Salmo dell'11 settembre 2020

La cambia in sorgente
Sal 84 (83)

"1 Al maestro del coro. Su «I torchi». Dei figli di Core. Salmo.

2 Quanto sono amabili le tue dimore,
Signore degli eserciti!

3 L'anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.

4 Anche il passero trova una casa
e la rondine il nido
dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari,
Signore degli eserciti,
mio re e mio Dio.

5 Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.

6 Beato l'uomo che trova in te il suo rifugio
e ha le tue vie nel suo cuore.

7 Passando per la valle del pianto
la cambia in una sorgente;
anche la prima pioggia
l'ammanta di benedizioni.

8 Cresce lungo il cammino il suo vigore,
finché compare davanti a Dio in Sion.

9 Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera,
porgi l'orecchio, Dio di Giacobbe.

10 Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato.

11 Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri
che mille nella mia casa;
stare sulla soglia della casa del mio Dio
è meglio che abitare nelle tende dei malvagi.

12 Perché sole e scudo è il Signore Dio;
il Signore concede grazia e gloria,
non rifiuta il bene
a chi cammina nell'integrità.

13 Signore degli eserciti,
beato l'uomo che in te confida".


Confesso che per me il solo leggere questo Salmo è fonte di bene, di pacificazione!
E' tra i più bei canti del pellegrinaggio che si trovano nel salterio e ci fa entrare nell'emozione di un fedele che finalmente è arrivato dove dimora il Dio vivente.
La fatica dei giorni fa nascere la decisione del pellegrinaggio, il cammino, la visita e il ritorno: entriamo guidati da questa poesia e in tutte le sfumature dei sentimenti, che diventano preghiera di lode in chi si mette in viaggio.

"Quanto sono amabili le tue dimore,
Signore degli eserciti!"

È la contemplazione della "dimora", non del fabbricato di pietra, ma della gloria di Dio che rende sacro e unico non solo il Tempio della città santa, ma tutto lo spazio che ci circonda e che, a ben guardare, trasuda della sua presenza amante.
Il pellegrino accede in un luogo dell'anima che ispira pienezza, desiderio di abitare con il Signore, di diventare familiare con lui, condividere lo stesso tetto.

"L'anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente".
Tutto di noi desidera vivere in intimità col Signore! L'anima, il cuore, la carne, tutte le dimensioni della nostra vita, sono attratte come una calamita ed esultano di gioia per il Signore. Il pellegrinaggio in tutte le sue fasi è sempre un'esperienza spirituale che coinvolge tutto l'uomo nel cammino dello spirito.

"Anche il passero trova una casa
e la rondine il nido
dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari,
Signore degli eserciti,
mio re e mio Dio".

Tenera contemplazione della grande ed universale accoglienza che offrono le braccia avvolgenti del Signore. Egli è rifugio per ogni vivente, per ognuno è riparo sicuro, nido preparato per proteggere i più poveri, coloro che non riescono a farsi un riparo da soli.

"Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
Beato l'uomo che trova in te il suo rifugio
e ha le tue vie nel suo cuore".

Vengono proclamate tre beatitudini: chi abita col Signore arriva alla pienezza della lode; chi si rifugia in lui scappando dai nemici, trova riparo e protezione; chi ha nel cuore le vie di Dio, cioè la sua Parola, le sue leggi, non segue i comandamenti come uno schiavo, ma è docile ad una legge interiore che ama.
Tutto l'uomo e tutti gli uomini partecipano gioiosamente della preziosa presenza del Signore.

"Passando per la valle del pianto
la cambia in una sorgente;
anche la prima pioggia
l'ammanta di benedizioni.
Cresce lungo il cammino il suo vigore,
finché compare davanti a Dio in Sion".

