Prima lettura del 3 gennaio 2025
Lo siamo realmente!
1Gv 2,29- 3,6
"Figlioli, se sapete che Dio è giusto, sappiate anche che chiunque opera la giustizia, è stato generato da lui.
Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro. Chiunque commette il peccato, commette anche l’iniquità, perché il peccato è l’iniquità. Voi sapete che egli si manifestò per togliere i peccati e che in lui non vi è peccato. Chiunque rimane in lui non pecca; chiunque pecca non l’ha visto né l’ha conosciuto".
Secondo Giovanni, evangelista e autore della lettera che meditiamo, la comunione con Dio e i fratelli è il segno di una vera esperienza di fede imparata alla scuola di Gesù. E non c'è relazione nella verità se non parte dalla giustizia di Gesù Cristo, il Giusto.
La lettera è indirizzata ai discepoli che crescono nella consapevolezza di essere salvi, ma comunque immersi e impediti dalle difficoltà del mondo in cui vivono. Fare memoria delle realtà fondamentali della fede è di aiuto e consolazione per mantenere viva la gioia del dono ricevuto: quello di essere, fin d'ora, figli veri di Dio.
"Figlioli, se sapete che Dio è giusto".
Tutta la Bibbia proclama e loda il Dio d'Israele che non ha la caratteritica degli idoli imposti dai potenti di turno. Egli fa ogni cosa con giustizia, rende giustizia agli oppressi, ristabilisce il diritto degli impoveriti, è dalla parte dei perseguitati.
Nell'antichità, dove il potere era arbitrarietà assoluta, regnava il favoritismo e l'asservimento ai grandi e agli arroganti.
Il Dio d'Israele si distingueva assolutamente da questa "politica" umana che inquinava persino la migliore religiosità.
Il Dio d'Israele si distingueva assolutamente da questa "politica" umana che inquinava persino la migliore religiosità.
Non solo il re, ma anche il popolo stesso doveva fare i conti con un annuncio biblico che denunciava gli abusi e chiedeva conversione continua del cuore.
Chi non aveva i mezzi per reclamare la sua giustizia ritrovava in Dio la speranza e nei profeti il baluardo contro i prepotenti.
"Sappiate anche che chiunque opera la giustizia, è stato generato da lui".
Quanti sperano nel Signore ripongono in lui le forse, gli affidano le loro cause, non cercano rivalsa o vendetta. Sanno di essere nelle mani di colui che si prende carico delle sofferenze e delle ingiustizie, risanando e ristabilendo l'equità secondo il suo metodo, che non coincide spesso col nostro.
Nelle lettere degli apostoli si insiste molto che nelle comunità si operi con giustizia, senza favoritismi personali o secondi fini. La fede nel Dio giusto apre il cuore alla giustizia verso i fratelli.
"Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre".
La giustizia di Dio che, ripeto, non è mai vendetta ma rispetto del leso come del peccatore che infligge ingiustizie, è manifestazione del suo amore, perché ristabilisce la giustizia togliendo la paura, disinnescando le armi contro i fratelli, aprendo gli animi alla riconoscenza e alla pace.
Giustizia è segno inequivocabile dell'amore del Padre, che ci fa tutti figli, che vanifica le glorie umane, che distrugge la paura dell'altro.
L'amore di Dio per noi è la nostra fortuna, la nostra salvezza, il senso ultimo del nostro esistere.
"Per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!".
Ci definiamo e ci chiamiamo figli di Dio perché lui ci ama.
Ma forse è solo un titolo onorifico, in senso figurato, come era inteso tra alcuni popoli nell'antichità? Giovanni non ha dubbi e precisa: siamo figli, "lo siamo realmente!"
Veramente Dio ci ha assunti alla stessa dignità del Figlio, veramente ci fa eredi e veramente è Padre nostro! Non c'è tristezza che non risollevi, non c'è iniquità che non venga risolta. Egli accoglie tutto di noi e ci trasforma con amore e gratuità.
La paternità e la maternità sono gli attributi più belli da scoprire giorno per giorno abbracciati al nostro Dio.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di 1Gv 2,29- 3,6
Commento del 03/01/2022
Salmo 98 (97),5-9
Commento del 11/10/2021
Vangelo di Gv 1,29-34
Commento del 03/01/2024
Chi non aveva i mezzi per reclamare la sua giustizia ritrovava in Dio la speranza e nei profeti il baluardo contro i prepotenti.
"Sappiate anche che chiunque opera la giustizia, è stato generato da lui".
Quanti sperano nel Signore ripongono in lui le forse, gli affidano le loro cause, non cercano rivalsa o vendetta. Sanno di essere nelle mani di colui che si prende carico delle sofferenze e delle ingiustizie, risanando e ristabilendo l'equità secondo il suo metodo, che non coincide spesso col nostro.
Nelle lettere degli apostoli si insiste molto che nelle comunità si operi con giustizia, senza favoritismi personali o secondi fini. La fede nel Dio giusto apre il cuore alla giustizia verso i fratelli.
"Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre".
La giustizia di Dio che, ripeto, non è mai vendetta ma rispetto del leso come del peccatore che infligge ingiustizie, è manifestazione del suo amore, perché ristabilisce la giustizia togliendo la paura, disinnescando le armi contro i fratelli, aprendo gli animi alla riconoscenza e alla pace.
Giustizia è segno inequivocabile dell'amore del Padre, che ci fa tutti figli, che vanifica le glorie umane, che distrugge la paura dell'altro.
L'amore di Dio per noi è la nostra fortuna, la nostra salvezza, il senso ultimo del nostro esistere.
"Per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!".
Ci definiamo e ci chiamiamo figli di Dio perché lui ci ama.
Ma forse è solo un titolo onorifico, in senso figurato, come era inteso tra alcuni popoli nell'antichità? Giovanni non ha dubbi e precisa: siamo figli, "lo siamo realmente!"
Veramente Dio ci ha assunti alla stessa dignità del Figlio, veramente ci fa eredi e veramente è Padre nostro! Non c'è tristezza che non risollevi, non c'è iniquità che non venga risolta. Egli accoglie tutto di noi e ci trasforma con amore e gratuità.
La paternità e la maternità sono gli attributi più belli da scoprire giorno per giorno abbracciati al nostro Dio.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di 1Gv 2,29- 3,6
Commento del 03/01/2022
Salmo 98 (97),5-9
Commento del 11/10/2021
Vangelo di Gv 1,29-34
Commento del 03/01/2024
RispondiElimina"Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre".
L'Amore si è fatto visibile.
Dio ci ama
e i gesti e le parole
di Gesù lo mostrano.
Occhi su di lui
per scoprire l'Amore.
Attenzione alle sue parole
per gustare l'Amore.
"Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre".
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.
RispondiEliminaSi
Essere Luce per gli altri,con un sorriso,con un gesto
testimoniare la SUA purezza non è difficile,se si è tutti i giorni alla SUA scuola
Abbracciare chiunque.
Amen
...vedere Dio che viene
RispondiEliminaper compiere meraviglie:
Spirito di Dio
soffia su di me
perché possa conoscerti
e riconoscere
Te Padre
ed io figlia
accolta e salvata
Cecilia
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