Vangelo dell'1 settembre 2020

Comanda con autorità
Lc 4, 31-37

"In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante".

Gesù è la Parola di Dio fatta carne, che cammina per le vie degli uomini instancabile e inarrestabile. E dove arriva risana, feconda, dà vita.
Le pagine del Vangelo di Luca che leggiamo in questi giorni ci mostrano questa presenza autorevole che lascia intravedere lo spiraglio tanto atteso nelle tenebre che affliggevano l'umanità.

"In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente".
Cafarnao è la città di Pietro e di altri apostoli che vivono lì di pesca. Gesù è spesso ospite nella casa di Pietro e fa di quella città un centro importante della sua missione. Il sabato si reca alla sinagoga secondo l'usanza ebraica; ha un desiderio, parlare alla gente e chi ascolta lo ha capito e lo cerca per ascoltare il suo messaggio.

"Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità".

Ogni maschio adulto aveva diritto di rivolgere parole di esortazione all'assemblea dopo la proclamazione delle letture della Bibbia.
Quando parla lui la folla è stupita da come insegna: parla di Dio, commenta le Scritture, ma stupisce e scuote. La sua non è ripetizione di altri maestri, ma un insegnamento diverso, unico, proferito con la sicurezza in ciò che dice. In altre parole, Gesù non fa una lezione, come la parola "insegnamento" potrebbe farci pensare, ma dona se stesso e il Padre. Questo stupisce e chi ascolta lo capisce: non usa le parole per ammaliare, per attirare con la menzogna, ma insegnando si dona e porta alla verità.

"Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro".
Un uomo che per la sua impurità non dovrebbe neanche stare in un luogo sacro, secondo la legge del tempo, è lì normalmente pronto per tutti i riti del sabato.
E' come dire che un malato infetto entra impunemente in una camera sterile!

Luca è polemico: la sinagoga non è quel luogo che tutti si preoccupavano di tenere puro, specialmente il giorno di sabato. E' un luogo di preghiera di uomini e quindi colmo di peccato, sofferenza, impurità e morte.
E la cosa più grave che un uomo posseduto da uno spirito che non è quello del Signore, nella sinagoga entra abitualmente e se ne va peggio di prima, senza aver trovato alcun giovamento, senza poter essere liberato.

"Cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!»"
Questa parola gridata come un'accusa a Gesù, in effetti accusa tutti coloro che erano lì per lo "Shabbat", la festa del riposo, il tempo della settimana dedicato interamente al Signore.
Un'altra volta Gesù stesso aveva svelato questa ipocrisia che rubava vita a coloro che si recavano nella sinagoga e nel Tempio:
"Ed insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto:
La mia casa sarà chiamata
casa di preghiera per tutte le genti?
Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!" (Mc 11, 16-17)

Da uno spirito lontano dal Signore, da un demonio che non riesce neanche a mentire davanti a lui, viene riconosciuto come pericoloso, causa della sua rovina. Gesù va incontro al male e questo si ritrae, grida perché ha paura di dover finire per sempre.

È arrivato finalmente il liberatore!

"Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!»".
Gesù, abitato dallo Spirito del Padre che lo guida, ha potere su questo spirito e gli dà un ordine a cui non può sottrarsi. Lo scaccia con autorità con la forza della sua parola, riconosciuta potente e vera poco prima dagli altri presenti.

La sua presenza ha sconvolto le vie del male che si annidava dentro una casa di preghiera, nella festa degli uomini. Era lì e nessuno se ne sarebbe accorto se la parola annunciata non entrava nell'orecchio di quell'uomo posseduto dalla morte ma che nessuno vedeva.

"E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male".
È il demonio ora a rivelarsi impotente. Fa confusione, intimorisce, strepita ma non fa alcun male all'uomo. Non ha un vero potere.
Inoltre deve obbedire per forza: pur non volendo deve mollare la presa su quel poveraccio che è schiantato a terra ma non è morto.

"Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?»".
Ecco un nuovo stupore che non viene solo dalla Parola sconvolgente, ma anche dai fatti.
La reazione che si scatena davanti alla manifestazione della Parola di Gesù è "timore": riconoscere che una potenza superiore è entrata nei riti e nei poveri tentativi di avvicinarsi a Dio in modo puro e degno della sua santità.
Che parola è questa? Non sono le solite parole, i bombardamenti di precetti e regole da seguire e di cui venivano subissati.
È più che parola, è Dio che visita il suo popolo, che lo raggiunge dentro le sue morti, che non condanna l'impurità ma che viene a donarsi per santificare.

"E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante".

Non è più un maestro o un predicatore fra tanti quello che adesso la gente cerca, ma un uomo che riesce a liberare da spiriti che incatenano, usano e limitano la vita.
Gesù ha unito nel suo annuncio autorevolezza nell'insegnamento e autorità contro il male: parole e fatti confermati a vicenda, che, ad un popolo cresciuto alla scuola della Bibbia, non potevano passare inosservati.

Fa riflettere molto questa parola che penetra nelle nostre certezze di sante liturgie, che ci turba e scuote perché insinua il sospetto che il nostro modo di pregare e celebrare i sacramenti, sia stantio, sordo e non abitato dallo Spirito di Dio.

Abbiamo bisogno che la Parola del Figlio ci scuota e ci vivifichi dal di dentro. Abbiamo bisogno che il Signore ci raggiunga nelle nostre morti per rialzarci a vita nuova.
E abbiamo bisogno di uno Spirito nuovo che si faccia presenza che salva, che libera, che ci faccia gridare nella lotta, ma che ci porti alla liberazione e alla vita.

Commenti

  1. "Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità". Non posso negarlo, la Parola mi fa effetto. Niente rimane immobile e indifferente nel mio cuore al suo risuonare. Sempre stupisco di questo. È una Parola che ha potere su di me, mi muove, mi scuote, mi risveglia, mi commuove, mi spinge oltre. Finalmente un potere che mi rende libero. Una autorità per il mio bene, veramente! Capisco lo stupore dei discepoli. La Parola del Signore è acqua viva, è luce vera, è pane che sazia senza togliere il desiderio di nutrirsi ancora.

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  2. sei venuto a rovinarCI....
    PLURALE del male che vuole dividermi,isolarmi....
    Rendermi si sapiente ,ma di testa.....nozioni....
    E.............
    il cuore?
    A questo veramente ci sto lavorando e non è semplice
    cosi sia

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  3. L autorità della tua Parola ci stupisce sempre, si impone nel mio cuore e si fa largo tra i tanti inutili e ingombranti pensieri che accolgo e coltivo in me. Taci ! Comando deciso, fermo...taci. Signore albergano due uomini in me: l una sa di non poter convivere con l altro ma ci sono entrambi. Solo la tua Parola, la tua presenza può liberarmi e permettere di lasciar dimorare in me il tuo Spirito

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  4. Che grande consolazione questa Parola, lo spirito malefico che è in me non ha potere, non mi uccide, ho fiducia in Te mio Signore, che vieni mi vieni incontro per liberarmi, per curarmi. La tua Parola scopre la mia dualità e mi dona la gioia del perdono, la forza di rialzarmi dopo che il Male mi ha fatto cadere e rantolare, il sostegno per continuare il cammino

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  5. Grazie Signore :
    la Tua Parola è come una medicina,presa ogni giorno, risana il mio cuore e lo guida al Bene

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  6. Alle nostre parole vane corrisponde la tua parola che libera, che smaschera, che guarisce.... Taci...

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