Prima lettura del 10 settembre 2020

L’amore edifica
1Cor 8,1-7.11-13

"Fratelli, la conoscenza riempie di orgoglio, mentre l’amore edifica. Se qualcuno crede di conoscere qualcosa, non ha ancora imparato come bisogna conoscere. Chi invece ama Dio, è da lui conosciuto.
Riguardo dunque al mangiare le carni sacrificate agli idoli, noi sappiamo che non esiste al mondo alcun idolo e che non c’è alcun dio, se non uno solo. In realtà, anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo che sulla terra – e difatti ci sono molti dèi e molti signori –,
per noi c’è un solo Dio, il Padre,
dal quale tutto proviene e noi siamo per lui;
e un solo Signore, Gesù Cristo,
in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo grazie a lui.
Ma non tutti hanno la conoscenza; alcuni, fino ad ora abituati agli idoli, mangiano le carni come se fossero sacrificate agli idoli, e così la loro coscienza, debole com’è, resta contaminata.
Ed ecco, per la tua conoscenza, va in rovina il debole, un fratello per il quale Cristo è morto! Peccando così contro i fratelli e ferendo la loro coscienza debole, voi peccate contro Cristo. Per questo, se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò mai più carne, per non dare scandalo al mio fratello".


La polemica tra scienza e sapienza è antica. In ogni tipo di cultura c'è sempre sospetto verso un uso egocentrico e strumentale del sapere. Paolo di striscio dice la sua ai Corinzi, evidentemente toccati dalla problematica e dall'influenza gnostica.

"Fratelli, la conoscenza riempie di orgoglio, mentre l’amore edifica".
La conoscenza fa sentire di essere superiori agli altri.
Paolo sa bene di cosa parla: proviene dalla scuola ebraica che esaltava la conoscenza come via privilegiata per arrivare al Signore. Eppure afferma: "tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo" (Fil 3, 8).
L'apostolo ha conosciuto una via nuova di conoscenza, quella della stoltezza della croce e per quella ha abbandonato la pretesa di conoscere con la sola sapienza umana.
L'amore imparato da Cristo rende attenti e amorevoli verso gli altri.
Siamo bombardati dai mass media e i social, pieni di gente che parla e si sente la sola illuminata ed eletta a salvare l'umanità.
Nulla a che fare con l'amore che non fa salire su un piedistallo e rinuncia ad una via esteriore di conoscenza, a favore di una condivisione esperienziale e quindi accogliente e com-passionevole.

"Se qualcuno crede di conoscere qualcosa, non ha ancora imparato come bisogna conoscere".
Nella filosofia greca il massimo della sapienza era rendersi conto di non sapere abbastanza. Quante volte ad esempio diciamo di conoscere benissimo una persona e poi la storia ci smentisce.
Paolo è stato formato nel mondo farisaico ebraico dove la conoscenza era idolatrata, è quindi molto diffidente verso un eccesso di fiducia nel sapere umano.

"Riguardo dunque al mangiare le carni sacrificate agli idoli, noi sappiamo che non esiste al mondo alcun idolo e che non c’è alcun dio, se non uno solo".
Ecco il problema concreto della comunità di Corinto.
Alcuni convertiti da culti pagani, dove si mangiava la carne di animali sacrificati alla divinità come unione con essa, sapendo che il Dio di Gesù Cristo è l'unico vero e vivente, si sentivano tranquilli dal consumarle perché erano ormai coscienti che gli idoli non esistono e che quella carne era solo carne punto e basta.

In effetti però quel mangiarne faceva nascere dubbi ed equivoci davanti ad altri che non erano fermi nella fede:
"Ma non tutti hanno la conoscenza; alcuni, fino ad ora abituati agli idoli, mangiano le carni come se fossero sacrificate agli idoli, e così la loro coscienza, debole com’è, resta contaminata".
Torna il problema del rapporto tra conoscenza e amore. Davanti alla debolezza del fratello entra in gioco e prevale l'amore: il desiderio di non creare difficoltà a chi ha una fragile fede consiglia di non mangiarne affatto.

