Salmo del 21 maggio 2024

Raggiungerei un riparo
Sal 55 (54),7-9

"7 Dico: «Chi mi darà ali come di colomba
per volare e trovare riposo?

8 Ecco, errando, fuggirei lontano,
abiterei nel deserto.

9 In fretta raggiungerei un riparo
dalla furia del vento, dalla bufera»".


L'esperienza del tradimento e di nemici opprimenti dà l'ispirazione alla supplica del Salmo 55.
L'amicizia, la vicinanza, l'intimità ci sono necessarie e vitali. Tutto quello che le inquina, come la mancanza di lealtà, di fedeltà, di cura, sono violenze che si incidono profondamente nel nostro cuore.
Il salmista grida al Signore la sua angoscia, la sua delusione, invaso da un tremore e da una paura mortale (cfr. v. 5).
Non rimane deluso chi in lui si rifugia (cfr. Sal 25,3): pregando e gridando il salmista ritrova la via della pacificazione e della consolazione.

"Dico: «Chi mi darà ali come di colomba
per volare e trovare riposo?»"

Andare lontano, scomparire, è il desiderio che nasce dalla delusione. È insopportabile certe volte il peso del dolore, non ci fa più riconoscere il nostro posto.
Smarrimento, fuga, solitudine descrivono bene la sofferenza che cova dietro ad un tradimento, una delusione, un abbandono. Il salmista mette davanti al Signore tutto questo per cercare conforto.
Nel dramma essere familiari con la preghiera è ritrovare la via per essere risollevati, per alzarsi sulle ali del Signore che permettono di non sprofondare ancora di più.

"Ecco, errando, fuggirei lontano,
abiterei nel deserto".

Nel dolore tutto sembra perduto, noi ci consideriamo perduti.
La sofferenza è una cataratta pericolosa che offusca la vista e ci fa perdere un punto di riferimento importante, quello di essere figli.
Il Salmo rimanda all'errare nel deserto senza meta, senza possibilità di essere rifocillati. Israele ha fatto questa esperienza ma la certezza di essere accompagnato con i segni continui della provvidente mano divina, hanno fatto la differenza. E non solo per il popolo dell'esodo dall'Egitto, ma per tutte le gererazioni future che in quel peregrinare accompagnato hanno riconosciuto l'amore del Dio vicino e in cammino insieme ai suoi figli.

"In fretta raggiungerei un riparo
dalla furia del vento, dalla bufera".

Riparo nella tempesta, conforto nell'angoscia, protezione dai pericoli mortali: sono i paletti portanti della nostra fede, la certezza di chi cerca Dio con la preghiera accorata, anche nel grido della disperazione.
In tanta sofferenza pregare è il riparo, ci introduce in una grotta accogliente dove calmare il respiro, placare l'angoscia e poter finalmente riposare.
Fuori tuona la tempesta ma il nostro cuore riposa al sicuro!

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Gc 4,1-10
Commento del 25/02/2020

Vangelo di Mc 9,30-37
Commento del 19/09/2021

Commenti

  1. "Dico: «Chi mi darà ali come
    di colomba per volare
    e trovare riposo?»"
    Nella fatica prego.
    Nel dolore prego.
    Nel cammino prego.
    Dio è riposo,
    rifugio,
    forza,
    sollievo,
    sostegno,
    speranza.
    "Dico: «Chi mi darà ali come
    di colomba per volare
    e trovare riposo?»"

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  2. In fretta raggiungerei un riparo
    dalla furia del vento, dalla bufera-
    Ti prego stamane per tutti gli abitanti dei campi flegrei,..ieri sera anche da me una scossa si è avvertita tantissimo.
    Dona speranza tangibile a questi fratelli
    Manda un Mosè vero che possa tirarli fuori da ogni pericolo;falli sempre confidare in TE.
    Amen

    RispondiElimina

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