Vangelo del 7 maggio 2024

Verrà a voi il Paraclito
Gv 16,5-11

"In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato»".


La liturgia di questi giorni snoda davanti a noi i discorsi di Gesù nelle ore drammatiche e dense di senso che seguono l'ultima cena e precedono il suo arresto nell'orto degli ulivi.
Protagonista dell'annuncio di Gesù è il Paraclito, questo sconosciuto ancora oggi nelle nostre meditazioni! Gesù chiama così lo Spirito che nella sua morte il Padre consegnerà a tutta l'umanità (cfr. Gv 19,30).
L'affermazione: "è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito", lascia i discepoli sconcertati ma rivela il legame profondo tra la morte di Gesù e il dono dello Spirito.
Difficile da ammettere, ma la morte di Gesù diventa un bene per noi e per l'intera creazione. L' espressione greca "paràcleto" significa "chiamato presso qualcuno, come assistente, avvocato" e dice bene il compito dello Spirito nel mondo.

"Quando sarà venuto il Paràclito".
Gesù profetizza un tempo in cui lo Spirito discenderà e abiterà stabilmente sulla terra.
Ai discepoli sarebbe bastato lui, ma Gesù li spinge ad un oltre fecondo e rivelativo per tutti, anche per i discepoli dopo di loro.
Lo annuncia al loro cuore più spaventato che contento, per prepararli e dare luce a ciò che stanno per vivere, in quella che sarà ricordata come la notte del tradimento, le tenebre dense della passione di Gesù.

"Dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio".
Parole non facili da comprendere in una lettura veloce.
Abbiamo bisogno di fare nostro il senso profondo della morte di Gesù ed è impossibile senza il "personal trainer" che ci allena ad accogliere l'amore del Padre.
Lo Spirito renderà evidente la "colpa del mondo", non per una condanna fine a se stessa, ma per togliergli potere e forza distruttiva.
In tre parole: peccato, giustizia e giudizio. Paolo descrive l'ambito in cui diventa efficace la salvezza realizzata da Gesù con la sua morte.

"Riguardo al peccato, perché non credono in me".
La morte di Gesù ci riscatta dal rifiuto del suo amore.
Noi non ci fidiamo quando si parla di doni gratuiti; diffidiamo perché nella nostra esperienza niente è donato senza un secondo fine.
Ecco che allora diventa difficile credere che in Cristo il dono è fatto sempre e nonostante il rifiuto e la determinazione a sopprimere un tale annuncio destabilizzante.
Solo lo Spirito ci può rivelare una verità così grande e aprirci alla fede.

"Riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più".
Dio ha fatto giustizia della morte di Gesù perché lo ha attirato a sé dalla morte, sconfitta per la prima volta perché quest'uomo gli è sfuggito di mano.
L'umanità ha ingiustamente condannato Gesù ma il Padre ha ristabilito la giustizia resuscitandolo e rendendolo Salvatore, proprio di quell'umanità che lo ha rifiutato.

"Riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato".
Nella morte di Gesù il Padre ha realizzato un giudizio che non è stato pronunciato contro l'uomo peccatore, ma verso colui che tiene schiavi della paura i suoi figli.
Il principe di questo mondo è stato precipitato (cfr. Gv 12,31) giù dal suo trono.
Gesù con queste parole esorta e sostiene la fede vacillante dei primi discepoli.
E' il tentatore che influenza gli ideali, le opinioni, gli obiettivi e che mina la speranze dei figli.
È lui ad ispirare i principi egoistici con l'idea di potere, di oppressione, di superbia nei confronti dei fratelli visti come occasioni da sfruttare per i propri interessi.
Satana e la sua mentalità sono condannati e sconfitti, non hanno più futuro. Ciò sembrava finito del tutto con la morte di Gesù, apice degli effetti distruttivi del peccato e della paura, diventa l'inizio della nostra salvezza. Gesù se ne và e inizia il nuovo tempo dello Spirito in cui l'umanità può mettere le ali ed essere certa di poter arrivare al Padre.
Il Paraclito sarà l'apriporta di una nuova mentalità, un nuovo modo di pensare e di vivere basato sul dono, sul servizio e sull'amore reciproco.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di At 16,22-34
Commento del 24/05/2022

Salmo 138 (137)
Commento dell'11/05/2021

Vangelo di Gv 16,5-11
Commento del 16/05/2023

Commenti

  1. "Riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato".
    Ecco il giudizio di Dio.
    Ecco chi è giudicato.
    Ecco chi è sconfitto e condannato.
    Il principe di questo mondo,
    satana, il nemico di ogni bene
    e di ogni vita,
    è condannato.
    Ogni vivente è liberato
    dalla sua Insidia.
    Alleluia !
    Dio è giudice giusto !
    "Riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato".

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