Prima lettura del 13 gennaio 2025

Lo adorino tutti
Eb 1,1-6

"Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto:
«Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»?
e ancora:
«Io sarò per lui padre
ed egli sarà per me figlio»?
Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice:
«Lo adorino tutti gli angeli di Dio»".

La lettera agli Ebrei è in realtà la lunga omelia di un autore che si ispira all'insegnamento di Paolo. Il tema che l'attraversa è la conoscenza di Gesù Cristo alla luce della sapienza dell'Antico Testamento.
Visto che parla ad ebrei che conoscevano bene la Scrittura e che erano protesi verso l'avvento del Messia, il libro è in un continuo rimando, tra la storia e la parola del Maestro di Nazareth, e quella dei grandi personaggi e i simboli della tradizione antica. Ma non è un parallelismo perché l'esistenza e l'opera del Cristo è unica, suprema, totalizzante!
L'autore dimostra che Gesù è il nuovo inizio d'Israele, lo spartiacque tra la profezia e la realizzazione; con lui tutto va reinterpretato, tutto assume un nuovo significato.
La legge antica, i riti, le regole sui sacrifici fatti al tempio, la stessa Pasqua, festa fondamentale della comunità dei figli di Israele, assume il suo vero e profondo significato.
Con la venuta del Figlio cambia il rapporto con Dio e il modo di vivere ed esprimere la fede. La lettera è un continuo invito a scoprire la novità del Vangelo e dell'esperienza che ne deriva.

"Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli".
È il mistero pasquale del Cristo raccontato con le parole dei riti di purificazione che ogni fedele seguiva per accedere al tempio.
Offrendo la sua vita per amore al Padre e ai fratelli, il Figlio ha realizzato la purificazione dell'umanità che non era possibile realizzare con i sacrifici di animali. E' una purificazione totale, definitiva fatta nel suo sangue e quindi divengono inutili altri sacrifici rituali.
Dopo la morte è stato assunto alla destra di Dio Padre, ricevendo l'onore più alto di ogni altro essere vivente, prendendo il posto che da sempre è suo come Signore e Redentore.

"Divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato".
È la celebrazione e l'esaltazione del Messia vittorioso sulla morte e su ogni nemico degli uomini.
Il suo è il Nome che esprime forza e salvezza, portatore di resurrezione e vita.
L'autore della lettera sottolinea la supremazia del Cristo su tutto, sminuiendo l'attenzione esagerata assegnata al culto degli angeli e a qualsiasi altra potenza che si credeva abitasse i cieli.
Anche Paolo esprime con forza la stessa verità: il Padre
"lo fece sedere alla sua destra nei cieli,
al di sopra di ogni Principato e Potenza,
al di sopra di ogni Forza e Dominazione
e di ogni nome che viene nominato" (Ef 1,20-21).

"Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto:
«Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»?
e ancora:
«Io sarò per lui padre
ed egli sarà per me figlio»?"

Nessun angelo è superiore al Figlio e la Scrittura lo testimonia. Il primo versetto citato è preso dal Salmo 2,7; il secondo è 2Samuele 7,14.
La lettera agli Ebrei fa un'excursus di Scrittura per rivelare la grandezza del Figlio e la grande tenerezza dimostratagli dal Padre!
Nessuno è chiamato Figlio da Dio, mai nessuna parola della Scrittura proclama Dio come "Padre". Niente di tutto questo si era mai realizzato prima!

"Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice:
«Lo adorino tutti gli angeli di Dio»".

Questo versetto cita il Salmo 97,7.
È una ulteriore sottolineatura della superiorità del Primogenito, colui che ha la stessa dignità e divinità del Padre. Tutti, compresi gli stessi angeli, sono invitati ad adorarlo, a riconoscere la sua Signoria.
Si rimane catturati da una riflessione così profonda che ci fa dimenticare per un attimo le nostre piccole cose quotidiane e ci porta alle vette della conoscenza divina. Veramente l'incarnazione del Figlio ha rivelato in pienezza l'inimmaginabile volontà del Padre.
La nostra carne adesso è carne di Dio, resa partecipe del grande Amore che ha creato e porta l'universo intero al suo progetto totale di vita risorta, vita per sempre.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Eb 1,1-6
Commento del 11/01/2021

Salmo 97 (96),6- 9
Commento del 27/12/2021

Vangelo di Mc 1,14-20
Commento del 09/01/2023



Commenti

  1. «Io sarò per lui padre
    ed egli sarà per me figlio».
    La più preziosa
    delle promesse di Dio.
    È il cuore della mia fede.
    È la forza della mia speranza.
    È la sorgente della mia gioia.
    È il luogo della mia pace.
    Sono figlio.
    È Padre.
    «Io sarò per lui padre
    ed egli sarà per me figlio»

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  2. Tutto sostiene con la sua parola potente-
    Meno male
    TU SEI il sostenitore delle mie ed altrui azioni ,quando queste si rispecchiano in TE
    Donami costanza
    Amen

    RispondiElimina
  3. "Con Lui tutto assume un nuovo significato" e tutto ciò che mi accade pare avere un senso anche nella mia carne; un filo della mia storia che sciogli TU dal groviglio, dalla matassa...un po' per volta e quel tanto che mi serve.
    Pa' TU fai nuove tutte le cose.
    "La nostra carne adesso
    è carne di Dio"

    RispondiElimina

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