Prima lettura del 4 settembre 2020

Riceverà da Dio la lode
1Cor 4, 1-5

"Fratelli, ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele.
A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, io non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!
Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, fino a quando il Signore verrà. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno riceverà da Dio la lode".


Avere in chi comanda un servitore è l'ideale di qualunque comunità. Purtroppo spesso diventa invece occasione di accaparramento di potere, di guida opprimente, di soffocamento dei carismi dei fratelli.
Gesù nel Vangelo aveva esplicitamente chiesto che fra i suoi discepoli le cose non diventassero come tra i capi di questo mondo: "tra voi non sia così" è la sua esortazione (cfr. Mc 10, 42-45).
Bisogna vigilare perché è un terreno scivoloso dove si trovano poi mille giustificazioni all'uso del potere "a fin di bene".
Paolo dice la sua in questa realtà spinosa, perché è un problema reale nella comunità di Corinto.

"Fratelli, ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio".
Le guide, i capi, gli evangelizzatori, o comunque si voglia chiamarli con termini altisonanti, sono visti da Paolo come servi del Signore, amministratori del suo immenso tesoro di vita donato largamente all'umanità.
Anche l'apostolo si vede come ministro, che in latino significa "servo", e non certo come padrone!
Servire e amministrare sono le vocazioni a cui sono chiamati i discepoli; ogni altro ruolo che si metta sopra gli altri apre a grandi ambiguità.

"Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele".
L'azione di un servo è valida quando rimane conforme alla volontà del padrone, rispettandone le consegne.

Nella parola "amministratore" tutto un programma di vita.
Gesù aveva chiesto provocatoriamente ai suoi: "Chi è dunque l'amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito?" (Lc 12, 42).
Nella domanda già la risposta: fedele, saggio, che ha cura come una nutrice dei suoi fratelli.
Nel capitolo precedente Paolo aveva scritto: "Tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio" (1Cor 3, 22-23).

Tutto ci è donato in un'appartenenza che mette al servizio la nostra vita per gli altri, nella consapevolezza che Cristo stesso si è messo al servizio della mia vita e io gli appartengo, sono suo.
Amministrare è sentire non di possedere, ma di essere posseduto da un amore più grande delle mie capacità e dei miei meriti.

"A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, io non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!"
Paolo ora guarda al suo operato e rimette tutto nelle mani del Signore e al suo giudizio. Non lo teme ma lo sente come una garanzia. Infatti solo il Signore giudica veramente con rettitudine.
Quando Paolo dice di non giudicare neanche se stesso, sento un profondo conforto da queste parole! E' drammatico il giudizio, spesso inclemente, verso gli altri. Ma la condanna continua di noi stessi, non ci dà tregua, ci taglia le gambe e la fiducia nel futuro!
Ci vuole la fede di Paolo per lasciare il giudizio sulla propria vita nelle mani del Signore, l'unico che ama colmando le mancanze e azzerando le superbie di ogni cuore.

"Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, fino a quando il Signore verrà".
Un criterio necessario di chi è al servizio della comunità è la pazienza, quella stessa che il Signore ha con ognuno di noi.
Giudicare prima del tempo è togliere il grano insieme alla zizzania perché nella fretta del giudizio non si riconoscono l'uno dall'altra (cfr. Mt 13, 24-30).
I giudizi e le accuse reciproche nella comunità sono il modo per istigare diffidenza e tagliare le gambe a coloro che hanno tempi diversi nel fare proprie le verità del Vangelo.

"Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno riceverà da Dio la lode".
L'azione creatrice di Dio è sempre la stessa, dal primo rigo della Genesi ad oggi: il Signore porta luce nelle nostre tenebre, ci trae dall'indistinto in cui vediamo solo il male e giudica il nostro cuore salvandolo.


Quale sarà la ricompensa nel giudizio, se il nostro cuore messo in luce non può essere che condannato?
Paolo dà una risposta che mi commuove: "ciascuno riceverà da Dio la lode"!
La possibilità di lodare: questo è ciò che ci mancava! Amministrare e servire ringraziando, guardare i fratelli esultando della loro presenza, godere della creazione con stupore e lodare per sempre, è il dono che solo lo Spirito infonde.
La lode, che oggi non ci viene spontanea, sarà ciò che uscirà dalla nostra bocca, ciò che si leggerà sul viso, il canto per l'Amore che è in tutto, finalmente riconosciuto!
La lode è il giudizio sul mondo che impariamo dal Padre, lo sguardo di riconoscenza e di pace su di lui, sulla nostra vita e sui fratelli.

Commenti

  1. "Io non giudico neppure me stesso". Quanto mi è necessaria questa sapienza di Paolo. Il mio cuore è un tribunale in seduta permanente! Il mio cuore sballottato tra attrazione e repulsione, tra voglio questo e non voglio quello. Una lotta alimentata da un giudizio che non mi permette di accogliere nella pace la vita che mi viene data. Libera Signore il mio cuore da questo stolto affanno. È una rinuncia preziosa quella al giudizio su me stesso. Rendimi la libertà e la gioia di lasciare a te il giudizio, su di me e su ogni cosa.

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  2. CIASCUNO riceverà la lode........
    Quello che faccio non deve assolutamente essere orientato all'applauso....
    Quello che tocco sottoposto al mio giudizio.....
    Quello che guardo essere travisato.........
    La lode è anche non fare queste azioni.......
    così sia

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