Salmo del 22 maggio 2024
Perché dovrò temere?
Sal 49 (48),6-7
quando mi circonda la malizia
di quelli che mi fanno inciampare?
7 Essi confidano nella loro forza,
Il Salmo 49 è una meditazione sapienziale sul dramma che attraversa la vita e sembra farla naufragare davanti al male. I potenti e i ricchi si illudono di poter scampare alla loro fine; sono stolti e ottusi davanti ai grandi interrogativi della vita.
Invece la fede accende una luce nel cuore credente e, anche la prospettiva della morte, acquista un significato se ci si affida a chi può strappare dal sepolcro (v. 16).
Dio è Signore della vita, sarà lui a prendersi cura anche del nostro passaggio da questo mondo.
"Perché dovrò temere nei giorni del male,
quando mi circonda la malizia
di quelli che mi fanno inciampare?"
Una domanda coraggiosa che riesce a farsi chi ha fiducia in qualcuno su cui appoggiarsi nelle tenebre.
Le avversità della vita, il contrasto con chi non ci lascia fare il nostro cammino, specialmente se si tratta di persone molto vicine e amatei, generano tristezza, sfiducia, voglia di mollare tutto.
Ma il salmista ha nel cuore una certezza: la sua vita è al sicuro, tra le braccia del custode. Si sente circondato da nemici ma protetto da una fortezza inespugnabile: il Signore che non fa vacillare il piede, sentinella che non si addormenta per proteggerlo fino alla fine (Sal 120,3).
"Essi confidano nella loro forza,
si vantano della loro grande ricchezza".
La morte rivela, in tutta la sua tragicità, l'illusione del potere e della ricchezza. L'ultima battaglia che tutti dobbiamo affrontare, per entrare in una nuova nascita, ci spoglia da ogni falsità, da ogni vanto e di ogni parvenza di forza.
Si può comprare ciò che appartiene a questo mondo, ma non quello che siamo e che sono gli altri.
La vita, l'amore, il dono dell'essere figlie e figli di Dio, sono gratuiti, immeritati e, quindi, non in nostro potere.
Davanti alla morte sapienza e stoltezza si manifestano chiaramente. Il nostro limite diventa la nostra salvezza e il velo della morte ridona la stessa immagine a tutti.
E' necessario fare il cammino sapienziale del salmista e ricominciare a scoprirci per quello che siamo e non per quello che abbiamo.
Non dobbiamo temere: il male è distrutto dalla morte gloriosa del Figlio e noi ci rivestiamo della sua forza, ereditiamo la sua stessa vita e veniamo illuminati dalla luce del Padre.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Gc 4,13-17
Commento del 23/02/2022
7 Essi confidano nella loro forza,
si vantano della loro grande ricchezza.
Il Salmo 49 è una meditazione sapienziale sul dramma che attraversa la vita e sembra farla naufragare davanti al male. I potenti e i ricchi si illudono di poter scampare alla loro fine; sono stolti e ottusi davanti ai grandi interrogativi della vita.
Invece la fede accende una luce nel cuore credente e, anche la prospettiva della morte, acquista un significato se ci si affida a chi può strappare dal sepolcro (v. 16).
Dio è Signore della vita, sarà lui a prendersi cura anche del nostro passaggio da questo mondo.
"Perché dovrò temere nei giorni del male,
quando mi circonda la malizia
di quelli che mi fanno inciampare?"
Una domanda coraggiosa che riesce a farsi chi ha fiducia in qualcuno su cui appoggiarsi nelle tenebre.
Le avversità della vita, il contrasto con chi non ci lascia fare il nostro cammino, specialmente se si tratta di persone molto vicine e amatei, generano tristezza, sfiducia, voglia di mollare tutto.
Ma il salmista ha nel cuore una certezza: la sua vita è al sicuro, tra le braccia del custode. Si sente circondato da nemici ma protetto da una fortezza inespugnabile: il Signore che non fa vacillare il piede, sentinella che non si addormenta per proteggerlo fino alla fine (Sal 120,3).
"Essi confidano nella loro forza,
si vantano della loro grande ricchezza".
La morte rivela, in tutta la sua tragicità, l'illusione del potere e della ricchezza. L'ultima battaglia che tutti dobbiamo affrontare, per entrare in una nuova nascita, ci spoglia da ogni falsità, da ogni vanto e di ogni parvenza di forza.
Si può comprare ciò che appartiene a questo mondo, ma non quello che siamo e che sono gli altri.
La vita, l'amore, il dono dell'essere figlie e figli di Dio, sono gratuiti, immeritati e, quindi, non in nostro potere.
Davanti alla morte sapienza e stoltezza si manifestano chiaramente. Il nostro limite diventa la nostra salvezza e il velo della morte ridona la stessa immagine a tutti.
E' necessario fare il cammino sapienziale del salmista e ricominciare a scoprirci per quello che siamo e non per quello che abbiamo.
Non dobbiamo temere: il male è distrutto dalla morte gloriosa del Figlio e noi ci rivestiamo della sua forza, ereditiamo la sua stessa vita e veniamo illuminati dalla luce del Padre.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Gc 4,13-17
Commento del 23/02/2022
Salmo 49 (48),6-7
Commento del 22/09/2023
Vangelo di Mc 9,38-40
Commento del 27/02/2019
Commento del 27/02/2019
Perchè dovrei temere!!?
RispondiEliminaIl mio papà è sempre con me
Mi circonda,mi precede,mi segue
mi ridona luce(come ieri ....segno tangibile...)
Sono fiondato sulla TUA roccia;tienimi stretto,mi fa bene stare con TE.
Amen
"Perché dovrò temere
RispondiEliminanei giorni del male?".
Domanda che apre il cuore,
che provoca una nuova
fioritura di fiducia.
Il Signore Gesù è il mio Pastore.
È l'Emmanuele, Dio con noi.
La sua Parola è luce ai miei passi.
Ho ereditato il suo Spirito.
Mi nutre della sua Vita.
Mi ha riconciliato con il Padre.
Niente e nessuno
può separarmi da lui.
"Perché dovrò temere
nei giorni del male?".