Il cammino è faticoso, è un pellegrinaggio non una passeggiata. Ma la fede che lo anima trasfigura persino il paesaggio, tramutando la fatica in gioia e vigore, per la fiducia e la speranza della meta.
E finalmente il premio dopo tanta fatica è vedere tramutato ciò che era solo pianto, in una sorgente, i giorni piovosi in un abbraccio dissetante.

"Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera,
porgi l'orecchio, Dio di Giacobbe.
Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato".

Una volta nel tempio il cuore si apre alla preghiera e si spera di essere tenuti sotto lo sguardo amorevole del Signore che è proclamato scudo e sostegno del Messia, del Re, che qui rappresenta simbolicamente ogni pellegrino.

"Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri
che mille nella mia casa;
stare sulla soglia della casa del mio Dio
è meglio che abitare nelle tende dei malvagi".
Chi ha fatto il santo viaggio è passato, dai suoi piccoli problemi, allo stupore perché il Signore circonda con amorevole protezione.
Allora niente di più prezioso esiste se non vivere tutta la vita davanti a questa presenza, nella sua dimora.
La soglia del tempio è più desiderabile di una casa ricca e comoda, di cui gli empi vantano il possesso, non conoscendo l'esperienza che si fa vivendo di fede.

"Perché sole e scudo è il Signore Dio;
il Signore concede grazia e gloria,
non rifiuta il bene
a chi cammina nell'integrità".

Ancora una bella professione di fede nel Signore, sole che illumina la vita, scudo nella lotta di ogni giorno, fonte di ogni grazia e di gloria per chi in lui confida.

Una quarta e ultima beatitudine conclude il canto del pellegrino:
"Signore degli eserciti,
beato l'uomo che in te confida".

La fede nel Signore non porta al fallimento e alla delusione. Chi lo cerca scopre che è prodigo di un bene inaspettato. Si cerca un bicchiere d'acqua per placare la sete e si trova una sorgente che sgorga perennemente e in abbondanza.

Viene voglia di intraprenderlo questo viaggio nella vita, interiore e fatto di scelte concrete, abbandoni di situazioni di aridità e scoperta di beatitudine sovrabbondante.

La nostra vita ha sete di questa sorgente e di chi è sole nelle tenebre e scudo dal male. Come questo uomo di fede di 3000 anni fa, facciamoci guidare dalla necessità di cercarci una dimora stabile e mettiamoci in cammino.

Commenti

  1. "Beato l'uomo che trova in te il suo rifugio
    e ha le tue vie nel suo cuore". Beatitudine preziosa, che con la sua luce mi raggiunge oggi, facendomi esultare. Dio rifugio dell'uomo, il cuore umano contenitore della vie di Dio. La ricerca di un rifugio trova pace, la ricerca della via trova luogo. Beato chi ha nel Signore il suo rifugio, la camera segreta in cui ritrova se stesso non solo. Beato chi si accorge che le vie di Dio passano dal nostro cuore. Beato chi non è più solo e indifeso in Dio. Beato chi sa leggere il suo cuore e cammina sereno. Beato chi ha fiducia nel Signore e a lui si appoggia. Beato chi scruta con coraggio il suo cuore e ci trova le impronte di Dio. Dio intorno che mi avvolge come un sicuro rifugio, Dio nel cuore che mi guida verso una meta di pace.

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  2. Un giorno nei tuoi atri...
    Si, ne trascorro molti appresso a cose che passano...
    Ma quando mi concedi di stare.... Veramente... Con TE
    È un momento sublime, avverto anche un leggero.. Venticello?!
    Grazie

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  3. È il salmo a me molto caro e quando lo pregò o lo incontro nella liturgia mi fa vivere una profonda emozione ...si li voglio stare, li voglio arrivare, per quella metà vivo, sei tu che mi dai il desiderio e la forza di camminare.lo stare con te non ha paragoni con nulla,perché sei il tutto.vivo di questa beatitudine : beato chi abita la tua casa ... Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio. Con il salmista dico:cresce lungo il cammino il suo vigore....beato l uomo che in te confida

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