Vangelo del 21 aprile 2019 - Pasqua di Resurrezione

Vide e credette!
Gv 20, 1-9

"Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti".


Questo quadro intitolato "I discepoli Giovanni e Pietro corrono al sepolcro il mattino della Resurrezione" del 1898 di Eugène Burnand mi ha sempre colpito per aver catturato l'emozione di quella corsa.
Alle spalle le croci, in lontananza. Davanti agli occhi il sepolcro che si spera vuoto come hanno riferito Maria e le donne (secondo gli altri evangelisti - cfr. Mt 28, 8-10).
Pietro ha gli occhi sgranati e si tiene il cuore che gli scoppia in petto, Giovanni ha le mani supplicanti e sembra dire : "Oh, se fosse vero!"
Corrono, protesi in avanti e in quella corsa ci immedesimiamo anche noi, spinti a leggere il Vangelo per sentire e risentire quella buona notizia che ogni volta ci meraviglia: Cristo è risorto dai morti!

Il racconto del Vangelo di Giovanni che abbiamo letto in questa settimana santa, cambia di tono: quello di oggi è al cardiopalma!
Ha un'andamento totalmente diverso dagli altri; è accelerato perché gli eventi sono trasfigurati e mai visti prima.
"Il primo giorno della settimana".
Giovanni inizia il racconto della resurrezione facendo convogliare, lì, in Palestina, il primo giorno della creazione: “E fu sera e fu mattina, il primo giorno” (Gen 1, 5).
È un riferimento suggestivo che dice la qualità di questo giorno.

È un nuovo inizio, come principio di ogni esistenza è il giorno della creazione della Luce, e quella luce è il Cristo.
Giovanni all'inizio del Vangelo parlava già di questo nuovo primo giorno e della Luce vera che con la resurrezione è venuta a rischiarare ogni tenebra e ogni morte (cfr. Gv 1, 1-9).
Nel credo recitiamo a memoria una verità che ci trascende e fa girare la testa a solo soffermarsi:
"Figlio di Dio,
nato dal Padre prima di tutti i secoli:
Dio da Dio,
Luce da Luce".

In questo primo giorno della settimana tutto il creato, tutta la storia e tutte le esistenze trovano significato, epicentro e unificazione.

"Nel giorno dopo il sabato si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio".
Maria Maddalena, simbolo di ogni discepolo amico di Gesù, in lutto, nell'angoscia, ha atteso questo momento un giorno intero perché non era permesso durante il sabato preparare i defunti per la sepoltura.
E quello era stato il grande Sabato della Pasqua!
Non aspetta oltre: va al sepolcro prima dell'alba, nella notte, nelle tenebre del cuore. Diventerà giorno col "sorgere" del Signore.
Gesù l'aveva restituita alla vita piena, liberandola dal suo male (Luca 8, 2 parla di "sette demoni") e lei non si dà pace di aver perso la sorgente di quella vita nuova.

"Vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro".
Una pietra separa il mondo dei vivi da quello dei morti.
Ciò che prima era stato prossimo, toccabile, ascoltabile, la morte lo rende intoccabile, muto, inavvicinabile. Una separazione invalicabile, alla quale nessuno si rassegna e c'è sempre la segreta speranza di rimuovere ciò che ci separa dalle persone care.
"Chi ci rotolerà la pietra dall’apertura del sepolcro?” (Mc 16, 3).

Marco esplicita la domanda delle donne che vanno al sepolcro, di tutti coloro che di fronte a questo impedimento più grande di loro trovano il limite più opprimente dell'esistenza.
La morte è il nemico dell'uomo. Nella Pasqua abbiamo già l'anticipazione della vittoria finale.
Paolo, in tutto il cap. 15 della prima lettera ai Corinzi, parla di questa vittoria che è di Cristo e che sarà per tutti gli uomini e per tutta la creazione: "L'ultimo nemico a essere annientato sarà la morte" (1 Cor 15, 26).

"Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!».
Nelle parole di Maria tanta angoscia perché alla morte si aggiunge la scomparsa e la paura che abbiano trafugato il corpo.
Non sapere dove è stato posto dice tutta l'impotenza umana davanti ad un evento mai visto prima. Il suo posto non è più tra i morti!

Per noi oggi il sepolcro vuoto è il segno della potenza del Padre, che sembrava muto e inerme nella Passione del Figlio.
Qualcuno è sfuggito dalla morte, uno non vi è stato trattenuto ed è stato sottratto alla sua presa.
È l'unico caso in cui ogni credente è contento di "non trovare" il Signore. Quella tomba vuota continua a dare speranza.
L'unico sepolcro violato dalla resurrezione è quello di Gerusalemme.
Quando si entra nella Basilica del Santo Sepolcro si sente che quel luogo è unico al mondo.
In tutte le basiliche del mondo, prima di arrivare all'altare, si cammina guardando tombe di tutte le epoche, di ricchi, potenti, famosi che lì hanno avuto sepoltura. E sotto l'altare, di solito è posta la tomba più importante.
A Gerusalemme il sepolcro è vuoto ed è diventato un altare!

Il sudario copriva il volto. Ora è piegato in un altro luogo non sul volto di Gesù "ma avvolto in un luogo a parte".
Il volto di Gesù non è più quello di un morto. Non c'è più bisogno che il suo viso sia coperto, ma è necessario che si manifesti in tutta la sua luce.
Il sudario può essere messo da parte per sempre, ben piegato, riposto perché non serve più.
E quando l'evangelista scrive :"Guarderanno a colui che hanno trafitto" (Gv 19, 37), non intendeva dire che guarderemo il volto di un morto, ma il volto di una persona viva e presente, il volto del Risorto.

"Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette".
La corsa è finita, finita la paura, l'angoscia, il timore della morte e di non trovarlo più.
L'altro discepolo, secondo gli esegeti, è Giovanni stesso che scrive, il discepolo che può dire di se stesso "quello che Gesù amava"!
"Vide e credette"! Non vede il Maestro, ma vede ciò che il Maestro gli aveva annunciato. A quella parola dà credito e la sua vita cambia.

Annuncio e segno: così nasce la fede secondo il Vangelo.
La resurrezione si può solo annunciare per vederne i segni. Niente e nessuno la dimostrerà mai. Credendo all'annuncio si diventa capaci di vedere.
Il Signore ci dia la fede di Giovanni, di Pietro e dei testimoni alla Resurrezione.
Faccia splendere il suo volto vivo su di noi e ci dia la vita che non muore, già adesso, nella speranza.
Buona Pasqua di Resurrezione a tutti!

Commenti

  1. Grazie
    Questo solo ti fa solletico
    Ma tutto è magnifico,maestoso
    S.Agostino avrebbe detto, non ti posso contenere!
    Si e' troppo grande per me questa notizia.
    Ha vinto la morte.
    Devo metabolizzare ANCORA le morti patite.
    Dammi oggi la qualità,il là per credere,per il salto nel buio...
    Anche i miei cari festeggiano,la vittoria sulla morte!
    Pietà

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  2. È una sorpresa la risurrezione, troppo bella per sembrare vera.
    Il sepolcro di Gesù non è luogo di separazione e morte: è luogo
    di comunione e vita. Infatti trovano stesi i lini: il letto nuziale è
    già preparato e profuma dello Sposo. La nostra stessa morte
    sarà l’incontro con lui, amore più forte della morte. Il discepolo
    amato, vedendo i segni, crede nel Risorto. Da questo sepolcro
    comincia la comprensione delle Scritture.
    (Silvano Fausti)


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  3. Questa domenica, pasqua di resurrezione, e ogni «otto giorni dopo», la domenica, la testimonianza giovannea è centrata sul grande evento: gli occhi che nel crocifisso hanno contemplato l'amore del Padre fino a morirne adesso contemplano l'amore del Padre fino a ridare vita nuova ai consumati dall'amore. Una visione progressiva che investe Maria di Magdala, Pietro e Giovanni, i discepoli, Tommaso e ciascuno di noi. L'itinerario di Maria alla fede nella resurrezione inizia con un recarsi al sepolcro e con un vedere che si limita a costatare che la pietra era stata tolta e il cadavere trafugato. Motivi di pianto (Gv 20,1-2.11-13). Il suo è il vedere del desiderio che prolunga l'affetto verso l'amato inseguendone l'ombra anche nel regno dei morti, là ove sono «compagne le tenebre» e lontani «amici e conoscenti» (Sal 88,19).
    (Giancarlo Bruni)

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  4. "Nella Chiesa che va alla ricerca dei segni ci sono diversi temperamenti, diverse mentalità: c'è l'affetto di Maria, l'intuizione di Giovanni, la massiccia lentezza di Pietro; si tratta di diversi tipi, di diverse famiglie di spiriti che cercano i segni della presenza del Signore. Ma tutti, se sono veramente nella Chiesa, hanno in comune l'ansia della presenza di Gesù tra noi. Esistono quindi nella Chiesa diversi doni spirituali, da cui hanno origine diverse disposizioni: alcuni sono più veloci, altri più lenti; tutti comunque si aiutano a vicenda, rispettandosi reciprocamente, per cercare insieme i segni della presenza di Dio e comunicarceli, nonostante le diversità delle reazioni di fronte al mistero. In questo episodio troviamo l'esempio della collaborazione nella diversità: ciascuno comunica all'altro quel poco che ha visto, e insieme ricostruiscono l'orientamento dell'esistenza cristiana, laddove i segni della presenza del Signore, di fronte a gravi difficoltà o a situazioni sconvolgenti, sembrano essere scomparsi... Quando manca la presenza dei segni visibili del Signore, bisogna scuotersi, muoversi, correre, cercare, comunicare con altri, con la certezza che Dio è presente e ci parla. Se nella Chiesa primitiva Maddalena non avesse agito in tal modo, comunicando ciò che sapeva, e se non ci si fosse aiutati l'un l'altro, il sepolcro sarebbe rimasto là e nessuno vi sarebbe andato; sarebbe rimasta inutile la risurrezione di Gesù. Soltanto la ricerca comune e l'aiuto degli uni agli altri portano finalmente a ritrovarsi insieme, riuniti nel riconoscimento del Signore" (C. M. Martini, Il vangelo secondo Giovanni, Roma 1980, 157-158).

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  5. Mi colpisce tanto la frase: "vide e credette".
    Ho pensato che quando si è ciechi non si riesce a vedere niente e tutto ciò che ti circonda o tutto ciò che di bello c'è, non lo si vede.
    Non si apprezza e non si godono i doni.
    Credere in qualcuno è fondamentale, è l inizio di un rapporto di fiducia e senza la fede secondo me, non si vive. Signore io ho bisogno di vedere e di credere, ho bisogno della tua presenza, ti prego per questo.

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