa i conti con l'attaccamento all'Egitto, illuso che le vecchie abitudini di una vita schiacciata dal lavoro siano meglio dell'errare affidandosi solo e completamente al Signore.
Dovrà imparare a cercare il nuovo, a lasciarsi condurre da Dio su vie di libertà e a rinunciare ad essere schiavo degli uomini e dei suoi bisogni.

"Disse: «Perché ci hai fatto salire dall'Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?»"

La domanda rivela il sospetto che si annida nel cuore  di ogni credente: veramente Dio vuole il mio bene? La fede non è forse un'illusione? Il sospetto per Israele è che da un aguzzino si sia passati ad un altro. 
Servirà un lungo percorso di affidamento per scoprire che questo è il momento favorevole: senza il faraone e i suoi dei, Israele è libero di ascoltare e conoscere il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe.

Brano che dice tanta fatica nel fidarsi, che mostra lo scoglio difficile da superare perché mettere la propria vita nelle mani di un altro ci spoglia da ogni difesa. 
La fatica del momento presente offusca il ricordo di quanto il Signore abbia fatto per la nostra vita in passato e mette tutto in discussione, tutto viene letto con gli occhiali del dubbio e del sospetto. 
È un momento delicato ma non siamo soli ad affrontarlo.
Si rischia l'idolatria, ma è un'occasione preziosa per crescere nella fiducia nel Signore che libera e continua a prendersi cura della nostra vita.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Salmo 95 (94)
Commento del 05/08/2021

Seconda lettura di
Commento del 12/06/2022

Vangelo di Gv 4, 5-15
Commento del 15/03/2020


Commenti

  1. "In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua".
    La sofferenza apre una ferita
    nel cuore di ogni credente.
    Il dolore mette in crisi la fede.
    Un popolo assetato nel deserto
    è esposto alla tentazione.
    "In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua".
    Sete di vita.
    Sete di Dio.
    Sete di amore.
    "In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua".
    Il Dio vivente disseta.
    Gli idoli illudono.
    Il Signore è la sola risposta
    alla sete di ogni cuore.
    "In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua".

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  2. Perché ci hai fatto salire dall'Egitto per far morire di sete noi.............
    E' una sorta di rivelazione,di quel piccolo dubbio che sempre mi accompagna.
    Dove SEI?
    Io sono qui,Tu mi lasci solo,impotente...
    La memoria mi aiuta al giusto discernimento,SEI con me sempre,soprattutto quando non ti avverto;SEI prima di me lì...nel dolore,negli ostacoli,nella lotta
    Grazie per la TUA infinita pazienza

    RispondiElimina

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