Prima lettura del 15 gennaio 2025

In tutto simile ai fratelli
Eb 2,14-18

"Poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.
Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo.
Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova".


In Gesù, Dio Padre si è rivelato definitivamente dalla parte dell'uomo, schierato contro i nemici, il male e la morte. Per questo amore il Figlio si è fatto uomo, condividendo la nostra povertà, arrivando a donare la vita per noi. Egli ha percorso fino in fondo la nostra via, vivendo realmente tutte le nostre prove.
Finita la schiavitù dal peccato e dalla morte, si inaugura il tempo della riconciliazione e della libertà dei figli, impossibile a noi, ma resa vera e attuale dal Forte della storia.

"Doveva rendersi in tutto simile ai fratelli".
Il Padre sa quanta paura abbiamo di lui, quando ci inibisce la lontananza tra l'umano e il divino.
E' un baratro che tutti gli uomini hanno intuito come incolmabile e che faceva crescere la diffidenza verso un dio percepito come lontano e insensibile alle nostre sofferenze.
Non potendo noi innalzarci a lui, nel suo amore Dio ha deciso di abbassarsi al nostro livello per incontrarci. Gesù è il modo di Dio di presentarsi ai suoi figli, di rivelare un progetto folle d'amore che ci conquisti tutti!
È il nostro desiderio che si fa sua necessità e che il Signore realizza con ognuno di noi.
È come un papà che inizia a balbettare col suo bebè: è lui a doversi avvicinare al suo livello, a scendere fino ad incontrarlo nei suoi modi infantili, per la gioia di capirsi.
Questo discendere, incarnarsi, è il meraviglioso e sorprendente modo di fare di Dio, l'unica via più vicina alla nostra possibilità di relazione con lui.

"Per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio".
Il Dio-uomo Gesù ci capisce. Sa che significa la nostra umanità fragile e a rischio di morte. Così può essere il nostro sommo sacerdote che, a differenza degli uomini che lo hanno preceduto, è misericordioso e fedele, veramente capace di unire noi al Padre.

"Allo scopo di espiare i peccati del popolo".
Il sommo sacerdote antico aveva questa prerogativa: quella di invocare la remissione dei peccati su tutto il popolo (cfr. Lv 16). E per questo si immolava un agnello, vittima d'espiazione sacrificata sull'altare. Ma non era certo un'azione definitiva che faceva sentire "a posto" i fedeli davanti al loro Dio.
Ci serviva un liberatore, una sorgente completa di riconciliazione col Padre, un sacrificio gradito a colui che non aveva bisogno di nulla.
Il Cristo è stato il punto di svolta, la vera vittima d'espiazione dei peccati dell'umanità intera, di tutti i tempi.
“Egli è la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo” (1Gv 2,2).

"Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente".
L'umanità del Figlio di Dio fatto uomo ha passato tutte le disavventure di ognuno di noi. Nulla gli è stato negato, dalla tentazione al tradimento, dalla sofferenza alla morte tragica sulla croce.
Ha fatto la stessa strada che noi percorriamo ogni giorno con tutte le difficoltà, le fatiche, la conoscenza delle gioie ma anche dei dolori che ci tolgono vita.

"Egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova".
Da uomo navigato, Gesù ha conosciuto la nostra esistenza, si è messo nei nostri panni, ha abbracciato la nascita come la morte. La sua è stata un'esperienza diretta. Non possiamo più dire che Dio non ci comprenda e non ci accolga!
Ci serviva un Salvatore così comprensivo, del tutto simile a noi, così familiare e così umano!

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Eb 2,14-18
Commento del 02/02/2022

Salmo 105 (104),4-5
Commento del 10/07/2024

Vangelo di Mc 1,29-39
Commento del 11/01/2023

Commenti

  1. "Doveva rendersi in tutto
    simile ai fratelli".
    È detto di Gesù Messia.
    È diventato esperto in umanità.
    Ha imparato cos'è l'umanità,
    ha gustato le nostre gioie,
    ha sofferto le nostre amarezze.
    Non ci conosce per sentito dire.
    Nella sua carne porta i segni
    della nostra fragilità.
    Ha pensato con mente di uomo.
    Ha amato con cuore di uomo.
    Ha vissuto una storia umana.
    È in tutto simile a noi.
    Perciò capisce,
    comprende,
    apprezza.
    "Doveva rendersi in tutto
    simile ai fratelli".

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  2. Ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere!
    Fai questo anche per le mie diavolerie.......
    Rendile impotenti!
    Amen

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  3. Egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.

    RispondiElimina

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