Salmo del 29 settembre 2020
Sal 138 (137)
"1 Di Davide.
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
2 mi prostro verso il tuo tempio santo.
Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
3 Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.
4 Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra,
quando ascolteranno le parole della tua bocca.
5 Canteranno le vie del Signore:
grande è la gloria del Signore!
6 Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l'umile;
il superbo invece lo riconosce da lontano.
7 Se cammino in mezzo al pericolo,
tu mi ridoni vita;
contro la collera dei miei avversari stendi la tua mano
e la tua destra mi salva.
8 Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l'opera delle tue mani".
Un salmo di lode e di speranza cantato nel mezzo di una lotta. Proprio come le nostre preghiere di ogni giorno che, in momenti strappati alla nostra piccola guerra quotidiana, rivolgiamo al Signore fiduciosi.
"Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo".
Non ad un Dio ignoto ma al Dio vivo si rivolge il salmista, quello che lo abita dentro, che lo accompagna e proprio nei momenti difficili lo rinvigorisce, gli dà la speranza di andare avanti.
La sua esperienza passata è preziosa: non può dimenticare quanto le sue parole siano state ascoltate, come il Signore prontamente lo abbia salvato!
Il Dio biblico parla e ascolta, è capace di vera relazione, è un altro di fronte a me con cui posso relazionarmi e posso sentirmelo vicino e accogliente.
"Chi è come te fra gli dèi, Signore?" (Es 15, 11) cantano Mosè e gli schiavi scampati all'esercito del faraone, facendo in un'excursus di tutti gli atti salvifici operati dal loro Dio. Nessuno è la risposta, nessuno tra gli dei si può paragonare a lui!
Gli dei inesistenti e muti cercano sempre di intrufolarsi nel nostro cuore tramite desideri impossibili. Il salmista decide: "ma a te voglio cantare", rinunciando a tutte le seduzioni illusorie che lo allontanerebbero da lui.
"Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome".
Amore, fedeltà, promessa: tre fatti che in trasparenza fanno scorgere tutta l'opera di Dio.
Sono queste il motore della nostra vita, la benzina alla speranza che va' sempre alimentata perché le difficoltà sembrano toglierci il terreno sotto i piedi ogni giorno.
"Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza".
La Bibbia non è altro che memoria di doni ricevuti: mai si stanca di ricordarci le meraviglie del suo amore! Per questo la liturgia è memoriale, ricordo vivente nell'oggi della misericordia che ci nutre.
"In me la forza": non potrei mai dirla questa frase se non fosse per la sorgente che mi rinfranca, mi disseta, mi rinvigorisce proprio nei momenti di arsura e di incapacità. Il Signore è vera forza, quella non violenta, quella profetica dei visionari che ci fanno scorgere una possibilità oltre le tempeste del presente.
"Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra,
quando ascolteranno le parole della tua bocca".
Il salmista due volte si ferma a guardare la sua storia e rende grazie.
Adesso il suo cuore esulta perché anche tutti i potenti della terra fanno "eucaristia", innalzano il loro grazie, riconoscendo che non sono loro potenti, ma Dio è re di tutta la realtà, di tutta la terra. Solo ascoltando le parole che escono dalla bocca di Dio, l'uomo ridimensiona le sue pretese di deità e riscopre la sua vera dignità di figlio.
"Canteranno le vie del Signore:
grande è la gloria del Signore!"
L'annuncio delle meraviglie operate dal Signore attira e convince della sua santità tutti i popoli della terra: dalla lode personale si passa a quella di tutta l'umanità.
E' un canto di lode cosmico che riconosce la "kavod" di Dio, che in ebraico indica la gloria, l'onore, la maestà, il peso del Signore nella storia e nel mondo.
Le vie del Signore non sono le nostre, non portano alla gloria di uno sugli altri, ma alla gloria cosmica, alla considerazione di tutti nel Tutto.
Come non rendere grazie per doni così essenziali?
"Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l'umile;
il superbo invece lo riconosce da lontano".
Il mondo di Dio è un mondo capovolto rispetto al nostro: gli ultimi saranno i primi, i potenti abbassati e gli umili innalzati.
"Quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto"! (1Cor 1, 28)
E a ben pensarci, questa è la nostra salvezza, perché altrimenti che speranza avremmo di essere scelti dal Signore?
"Se cammino in mezzo al pericolo,
tu mi ridoni vita;
contro la collera dei miei avversari stendi la tua mano
e la tua destra mi salva".
Ecco un'altra prova delle cose "storte" che piacciono al Signore! Nel pericolo ridoni vita: ma non è il contrario dell'ovvio?
Sembrerebbe che al Signore piacciano le cose complicate; ma se non dà vita lui nelle nostre impossibilità, quando la morte ci soffoca con la sua presenza stritolante, chi e cosa lo potrebbe fare?
La fede di chi ha scritto i Salmi ha una visione contraria all'ovvio e all'esteriore; guarda all'intimo, all'esultanza che viene da un opera continua e profonda che porta a quella felicità che normalmente ci sfugge come una chimera. E la fede cresce paradossalmente nella lotta, nelle difficoltà più grandi.
Per questo abbiamo bisogno della preghiera, della lode, della memoria che coltivano dentro di noi la fragile speranza, quella che si frantumerebbe subito, come un cristallo, nel percorso accidentato da avversioni, fallimenti, delusioni.
E così anche noi possiamo cantare sicuri:
"Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre".
Tutto è per me! Mai un credente si sentirà solo e abbandonato!
Abbiamo bisogno della preghiera di ogni giorno per non scoraggiarci e per invocare "non abbandonare l'opera delle tue mani"!
Noi, plasmati come un prodigio, scopriamo che le mani che ci hanno fatto ci sorreggono con cura ogni giorno.
"Se cammino in mezzo al pericolo,
tu mi ridoni vita;
contro la collera dei miei avversari stendi la tua mano
e la tua destra mi salva".
Ecco un'altra prova delle cose "storte" che piacciono al Signore! Nel pericolo ridoni vita: ma non è il contrario dell'ovvio?
Sembrerebbe che al Signore piacciano le cose complicate; ma se non dà vita lui nelle nostre impossibilità, quando la morte ci soffoca con la sua presenza stritolante, chi e cosa lo potrebbe fare?
La fede di chi ha scritto i Salmi ha una visione contraria all'ovvio e all'esteriore; guarda all'intimo, all'esultanza che viene da un opera continua e profonda che porta a quella felicità che normalmente ci sfugge come una chimera. E la fede cresce paradossalmente nella lotta, nelle difficoltà più grandi.
Per questo abbiamo bisogno della preghiera, della lode, della memoria che coltivano dentro di noi la fragile speranza, quella che si frantumerebbe subito, come un cristallo, nel percorso accidentato da avversioni, fallimenti, delusioni.
E così anche noi possiamo cantare sicuri:
"Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre".
Tutto è per me! Mai un credente si sentirà solo e abbandonato!
Abbiamo bisogno della preghiera di ogni giorno per non scoraggiarci e per invocare "non abbandonare l'opera delle tue mani"!
Noi, plasmati come un prodigio, scopriamo che le mani che ci hanno fatto ci sorreggono con cura ogni giorno.
"Non agli dèi, ma a te voglio cantare". Mi credevo monoteista, ma nel mio cuore vivono tanti dei, muti e attaccati a desideri impossibili. Non a questi la mia lode e il mio grazie. A colui che mi ha rivolto la Parola e ascolta la mia fragile e fiduciosa risposta, canto il mio Amen, il mio Alleluia. Gli dei muti vogliono tapparmi la bocca, quelli sordi distrarmi dall'ascolto. Ma nel mio cuore un canto inarrestabile sorge dallo Spirito che mi abita. Canto nel silenzio della notte, lodo al sorgere del sole, benedico nello scorrere del giorno, mi affido al giungere delle tenebre. A te che mi abiti e mi avvolgi, canto.
RispondiEliminaIl Signore farà tutto per me.
RispondiEliminaSignore, il tuo amore è per sempre".
Questo mi rende sicuro e beato come un bimbo in braccio a sua madre!
Grazie Signore.