"Ed ecco, per la tua conoscenza, va in rovina il debole, un fratello per il quale Cristo è morto!"
Appellarsi alla conoscenza come vanto, perché si è arrivati a capirne di più di altri, fa sacrificare un fratello; questo è un insulto alla croce di Gesù!
Infatti mangiare carni immolate nei templi pagani era ancora un segno di riconoscimento per coloro che adoravano gli idoli.

"Peccando così contro i fratelli e ferendo la loro coscienza debole, voi peccate contro Cristo".
Criterio prezioso questo di Paolo anche oggi che questa pratica non ci riguarda.

Non siamo esenti dalla tentazione di brandire la conoscenza del Vangelo come un'arma verso chi è soltanto all'inizio del cammino. L'evangelizzazione deve tener conto dei limiti e del tessuto culturale da cui proviene un ascoltatore.
Non si può pensare che la complessità del messaggio cristiano possa essere recepito in un botto. Il cammino per abbandonare false convinzioni è lungo e chi annuncia deve rispettare i tempi e la coscienza di tutti.

"Per questo, se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò mai più carne, per non dare scandalo al mio fratello".
Risponde così l'amore preoccupato della serenità di un fratello, piuttosto che difendere orgogliosamente la propria conoscenza e coscienza ritenuta superiore.

In questo discorso di pastorale pratica, Paolo innesta un piccolo e prezioso inno cristologico.
"In realtà, anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo che sulla terra – e difatti ci sono molti dèi e molti signori –,
per noi c’è un solo Dio, il Padre,
dal quale tutto proviene e noi siamo per lui;
e un solo Signore, Gesù Cristo,
in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo grazie a lui".

Nella mentalità ebraica anche se molte erano le potenze, uno solo era il Signore dei Signori, uno solo il Creatore e la sorgente di ogni dono.
Paolo, cogliendo questa occasione, rinnova il suo credo e mostra, ai Corinzi neo convertiti, il volto di un Signore che non è idolo di pietra, vuoto e assente per gli uomini, ma è Dio perché Padre e ha inviato il Figlio Gesù Cristo per far esistere tutto in lui.


Bellissimo annuncio che fa la differenza tra una religione pagana e il cristianesimo: non un insieme di riti per ingraziarsi una divinità distratta, ma la scoperta che noi esistiamo per lui e siamo per un unico Signore!

Il cibo passa in secondo piano, l'arroganza delle proprie convinzioni pure.
Ciò che ci costruisce figli vicini, compresi, prossimi al Padre, non è la conoscenza intellettiva, è l'amore!
Chi riceve il dono di fare esperienza di un Dio così non può far altro che amare come il Cristo: lui sì che aveva piena conoscenza del Padre, eppure non si è vergognato di dirsi nostro fratello (cfr. Eb 2, 11).

Commenti

  1. "La conoscenza riempie di orgoglio, mentre l’amore edifica". È rivelazione di una tentazione. È mettere il dito sulla piaga della conoscenza superiore. Studio e leggo e questo mi fa sentire un po' più degli altri. Quanta stoltezza che annebbia gli occhi del mio cuore! Grazie Paolo che mi ricordi che sono chiamato all'amore! Grazie per questa parola che profuma di vita! Grazie perché è l'amore che mi fa vivere! Grazie perché mi apri gli occhi! Non leggerò più e non studierò più? Lo farò ancora per amare di più! Tutto deve servirmi all'amore! Non all'orgoglio ma all'amore, per i fratelli e per il Signore! Amare mi farà conoscere veramente!

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  2. "Se qualcuno crede di conoscere qualcosa, non ha ancora imparato come bisogna conoscere".
    Il vanto,la capacità di discernimento su fatti quotidiani non mi deve inorgoglire verso chi,poveretto ha meno doti.....
    Grazie

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