Prima lettura del 10 gennaio 2025

Ci ha amati per primo

1Gv 4,19- 5,4

"Carissimi, noi amiamo Dio perché egli ci ha amati per primo. Se uno dice: «Io amo Dio» e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello.
Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato.
In questo conosciamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. In questo infatti consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.
Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede".

Tutta la prima lettera di Giovanni ruota intorno a quello che ha visto e conosciuto negli anni, alla sequela dell'amico Gesù.
L'evangelista ci trasmette la sua fede: Dio è amore, Dio ci ama ed ama per primo. Nessuna di queste affermazioni è ovvia e ognuna richiede grande fiducia per essere accolta.
Nella nostra esperienza vediamo come è facile essere ingannati in tema di amore, è un ambito di facile illusione, che ci trova bisognosi e quindi deboli e vulnerabili.
Giovanni, che sente di essere "il discepolo amato", non è un facilone o un illuso. E' stato conquistato dal Cristo e ci indica preziosi criteri di discernimento per guardare all'amore ricevuto, senza lasciarci ingannare da visioni superficiali o romanticistiche.

"Carissimi, noi amiamo Dio perché egli ci ha amati per primo".
Non si parte da noi, non dipende da noi. È fondamentale non perdere di vista questa verità che scalza la convinzione che se non facciamo noi per primi non ci "meritiamo" niente.
Il nostro amore verso Dio è risposta al suo amore gratuito, elargito a piene mani, principio di ogni cosa.
La capacità di amare veramente ci viene dall'Amore che riceviamo gratis, immeritato, che precede ogni nostra azione, ogni nostra bontà.
Cogliere l'amore di Dio per me, crescere alla sua scuola, apre la porta alla mia capacità di amare in modo non egoistico, non egocentrico.

"Se uno dice: «Io amo Dio» e odia suo fratello, è un bugiardo".
Ancora un prezioso criterio di discernimento che ci libera da una mortale illusione: quella di amare Dio anche se si rifiutano gli altri, difficili da sopportare tanto da diventare odiosi.
È una tentazione ricorrente: l'umanità è orribile, mi rifugio nell'amore di Dio che mi capisce; la chiesa e gli altri sono sbagliati, io ho un dialogo diretto solo con Dio.
Tutto ciò non è vivere nella verità secondo Giovanni. E perché? Ecco la risposta inconfutabile:

"Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede".
Facile dire di amare Dio, tanto lui non mi smentisce né mostra agli altri la mia menzogna.
E per ingrandire l'ipocrisia arriviamo a dire: non riesco ad amare i fratelli però amo tantissimo Dio!
È evidente la chiusura e la falsità che intossica la nostra esperienza, cieca davanti all'amore universale che trasuda da ogni realtà creata, che si scopre in ogni fratello e sorella che incontriamo nel cammino.
L'amore del Padre ci precede, viene prima ma non pretende per sé; ha come scopo quello di spalancare il nostro cuore agli altri, quello di farci entrare nella com-passione, nella condivisione e nella misericordia che lui prova per ognuno di noi.
“Il Padre è felice quando ci amiamo e perdoniamo di vero cuore” (Papa Francesco).

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Salmo 72 (71),1-2
Commento del 17/12/2024

Vangelo di Lc 4,14-22
Commento del 10/01/2020